Tralasciata la tradizione locale secondo cui san Pietro avrebbe evangelizzato la città, le origini della diocesi, in un primo momento fatte risalire all’VIII sec., furono successivamente ricondotte all’XI, riconoscendo in Giovanni (1071) il primo vescovo. La città-diocesi fu suffraganea di Trani. Rilevante per la sua storia religiosa fu il ritrovamento (1167), avvenuto nelle campagne circostanti e connotato da un tono leggendario, delle reliquie di tre santi martirizzati durante la persecuzione di Traiano (117), Mauro vescovo, Sergio e Pantaleone, eletti patroni della città per iniziativa del vescovo Amando (1153-1182). Seguì l’istituzione della nuova dignità del priore dei santi martiri. L’identità diocesana si consolidò con l’edificazione della cattedrale, il cui capitolo fu composto da diciotto membri, fra i quali quattro dignità: arcidiacono, arciprete e due primiceri. Le reliquie dei santi martiri conferirono notorietà alla città, divenuta meta di pellegrini, e diedero slancio alla pietà dei fedeli, approdando all’istituzione della congrega dei Santi Martiri (1383). Tra Quattro e Cinquecento i vescovi risiedettero stabilmente in diocesi. Essi furono di nomina papale e talvolta l’episcopato di alcuni risultò segnato dal nepotismo. Antonio Lupicini (1507-1524), originario di Andria, rinunciò in favore del nipote Girolamo Sifola (1524-1565), originario di Trani, riservando a sé la metà delle rendite della mensa vescovile. Sifola non partecipò al concilio di Trento, tuttavia celebrò un sinodo diocesano nel 1547, ossia in concomitanza con il termine del primo periodo conciliare (1545-1547). Dal 1501 a1 1595 la popolazione si incrementò, passando da 2664 a 6732 abitanti. I tentativi di riforma ecclesiastica incontrarono resistenze, infatti la cattedrale rimase unica parrocchia fino all’episcopato di Giovan Battista Soriano (1576- 1583). L’istituzione di tre nuove parrocchie avvenne nel 1590. La vita religiosa della comunità biscegliese fu sostenuta dalla presenza di alcuni ordini religiosi: i francescani (Santa Maria dell’Annunziata, 1222), gli osservanti (San Lorenzo, 1479), i domenicani (Santa Maria del Muro, 1502), gli agostiniani (Santa Maria Incoronata, 1546) e i cappuccini (San Michele Arcangelo, 1606), gli unici, questi ultimi, a sopravvivere ai provvedimenti di soppressione emanati durante il decennio francese. Presenti anche due comunità di clarisse (San Luigi, 1519; Santa Croce, ante 1586). Carenti le parrocchie, la vita religiosa della popolazione orbitò intorno ai conventi e assunse anche la forma associativa delle confraternite, che proliferarono a partire dalla fine del Quattrocento. Alcune di queste sorsero in seguito alle missioni dei gesuiti (XVI sec.), cui è da ricondurre la fondazione del conservatorio delle Donzelle o di San Giuseppe (1611, soppresso nel 1626). Durante il XVIII . fu istituito il seminario vescovile. Figure di spicco dell’episcopato biscegliese furono Giuseppe Crispino (1685- 1690) e Pompeo Sarnelli (1692-1724), noto erudito. Ultimo vescovo della città-diocesi fu Salvatore Palica (1792-1800), originario di Barletta. Dal 1800 fin oltre il decennio francese la sede episcopale rimase vacante. Nel 1818, in seguito al concordato, la diocesi fu data in amministrazione perpetua all’arcivescovo di Trani. Giovanni Paolo II, con la costituzione apostolica Qui beatissimo Petro (20 ottobre 1980), rese Bisceglie suffraganea del metropolita di Bari insieme all’arcidiocesi di Trani, Barletta e Nazareth. Il 30 settembre 1986 la Congregazione per i vescovi sancì la piena unificazione della sede di Bisceglie alle sedi di Trani e Barletta, creando l’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth.