Diocesi di Foligno
STORIA
I - Le origini
Per Lodovico Iacobilli (1598-1664), agiografo dell’Umbria e gloria di Foligno, la diocesi avrebbe origine apostolica, in quanto sarebbe stata fondata da san Crispolto, un discepolo di san Pietro, ma il primo vescovo documentato è Urbanus, che partecipò al concilio Romano del 487.La sede vescovile sorgeva nei pressi di Santa Maria in Campis, la Fulginiae romana, e dopo le invasioni barbariche fu trasferita a Civita, poco oltre l’attuale Miglio San Paolo.
Una Passio, redatta tra l’VIII e il IX sec., rivendica alla Foligno romana i martiri Carpoforo e Abbondio, decollati sub Maximiano (286-305), nei pressi di questa città.
La Foligno medievale (Fulginium) invece è una civitas sviluppatasi attorno alla tomba di san Feliciano, martirizzato sub Decio (249-251).
Il sito, dove attualmente insiste la cattedrale, corrisponde al sepolcro del martire che, secondo l’omonima Passio – un testo redatto forse nel VII . – fu il primo vescovo di Forum Flaminii (San Giovanni Profiamma).
Sulla sua tomba, già nell’VIII sec., sarebbe stata eretta una basilica, testimoniata dal 970.
La tomba era inglobata in un castello (Castrum Sancti Feliciani) e il corpo del martire era molto venerato, anche dopo il trasferimento delle reliquie a Metz.
Sul calare dell’XI sec., il Castrum divenne Civitas folineata, quindi sede vescovile.
Stando allo stesso Iacobilli, i primi insediamenti monastici in diocesi risalgono al VI . Fiorenzo, proveniente dalla Siria, giunto in Italia nel 524, insieme a Eutizio, si sarebbe insediato in un eremo della valle Castoriana, tra Norcia e Visso.
Alla morte del suo compagno (540), Fiorenzo si trasferì a Foligno, dove era vescovo san Vincenzo, altro monaco siriaco, il quale gli affidò l’eremo di San Silvestro, dove morì il 1° giugno 548.
II - Età medievale
Le prime informazioni documentate sul monachesimo a Foligno risalgono all’XI . e sono da inquadrare nel vasto movimento eremitico che pervase l’Europa.Intorno al 1070 fu fondata l’abbazia di Santa Croce di Sassovivo, da Mainardo, un monaco di Sitria, non lungi dal monte Catria, alla cui persona fecero inizialmente capo tre insediamenti, monasteri di famiglia dalla cui federazione è sorta la congregazione benedettina di Sassovivo.
Alla fortuna di questo istituto monastico contribuirono i conti di Uppello – o di Foligno – che vi esercitarono il diritto di patronato.
Arricchita da varie donazioni, l’abbazia di Sassovivo giunse a possedere 92 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali: un vasto patrimonio, sparso per l’Italia centrale.
Nel 1467 l’abbazia fu data in commenda, mentre ai monaci della congregazione, soppressa neppure venti anni dopo, subentrarono i benedettini olivetani.
Un titolo epigrafico, posto sulla facciata principale della cattedrale di San Feliciano, ci informa che «nell’anno 1133, questa nobile dimora si cominciò a rinnovare mentre imperversava una grande carestia».
La cattedrale nasce dunque come chiesa votiva, espressione di una nuova identità e frutto della comune volontà dei due poteri, quello religioso e quello civile.
Quindi, nel 1146, questo edificio fu consacrato.
Sull’altare maggiore furono poste le reliquie del martire san Feliciano, dell’eremita Fiorenzo e di san Giovanni Battista, un patronato – quest’ultimo – che rimanda alle radici culturali longobarde dei folignati.
Il 10 giugno 1138 Innocenzo II determinò i confini della diocesi, che inglobava i territori delle soppresse diocesi di Forum Flaminii e di Plestia, quest’ultima spartita anche con le diocesi di Spoleto e Nocera Umbra.
Il territorio di Spello – con i due plebati di Spello e Armenzano – fu invece smembrato da Spoleto nel 1772 e la parrocchia di Annifo, in comune di Foligno, ceduta dalla diocesi di Nocera nel 1937.
Quando, nel XIII sec., si affermò il comune di Foligno, il patronato del vescovo e martire Feliciano finì per prevalere su quelli di San Giovanni Battista e di San Fiorenzo.
Tra XIII e XIV . eminenti figure di asceti hanno illustrato il cammino della Chiesa di Foligno.
Tali sono la beata Angela da Foligno (†1309) – la cui spiritualità è permeata di cristocentrismo – e il beato Pietro Crisci (†1323), il beato Tomassuccio (†1377 ca), il beato Paoluccio Trinci (†1391 ca) che, nel 1368, diede inizio alla regolare osservanza (da cui ebbe inizio la famiglia dei frati minori dell’osservanza) e la beata Angelina da Montegiove (†1435), fondatrice delle terziarie regolari di san Francesco.
Inoltre, nel tardo Medioevo, la città svolge il ruolo di centro di raccolta di pellegrini diretti ai grandi santuari della cristianità.
Dopo tre secoli di modelli di santità eremitica, laica e locale, ci fu un ritorno alla santità ufficiale, con la riscrittura del Liber della beata Angela, che trasformò in legenda un testo nato come liber experientiae, rendendo così il dettato meno impegnativo sul piano teologico-dottrinario.
Subirono così sfumature il suo sbigottimento dinanzi al Cristo crocefisso, che era solita chiamare Dio-uomo passionato, o libro della vita, e soprattutto l’abbraccio generoso della «compagnia di Cristo» – povertà, dolore, umiltà – che la condusse alla identità mistica con Cristo, fino a inoltrarsi nel mistero di Dio uno e trino e «in quella Trinità […] mi sembrava stare e giacere nel mezzo».
III - Età moderna
Uno degli esponenti italiani della Devozione moderna fu il beato Antonio Bettini, gesuato, vescovo di Foligno (1461-1486) la cui opera principale è Il Monte Santo di Dio (1477).A metà Cinquecento seguì un altro importante episcopato, quello di Isidoro Chiari (1547- 1555), che incarnò il modello di vescovo ideale.
Uno dei primi frutti del fecondo episcopato del Chiari fu l’oratorio del 503 FOLIGNO Spello Foligno Valtopina F 27-02-2008 17:14 Pagina 503 Buon Gesù, da cui venne in diocesi la spinta maggiore per la riforma del clero, fondato dal venerabile Giovan Battista Vitelli (1538-1621) per l’assistenza spirituale ai moribondi e la conversione dei peccatori.
Stretta fu la collaborazione dell’oratorio con la compagnia di San Martino, che aveva finalità caritative e di educazione della gioventù.
Il Vitelli, nel 1600, istituì anche una congregazione di giovani.
Per interessamento poi dello stesso Vitelli, la venerabile Paola de Meo, conosciuta come Madre Paola, fondò il conservatorio di Sant’Orsola, un monastero aperto per l’educazione delle ragazze, sul modello delle orsoline.
Fallì invece il tentativo di fondare una congregazione di sacerdoti secolari.
Di questo movimento sacerdotale, promosso dal Vitelli, fece parte anche Lodovico Iacobilli (1598-1664), che illustrò i santi e i beati di Foligno e dell’Umbria in un’opera agiografica ad aedificationem populi dove, a guidare la narrazione e l’interpretazione dei fatti non è il rigore scientifico, ma la cura e l’accrescimento della devozione dei fedeli.
Sempre tra i preti dell’Oratorio va segnalato, per il XVIII sec., Giovan Battista Scafali, legato alla spiritualità ignaziana e che ebbe notevole influenza sulla pastorale giovanile diocesana, e il servo di Dio Felice Angelico Testa (1677-1755), che riuscì a coniugare apostolato tra i giovani e vita eremitica: a lui si deve la fondazione del Conservatorio delle povere orfane (1713).
Per l’applicazione dei decreti del concilio di Trento bisognò invece attendere l’episcopato di Giosafat Battistelli (1659-1735).
I suoi diciotto anni di episcopato hanno lasciato un’impronta che ha guidato la vita diocesana per oltre due secoli.
Alla sua attività di riformatore si deve la fondazione di importanti istituzioni pastorali, quali le Scuole pie, la Pia opera della dottrina cristiana, l’opera delle Sacre missioni e degli esercizi spirituali per il clero e la riforma del seminario diocesano, fondato nel 1649.
Vero punto di riferimento è stato però il sinodo diocesano, pubblicato nel 1724 e restato in vigore praticamente fino al sinodo di monsignor Siro Silvestri (1955-1975), celebrato nel 1959.
IV - Età contemporanea
Fecondo il cammino percorso dalla Chiesa di Foligno fra l’Otto e il Novecento.Sulla fine dell’Ottocento l’impegno dei sacerdoti diocesani nella pastorale giovanile ebbe un rinnovato slancio con il Circolo San Feliciano, fondato nel 1872 e rimpiazzato, dopo una chiusura forzata, dall’Istituto di San Carlo, fondato nel 1888 da don Alessandro Paglia (1851-1931).
Si va dalle proposte di antiche esperienze, come il cammino per laici verso lo stato mistico indicato da fratel Carlo Carretto (morto a Spello nel 1988), alle figure di vescovi e di preti che hanno varcato i confini regionali: dal cardinale Giorgio Gusmini a monsignor Guglielmo Spuntarelli (†1986), fondatore (1947) della Casa del Ragazzo, un istituto di formazione professionale per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro; mentre nel settore dei beni culturali è d’obbligo citare Michele Faloci Pulignani (†1940), di fama europea.
Una svolta è venuta infine dal sinodo di Giovanni Benedetti (1976-1991).
Originariamente immediate subiecta, nel 1972 la diocesi è divenuta suffraganea di Perugia e dal 1986 di Perugia-Città della Pieve.
Bibliografia
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M. Faloci Pulignani, I priori della cattedrale di Foligno, memorie, Perugia 1914;
F. Marini, I vescovi di Foligno, cenni biografici, Vedelago 1948;
Storia religiosa e civile folignate. In occasione del Sinodo diocesano, Foligno 1990;
Foligno A. D. 1201. La facciata della cattedrale di San Feliciano, Milano 1993;
G. Betori-M. Sensi, Vite dei santi e beati della Chiesa di Foligno, Foligno 1994.
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FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.