Suessola, attualmente localizzabile in località bosco di Acerra, Casina Rossa dei conti Spinelli, fu costruita dagli ausoni osci circa 1800 anni prima di Cristo: meraviglioso il suo sito, assai fertile il suolo; abbondanti, diverse, ricche di sostanze minerali le sue sorgenti; singolarmente strategica la sua posizione. Fu alleata di Roma, che la onorò della cittadinanza e la elevò al rango di municipio; ebbe il senato, una nobiltà e una plebe. Fu – come si legge in numerose testimonianze marmoree – una res publica, regolarmente curata nell’organizzazione amministrativa e religiosa. Come le ricerche archeologiche hanno da tempo provato, ebbe templi dislocati un po’ dovunque nel suo territorio, specie sulle alture; ebbe teatri, portici, anfiteatri, terme e altre importanti fabbriche. Giulio Frontino nel De Coloniis scrisse che Suessola era una città murata. Come pochissime altre città dell’impero fu privilegiata per la dendroforia. Convertita, non sappiamo quando, al cristianesimo, Suessola fu diocesi. Distrutta nell’882 dai napoletani e dai saraceni, utili alleati, ma ancora di più dalla malaria endemica, causata dal ristagno delle sue acque sorgive, ebbe, per ancora più di centocinquant’anni, vita disagiata e grama. Numerosi documenti attestano il suo legame con la metropolia di Benevento, di cui risulta suffraganea fino al 1054. Qualche anno più tardi le bolle pontificie non parlano più di Suessola; scompare formalmente come diocesi e il suo territorio è diviso: la parte montuosa è attribuita alla diocesi di Sant’Agata de’ Goti; quella piana, comprendente la cattedrale, l’episcopio, la città, diventa parte integrante della diocesi di Acerra, costituita nel 1059.
Diócesis
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FUENTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.