Diocesi di Conversano - Monopoli
STORIA
Le origini della Chiesa di Conversano, l’antica Norba, muovono dalla tradizione petrina, topica letteraria comune alle altre Chiese pugliesi, secondo la quale la comunità cristiana è stata fondata personalmente dall’apostolo Pietro nella sua venuta a Roma dopo l’approdo sulle coste pugliesi.Tale tradizione in realtà nasce soprattutto dalla necessità di riscrivere le origini della Chiesa locale quando, dopo l’espugnazione di Bari a opera dei normanni il 15 aprile 1071, termina formalmente la dominazione bizantina nel Mezzogiorno e s’inaugura l’era della latinizzazione con la diretta dipendenza da Roma e con il culto e la disciplina latini.
I dittici conversanesi inanellano così, sia pure con intermittenza, vescovi apocrifi che risalgono al V . con il nome di Simplicio, mentore del culto mariano legato all’approdo leggendario dell’icona bizantina della Vergine della Fonte (tavola però ascrivibile al XIII-XIV sec.), proseguono con Gerico e Simparide nell’VIII sec., sfumano negli anonimi dell’XI attinti da bolle e narrazioni apocrife.
La storia documentaria della Chiesa e della città stessa di Conversano risulta acefala a causa del sacco operato dagli spagnoli nel 1503.
I documenti sopravvissuti, che datano dal 901, sono quelli tenacemente conservati dal monastero cittadino di San Benedetto in difesa della loro giurisdizione nullius.
È in questo fondo pergamenaceo che già nel 1072 rinveniamo insediato a Conversano quale inclitus comes il normanno Goffredo degli Altavilla, il cui dominio si estendeva fino a Brindisi e Lecce.
Fautore della latinizzazione, il conte largheggiò in donazioni feudali, concessioni e privilegi verso la Chiesa e particolarmente verso i monasteri maschili di Santo Stefano in Monopoli, da lui fondato tra il 1085-1088, e di San Benedetto in Conversano del X . Al primo concesse le Terre di Fasano e Putignano, al secondo nel 1087 l’intera Terra di Castellana.
Tra questi atti appare documentato per la prima volta Leone, vescovo della città già nel 1081, e le sue sottoscrizioni ricorrono in altri successivi diplomi, tra cui quello del 1098 ove il suo autografo figura dopo quello di Godino arcivescovo di Brindisi.
Da quest’epoca normanna si dipartono tre secolari conflittualità avviate dai vescovi conversanesi per rivendicare il loro diritto giurisdizionale: a.
la prima con il succitato monastero di San Benedetto, al quale papa Pasquale II nel 1110 e i suoi successori avevano confermato la giurisdizione spirituale su Castellana; quando nel 1266 subentrarono le benedettine, le badesse mitrate la difesero strenuamente e la esercitarono fino all’abolizione decretata nel 1810 dal Murat; b.
la seconda con i benedettini del monastero di Santo Stefano di Monopoli e dal 1317 con i balì dell’ordine ospedaliero dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, denominato poi di Malta per la giurisdizione su Putignano, che nel 1743 fu riassegnata al vescovo di Conversano da papa Benedetto XIV; c.
la terza con gli arcipreti mitrati di Rutigliano che ne rivendicavano la nullius, basandosi su una presunta concessione fatta dal vescovo Sassone di Conversano nel 1108 e contenuta in inserto in una presunta bolla perduta di Sisto IV del 1473, e conclusa con l’abolizione con decreto regio del 1811.
I centri del potere, civile e religioso, erano polarizzati intorno alla contea e all’episcopato.
Dopo il governo normanno si erano avvicendati casati nobiliari di provenienze diverse fino al 1456, anno in cui la figlia del principe di Taranto, Caterina Orsini del Balzo, sposa il duca d’Atri, Giulio Antonio Acquaviva che muore nel 1481 combattendo durante l’occupazione turca di Otranto.
Con lui s’inaugura la Contea degli Acquaviva d’Aragona che durerà fino al 1806.
Tra i presuli di maggiore rilievo dell’età bassomedievale va citato Pietro d’Itri: a lui si deve l’ampliamento della cattedrale romanica costruita tra la fine dell’XI e gli inizi del XII . Nello scisma d’Occidente (1378-1417) a Conversano s’intersecano e si oppongono episcopati delle tre obbedienze: romana, avignonese, pisana.
All’avignonese aderiscono il succitato Pietro (1356-1390), Guglielmo, che non volle assumere il governo, e Angelo, trasferito dalla sede di Polignano; a quella romana: Amico, Giacomo, Francesco, che non prese possesso, e Stefano Alfano nel 1403.
Quest’ultimo nel 1412 si piega all’obbedienza pisana; infatti riceve da Giovanni XXIII la mansione di collettore pontificio nelle Chiese pugliesi.
Solo quando sulla sede petrina l’11 novembre 1417 viene eletto Martino V anche nella Chiesa di Conversano torna la pace con la legittimazione dell’Alfano.
Ad avviare la riforma tridentina fu il successore di Romolo Valenti, padre conciliare dal 1661-1663, Francesco Maria Sforza (1579-1605): egli infatti ricostruisce l’episcopio, razionalizza le risorse patrimoniali e beneficiali, dà impulso alle fondazioni del convento dei cappuccini e delle confraternite del Santissimo Rosario e dell’Immacolata Concezione che si aggiungono a quelle dello Spirito Santo e del Santissimo Sacramento, cui seguiranno le altre secentesche di San Giuseppe, della Vergine del Carmelo e del Purgatorio.
Nella prima metà del Seicento, accanto ai monasteri femminili di San Benedetto, Santa Chiara, dei Santi Cosma e Damiano, si dispiega un più ampio panorama conventuale maschile: frati minori conventuali e osservanti, già presenti rispettivamente nel 1289 e 1462, cappuccini, carmelitani e paolotti.
Presule di spicco di questo secolo è Giuseppe Palermo (1658-1670), il vescovo della consacrazione della cattedrale nel 1665 e di altre importanti e artistiche chiese cittadine; nel Sessanta tenne il sinodo diocesano, pubblicato a stampa a Roma l’anno successivo; fu lo strenuo lottatore per l’applicazione della bolla Inscrutabili, con cui Gregorio XV nel 1622 sopprimeva tutte le nullius, onde ottenere la giurisdizione su Castellana.
La sua azione però naufragò dinanzi alla potenza badessale; infatti nel Settanta fu trasferito nel minuscolo arcivescovato di Santa Severina (Catanzaro).
Poderosa fu all’inizio del Settecento l’attività innovatrice del milanese Filippo Meda (1701-1733), autore anche di opere teologiche e ascetiche: a lui si deve la fondazione del seminario (1703), il rinnovamento della vita cultuale e capitolare e il restauro interno della cattedrale con un sontuoso incremento barocco, che verrà appesantito poi negli anni Settanta da Fabio Maria Palumbo (1772-1786).
Quando nel 1809 sotto il dominio napoleonico vennero soppressi gli ordini religiosi, il vescovo conversanese Gennaro Carelli (1797-1818) colse tempestivamente l’occasione per dare al seminario una nuova e più prestigiosa sede: l’ottenne formalmente nel 1813 dal Murat e di fatto nel 1816 dal re di Napoli.
Comincia così la nuova era del seminario, che divenne famoso centro di cultura ed educazione in tutta la provincia, soprattutto sotto l’episcopato di Giuseppe Maria Mucedola (1848-1865).
Egli infatti ne ampliò la struttura edilizia, vi aggiornò i metodi didattici e i programmi scolastici adeguandoli alla scuola pubblica, vi immise i più valenti docenti per una formazione che oggi diremmo integrale, avversò per ragioni evangeliche il sistema oppressivo borbonico e vagheggiò la riconciliazione tra Chiesa e Stato.
Insigne per dottrina e attività pastorale fu Casimiro Génnari (1881-1891): condusse a termine i lavori di restauro nella cattedrale, separò il collegio dal seminario che trasferì nell’episcopio, promosse nel 1886 la pacificazione civile in una insurrezione cittadina, pubblicò a Conversano dal 1882 al 1898 il «Monitore ecclesiastico» che aveva fondato a Maratea nel 1876.
Papa Leone XIII lo nominò cardinale nel 1901.
Il suo successore.
Antonio Lamberti (1891-1917) avviò il processo canonico sul miracolo avvenuto a Conversano per intercessione della beata Rita da Cascia, in seguito al quale essa fu canonizzata nel 1900.
Nel 1911 un incendio distrusse quasi per intero la cattedrale: il presule si accinse alla ricostruzione, che però fu conclusa nel 1926 dal suo successore Domenico Lancellotti (1918-1930).
L’episcopato più lungo di questo secolo è quello di Gregorio Falconieri (1935-1964): a lui si deve l’erezione canonica di undici parrocchie durante il periodo bellico; presule di rigido stampo tradizionalista, non esitò a far pesare la sua forte autorità in favore del partito democristiano nelle elezioni politiche del 1948 e 1956.
Le sue precarie condizioni di salute gli consentirono appena l’iniziale partecipazione al concilio Vaticano II.
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Mappa
Diocesi di Conversano - Monopoli
Chiesa di Santa Maria Assunta
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La facciata della cattedrale di Santa Maria Assunta a Conversano -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Il presbiterio -
Vergine con il Bambino. La preziosa icona del sec. XIII in stile bizantino, dipinta sul legno, che porta il nome di M... -
Il Fonte Battesimale -
L’interno della cattedrale illuminato dal rosone posto in facciata -
Il portale d’ingresso della cattedrale
Diocesi
FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.