Risalente alla seconda metà del IV sec., la prima notizia sul cristianesimo di Tolentino proviene dal sarcofago di un certo Giulio Flavio Catervio, battezzato e cresimato da Probiano sacerdus. Il primo vescovo di cui si ha memoria sicura è Basilio, sottoscrittore ai concili romani del 487, 489, 502, dopo il quale non si conserva traccia di eventuali successori per lungo tempo. A causa delle guerre gotiche e delle invasioni longobarde la città di Tolentino attraversò un periodo di grave crisi e, in data sconosciuta, la diocesi venne soppressa e accorpata a quella di Camerino. Nel basso Medioevo le sorti del libero comune di Tolentino furono soggette a rovesci di fortuna. Dopo alcuni ampliamenti ai danni dei castelli e dei comuni vicini, la città subì alcune occupazioni da parte di re Manfredi, della signoria degli Accoramboni e infine dei Varano. Finalmente nel 1352 il cardinale Albornoz assoggettò la città alla Santa Sede cui, salvo qualche breve periodo, Tolentino rimase sottomessa fino all’unità d’Italia. Nel 1099 è attestata la presenza della prima chiesa urbana con cura di anime. Dagli inizi del XIII . giunsero numerosi ordini religiosi: nel 1220 i francescani conventuali, nel 1250 gli agostiniani eremiti, nel 1370 i clareni, nel 1454 i francescani dell’osservanza. Il 10 dicembre 1586 Sisto V con la bolla Super universas ripristinò la sede episcopale di Tolentino e la unì aeque principaliter a Macerata, sotto la guida di Galeazzo Morone. Nei decenni post-tridentini si susseguirono numerose visite pastorali e sinodi diocesani. L’apertura del seminario avvenne nel 1653. La stagione napoleonica incise notevolmente nella vita religiosa della città nella quale il 17 febbraio 1797 fu stipulato il trattato di pace tra Napoleone e Pio VI. Pur contrastata da una vivace insorgenza antifrancese, la dominazione napoleonica spogliò numerose chiese di Tolentino, alienò numerosi conventi, soppresse gli ordini religiosi. In questi anni, preziosa fu l’attività pastorale del vescovo, san Vincenzo Maria Strambi (1801-1823). Passata la tempesta napoleonica, mentre la città ritornava a una vita più tranquilla, i padri francescani e gli agostiniani ritornarono nella città. L’unificazione italiana agitò nuovamente la vita diocesana e la soppressione degli ordini religiosi (1866) voluta dal Parlamento italiano provocò la partenza definitiva da Tolentino dei francescani, minori e cappuccini. Vi rimasero unicamente gli agostiniani, che ai primi del Novecento ripresero nuovo slancio e si resero protagonisti di una intensa attività pastorale. Nel 1926 fu ritrovato il corpo di san Nicola da Tolentino e, per questa ragione, fu costruita la cripta dove attualmente esso si trova. La prima metà del Novecento vide l’erezione in città di nuove parrocchie, tese a offrire una assistenza spirituale più capillare. Dal 1976, per circa dieci anni, le diocesi autonome di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli, Treia ebbero come unico vescovo Tarcisio Carboni. In seguito alla riorganizzazione ecclesiastica avvenuta nel 1984 e all’unificazione delle diocesi il 30 settembre 1986, le cinque diocesi autonome vennero unite nell’unica diocesi che prese nome di Macerata-Tolentino- Recanati-Cingoli-Treia.
Sono visualizzati solo edifici per i quali si dispone di una georeferenziazione esatta×