Diócesis de Mileto - Nicotera - Tropea
HISTORIA
I - Le origini
La diocesi di Mileto, immediatamente soggetta alla Santa Sede, fu, fino al 1979, una delle più vaste e popolate della Calabria e dell’intero Meridione, estendendosi come territorio dal basso Tirreno reggino al medio Tirreno cosentino.Ebbe origine sotto i normanni, i quali ripristinarono molte sedi distrutte dai longobardi e dai saraceni, sottraendole alla giurisdizione bizantina e restituendole alla Chiesa romana, con lingua e rito latino.
Quando il gran conte Ruggero d’Altavilla scelse Mileto come sua residenza e capitale della contea, intorno al 1073, chiese e ottenne che qui venisse trasferita, con il suo patrimonio, anche l’antica sede vescovile di Vibona (V sec.) – oggi sede titolare di Vibo Valentia – ridotta a un cumulo di rovine dalle invasioni saracene tra il 951 e il 983 (bolla di Gregorio VII Supernae miserationis del 1081); a essa poi, verso il 1093, fu pure incorporata (bolla di Urbano II Potestatem ligandi) l’altra limitrofa antica sede episcopale di Tauriana (. V), stabilendo inoltre che le due antiche diocesi di Vibona e Tauriana, fuse insieme, si chiamassero per l’avvenire con il nome di diocesi di Mileto.
Papa Callisto II con la bolla Officii nostri del 23 dicembre 1122 confermava al vescovo Goffredo II i privilegi della Chiesa miletese, in particolare l’esenzione in perpetuo dagli arcivescovi di Reggio e la speciale soggezione alla Sede apostolica.
Gli storici però avanzano dubbi sull’autenticità di questi primi documenti pontifici.
Il gran conte Ruggero aveva arricchito la diocesi con numerose donazioni e privilegi, come si legge nel decreto denominato Sigillum aureum da lui consegnato ad Arnolfo, primo vescovo di Mileto, e stabilito il territorio diocesano, che andava dal distretto di Maida fino a Reggio, eccetto alcuni paesi che non erano sotto la giurisdizione del vescovo di Mileto.
La descrizione più antica e sicura dei confini della diocesi la troviamo in una platea dei tempi del vescovo Inico cardinal Avalos de Aragona nel 1570, nella quale risulta che la diocesi di Mileto confinava geograficamente con i vescovati di Nicastro, Squillace, Gerace, Oppido, Reggio e Tropea; questi confini si mantennero fino al 1979.
Il gran conte Ruggero fece costruire in Mileto una magnifica cattedrale dedicata a San Nicola vescovo, utilizzando le colonne degli antichi templi greci e romani recuperate tra i ruderi di Vibona; ma l’opera più maestosa fu certamente la chiesa abbaziale della Santissima Trinità, dove riposarono per secoli le sue spoglie mortali insieme con quelle di Eremburga, sua seconda moglie.
Questa abbazia dei monaci benedettini, il cui abate godeva di giurisdizione episcopale, superava per ricchezza e potenza ogni altra in regione.
Buona parte di quei paesi o proprietà che non erano sotto il governo del vescovo di Mileto appartenevano all’abbazia della Santissima Trinità.
Anche questi però in epoca successiva furono aggregati alla diocesi.
Già dalle origini il vescovo di Mileto fu affiancato da un capitolo canonicale e da una comunia di sacerdoti che servivano la chiesa cattedrale.
Tra i personaggi antichi più rinomati è da ricordare san Gerlando da Besançon, verso il 1088 primicerius Scholae Cantor Cathedralis e poi vescovo di Agrigento.
II - Dopo il concilio di Trento
Sotto l’episcopato di Marco Antonio Del Tufo (1585-1606) la storia della diocesi registra un risveglio organizzativo e pastorale: riassetto delle parrocchie e della curia, visite pastorali, tre sinodi, istituzione del seminario o, meglio, trasformazione, secondo le direttive tridentine sui seminari, di una Scuola di chierici secolari o collegio, già eretta nel 1438 accanto alla cattedrale dal vescovo Antonio Sorbilli.La città di Mileto edificata dal conte Ruggero, già dopo il trasferimento nel 1113 della contea a Messina e poi a Palermo, era andata a decadere spopolandosi e impoverendosi; a ciò contribuirono ancor più, tra l’altro, il terremoto del 1659 e poi quello del 1783 che la distrusse totalmente, obbligando la ricostruzione dell’attuale nuova città, a circa tre chilometri a ovest dal vecchio sito, laddove sorgeva la villa del vescovo, sulla strada nazionale borbonica Napoli- Reggio.
Il nuovo impianto urbanistico espresse la sua più nobile e dignitosa attrattiva negli edifici del vescovato.
Benché Mileto sia la prima diocesi latina fondata dai normanni in Calabria, tuttavia il vasto territorio conservò per secoli evidenti impronte bizantine, a motivo dei molti monasteri greci che vi prosperarono, e il culto dei santi legati alla spiritualità basiliana rimase sempre vivo.
Delle fondazioni latine, oltre l’abbazia di Mileto, sono da ricordare i moltissimi conventi francescani, agostiniani, domenicani, dei minimi e dei gesuiti, sparsi un po’ dappertutto nella diocesi e incisivi nell’apostolato e nella promozione di cultura sul territorio, scomparsi quasi tutti in seguito alla soppressione degli ordini religiosi per l’istituzione della Cassa Sacra dopo il terremoto del 1783.
Con i vescovi Enrico Capece Minutolo (1792-1824) e Vincenzo Maria Armentano (1824-1846), la diocesi, superati i complessi problemi del dopo terremoto, ebbe un rilevante risveglio disciplinare e pastorale.
Gli avvenimenti politici del 1860 coinvolsero il vescovo Filippo Mincione (1847-1882), convinto assertore del regime borbonico, che aprì in Mileto un secondo seminario.
Benemeriti per l’opera di catechizzazione e di una più esigente formazione del clero furono Antonio Maria De Lorenzo (1889-1898); Giuseppe Morabito (1898-1922), ricordato anche come l’apostolo della Calabria per le sue sollecitudini in seguito ai terremoti del 1905 e 1908; Paolo Albera (1924-1943), ricostruttore delle chiese della diocesi, tra queste la nuova cattedrale, in stile romanico, consacrata da lui stesso il 26 ottobre 1930; Enrico Nicodemo (1945-1952), che seppe rispondere alle esigenze dei tempi incrementando specialmente l’apostolato dell’Azione cattolica nei suoi vari rami.
III - Dopo il concilio Vaticano II
Vincenzo De Chiara (1953-1979), che nel 1959 aveva celebrato il XII sinodo diocesano, partecipò a tutte le sessioni del concilio ecumenico Vaticano II e si prodigò, pur nella complessità dei tempi nuovi, ad attuare le direttive nella chiesa diocesana, con particolare cura per la riforma liturgica.Sotto il suo governo vennero erette sei nuove parrocchie e le basiliche minori mariane di Seminara e Vallelonga.
Il 14 novembre 1971, in seguito a richiesta del vescovo De Chiara, fu nominato suo ausiliare Santo Bergamo, il quale era contemporaneamente amministratore apostolico, sede vacante, della diocesi di Oppido Mamertina, che scelse come sua abituale residenza.
La Santa Sede, con decreto del 25 maggio 1973, gli affidò ad personam l’amministrazione apostolica di venticinque parrocchie della diocesi di Mileto, ricadenti nell’area della piana di Gioia Tauro in provincia civile di Reggio Calabria.
La diocesi contava in quel periodo, dopo la chiesa cattedrale, 8 collegiate, 21 ricettizie, 8 arcipretali e 103 parrocchiali, per un totale di 141 parrocchie, comprese quelle sotto l’amministratore apostolico.
Il 10 giugno 1979 il decreto pontificio De finium ac nominis Dioecesis Oppidensis Mutatione stabiliva una consistente riduzione del territorio diocesano: vennero staccate completamente dalla diocesi di Mileto tutte le parrocchie esistenti nei comuni della provincia civile di Reggio Calabria, per essere assegnate 50 alla nuova diocesi di Oppido Mamertina- Palmi e una all’arcidiocesi di Reggio Calabria, lasciando alla diocesi di Mileto le 88 parrocchie poste nel territorio della provincia di Catanzaro.
Domenico Tarcisio Cortese prendeva possesso della dimezzata diocesi l’8 settembre 1979, e contemporaneamente, con separata bolla pontificia, di Nicotera e Tropea.
Fin dall’inizio ha voluto organizzare l’attività pastorale con criteri di interdiocesanità, predisponendo così le diocesi alla piena fusione realizzata nel 1986.
Egli è il sessantesimo e ultimo vescovo della cronotassi dei vescovi di Mileto (1979-1986) e il primo vescovo della «nuova» diocesi di Mileto- Nicotera-Tropea.
Bibliografía
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XII Sinodo della Diocesi di Mileto celebrato nei giorni 27, 28 e 29 aprile 1959 nella Chiesa Cattedrale di Mileto da Sua Ecc.za Mons. Vincenzo De Chiara, Cittadella 1960;
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Diócesis de Mileto - Nicotera - Tropea
Chiesa di Santa Maria Assunta
Diócesis
FUENTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.