Edificios de culto
- Oggiono (LC)
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Parrocchia di Sant'Eufemia
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Diócesis
Milano
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Región eclesiástica
Lombardia
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Tipología
chiesa
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Cualificación
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di Sant'Eufemia
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La chiesa presenta un orientamento con abside ad est.
La piazza del sagrato è sopraelevata rispetto alla strada per via della presenza di due gradini che, man mano che ci si allontana dalla chiesa, diventano progressivamente più bassi fino a raggiungere la stessa quota della strada.
La facciata, di più recente realizzazione, presenta due ordini: l’ordine inferiore composto da quattro paraste con capitello dorico e quello superiore uguale al precedente, eccezion fatta per i capitelli che sono ionici.
Le paraste inferiori sorreggono la cornice marcapiano mentre quelle superiori sorreggono il timpano.
Il portone di ingresso principale è collocato nella parte centrale del prospetto e alla sua sommità, circondata da una cornice in stucco, è riportata la dedicazione della chiesa a S. Eufemia. Ai lati dell’ingresso principale si aprono due ingressi laterali sopra i quali sono poste due nicchie, a destra e a sinistra, che accolgono le statue di San Pietro e di San Paolo. Le stesse aperture si ripetono al secondo ordine come vetrate.
Internamente la chiesa risulta avere un impianto a croce latina con un’aula dalla forma quadrangolare su cui si aprono sei cappelle laterali. Gli interni sono ricchi di dipinti, stucchi e marmi, sia nelle parteti che nella copertura. -
- Facciata
- L’attuale aspetto del prospetto è dovuto al rimaneggiamento effettuato in seguito al ciclone del 1898. Furono tolte le decorazioni delle tre vetrate barocche e chiusa quella centrale posta sopra all’ingresso, dove ora c’è il riquadro con la dedicazione della chiesa. La facciata è ripartita orizzontalmente in tre fasce da due ordini di lesene in serizzo mentre, verticalmente, si organizza in due ordini delimitati da cornici marcapiano ugualmente realizzate in serizzo. In entrambi gli ordini sono presenti tre aperture: una principale posizionata nel mezzo e due laterali poste ai suoi fianchi. Nel caso del primo ordine si tratta degli accessi alla chiesa mentre nel caso del secondo parliamo di vetrate, di cui sono quella centrale risulta essere aperte mentre le due laterali sono state tamponate. Gli ingressi sono caratterizzati da una cornice squadrata, dovuta alla presenza dell’architrave, mentre le vetrate sono evidenziate da una cornice che presenta un arco ribassato. L’ultima apertura presente in facciata è un tondo collocato nella parte centrale del timpano. Quest’ultimo è realizzato ancora una volta con lastre e mensole in serizzo. La copertura è a doppio spiovente con dei pinnacoli in corrispondenza delle gronde ed una croce metallica sulla cuspide. Tutta la fascia più bassa del prospetto è caratterizzata dalla presenza di un basamento. Alla sinistra della facciata spicca il prospetto della torre campanaria mentre ai lati delle lesene si vedono due corpi più bassi con tetti spioventi che mascherano le cappelle laterali.
- sagrato
- Davanti alla chiesa si apre il sagrato che, essendo lastricato, si distingue dalla strada in acciottolato. Lo spazio è delimitato a nord da una fioriera fissa, che funge anche da panchina per i passanti, mentre a sud sono posizionati tre gradini che gradualmente vanno riducendosi fino ad uniformarsi con la quota della strada circostante. Un’ulteriore differenza materica si ritrova nei dettagli della pavimentazione che, con due fasce cromaticamente distinte, disegna due linee: una parallela all’asse della facciata principale ed una perpendicolare, direzionata verso l’ingresso.
- Campanile
- La torre campanaria si trova sul lato settentrionale della chiesa; la parte più inferiore della sua struttura giunge fino a poco al di sopra del tetto della chiesa parrocchiale ed è caratterizzata dalla presenza di bifore. Questa è tutto quello che rimane della antica costruzione romanica. All’interno della tessitura muraria si scorgono ancora gli archetti ovali coi pilastrini ai quattro lati dove erano collocate le antiche campane. La parte superiore della torre è dovuta alla ricostruzione avvenuta alla fine del 1700, che si innalza sul tronco del vecchio campanile. La maggior parte del campanile si presenta semplicemente intonacata e tinteggiata degli stessi colori della chiesa adiacente, eccezion fatta per gli elementi delle cornici e per le ricche decorazioni poste in sommità. Nella parte superiore della torre è presente, rivolto a sud, un orologio, il cui quadrante è collocato in una cornice di pietra arenaria sostenuta da due leoni. Sopra al piano dell’orologio, delimitata da una cornice, si imposta la cella campanaria le cui quattro vecchie campane furono sostituite nel 1784 con le cinque attuali. La cella ha quattro fornici ed una balaustra in granito che corre lungo tutto il suo perimetro. I fornici sono inquadrati da quattro angolari, caratterizzati dalla presenza di lesene con capitelli dorici, sui quali si impostano gli archi a tutto sesto sovrastati da un timpano dalla forma a mezza luna. Sopra i timpani la copertura continua presentando un piccolo tamburo finestrato a pianta ottagonale, con aperture su tutti i fronti, su cui si imposta la parte terminale con cuspide a bulbo che regge una croce di ferro. In corrispondenza dei quattro angoli troviamo quattro pinnacoli in granito.
- Opere d'arte
- All’interno della chiesa è presente il polittico di Marco d’Oggiono. La pala era stata commissionata dalla famiglia Riva-Finoli e successivamente regalata da Benedetto Riva alla chiesa. Il Polittico è composto di dieci tavole dipinte ad olio, al centro troviamo l’Assunzione della Vergine tra gli Apostoli, sovrastata dalla figura di Dio Padre nell’atto di porre una corona sul capo di Maria. Le altre otto tavole sono disposte su due ordini, quattro a sinistra e quattro a destra, rispetto a quella centrale. In ordine da sinistra a destra e dall’alto al basso si trovano Sant’Ambrogio, Sant’Eufemia, Sant’Apollonia, Santo Stefano, San Bernardino da Siena, San Francesco, San Sebastiano, San Rocco. La prima notizia riguardante i dipinti risale al 1608 quando, in un documento redatto durante la visita pastorale del Card. Federico Borromeo, si riconosce la presenza di un polittico sull’altare maggiore all’interno di una cornice che rappresentasse le immagini di Maria e di alcuni Santi. Negli anni il polittico sarà poi smembrato, comportando la perdita della cornice originale e di alcuni elementi dipinti, quali la predella.
- interno
- La pianta della chiesa è a forma di croce latina, con otto cappelle laterali che si aprono sulla navata centrale, inscritte in otto arcate a tutto sesto. Tra un’arcata e la successiva sono disposte lesene rivestiste in marmo policromo, dal capitello ionico, sul quale si poggia la cornice marcapiano che delimita il punto di imposta della copertura. La navata è coperta da una volta a botte che, in corrispondenza delle aperture vetrate, presenta delle vele. Le vetrate sono dovute all’architetto Banfi, e raffigurano disegni geometrici fatti di ottagoni e piccoli rombi che lasciano spazio al centro ad alcuni simboli biblici. Le vetrate sono inserite in un serramento di ferro pesante e doppio; il vetro invece è vetro antico germanico con tonalità chiare e legature in piombo, realizzato dalla ditta “Poliarte” di Verona. Ai lati del presbiterio ci sono gli ambienti dedicati alla sacrestia, cui si accede dalle braccia del transetto. Esternamente al presbiterio sui lati della navata sono posizionati i due pulpiti lignei, opera degli Artigianelli, quelli presenti attualmente sono stati realizzati nel 1925 ed hanno sostituito quelli presenti in precedenza, che avevano uno stile simile a quello dell’organo. La pavimentazione della navata e della sacrestia è stata introdotta dopo i restauri del 1955, che hanno visto la rimozione dell’usurato pavimento in cotto in favore di lastre di botticino e di marmi veronesi. La volta è tinteggiata e decorata con stucchi e dipinti, incorniciati da medaglioni. L’organo, ospitato in una cassa lignea barocca con dettagli dorati, è posizionato sul lato destro della navata in corrispondenza dell’inizio del transetto, sotto di esso trova posto un confessionale neoclassico in noce con le statue dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. L’organo, elaborato dai F.lli Serassi di Bergamo, è considerato uno dei capolavori della chiesa: è costituito da due complessi che si distinguono in organo principale, dotato di 1685 canne, ed organo eco dotato di altre 808 canne di diversa fattura. Per i primi anni le manutenzioni ed accordature furono eseguite dai costruttori mentre successivamente fu sottoposto a modifiche che ne modificarono le caratteristiche originali.
- Presbiterio
- Dalla navata si accede al presbiterio tramite tre gradini realizzati in marmo venato, sull’ultimo dei tre gradini si imposta una balaustra elegante in marmi policromi. L’aggiunta della nuova mensa si attribuisce agli adeguamenti liturgici realizzati durante gli anni ’70. Tale mensa è realizzata, secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II, in un unico blocco di marmo bianco ed è posizionata sopra di una predella dello stesso materiale tale che il sacerdote celebri rivolto verso i credenti; al suo fianco è posizionata una croce dorata. Il retrostante altare neoclassico è realizzato in marmi policromi con l’aggiunta di decorazioni a bassorilievo. Disposte agli angoli dell’altare ci sono due statue raffiguranti due angeli, realizzate dallo scultore Pompeo Marchesi. Sopra l’altare si erge un tempietto rotondo con otto colonne dal capitello corinzio che ne reggono la cupola, sulla sommità della cupola si trova una statua dorata che rappresenta il Cristo Benedicente. Il tempietto è stato costruito sul disegno dell’architetto Bovara. Tutte le pareti del coro sono ricche di affreschi, in particolare nella vela compresa tra le due vetrate è presente un affresco raffigurante la Deposizione di Cristo di Giuseppe Carnelli del 1899. A scandire il ritmo tra un dipinto ed il successivo si alzano delle pareste dal capitello ionico che reggono una cornice a partire dalla quale si imposta la copertura del catino absidale, dove è raffigurata la Trinità. Sulla parete di sinistra è affrescato il martirio di Sant’Eufemia, su quella di destra la Visita di San Pietro e Sant’Agata in Carcere. Il coro è ligneo barocco ed ospita al centro, durante il mese di ottobre, una statua lignea della Madonna detta Madonna del Rosario.
- Cappelle laterali
- All’interno della chiesa sono presenti otto cappelle laterali. Tutte le otto cappelle restano divise dall’aula per via della presenza di balaustre in marmo policromo e sono caratterizzate da una copertura a botte decorata da dipinti e stuccature. La prima cappella (altare di San Giuseppe) ospita al suo interno un affresco di Andrea Appiani che rappresenta lo Sposalizio della Beata Vergine e di San Giuseppe, eseguito il 6 ottobre del 1790. All’interno di questa cappella, dedicata a San Giuseppe, si trovano anche altri dipinti più recenti, opera del pittore oggionese Paolo Cattaneo che ne illustrano la vita. La seconda cappella un tempo ospitava l’altare di Sant’Antonio da Padova ma, dopo la demolizione di questo ultimo nel 1970, lo spazio sarà riservato ad un mobile di sagrestia barocco di noce, adibito a confessionale. Il pannello centrale del confessionale è caratterizzato da una pregevole Assunta che vi è intagliata. La terza cappella, prima ospitante l’altare degli Scolari della Vergine, ora è dedicata alla Vergine della Consolazione ed ospita al suo interno l’affresco di Marco di Oggiono rappresentante la Madonna fra S. Eufemia e S. Caterina d’Alessandria. In seguito alla costruzione della nuova chiesa l’affresco venne rimosso dalla antica cappella di Sant’Ambrogio, dove inizialmente stava, per essere trasportato nell’attuale cappella. Durante lo spostamento parte di questo affresco è stata fratturata e rappezzata a tempera, l’angolo interessato era il margine inferiore, raffigurante per lo più la figura di S. Caterina ed il trono della Madonna. Un danno irreparabile, invece, lo subì il volto della Madonna che in quell’occasione fu rifatto da un pittore poco valido. Nel 1994 l’affresco fu restaurato dalla dott. Lucchini. Il dipinto è accolto in una cornice marmorea che si inserisce tra due colonne su cui poggia un timpano, a sua volta il timpano viene sfondato per lasciare spazio ad una nicchia ospitante la statua di San Domenico, realizzata agli inizi del 1700. Sulle pareti laterali della cappella erano appesi i dipinti raffiguranti i Misteri del Rosario, risalenti al barocco, incorniciati da formelle di rame. La quarta cappella, posizionata nel transetto a destra, è dedicata al Sacro Cuore e ospita i dipinti di Paolo Cattaneo. La quinta cappella, posizionata nel transetto a sinistra, ospita al suo interno un crocefisso in legno policromo risalente al XV secolo inserito all’interno di una nicchia appositamente creata. L’opera è realizzata in modo dettagliato e con grande qualità. Un particolare interessante riguarda la posizione della coppia di chiodi che, anziché essere posizionati sui palmi, perforano i polsi. La sesta cappella è dedicata a San Carlo Borromeo ed ospita i due dipinti di Paolo Cattaneo che illustrano la vita del santo. La settima cappella, similmente alla seconda, ospita un confessionale ligneo più semplice proveniente da Sant’Agata, che occupa lo spazio un tempo dedicato all’altare di San Bernardino. Il quadro che rappresenta San Bernardino con la Vergine e gli altri Santi, che inizialmente stava all’interno della cappella, ora è posizionato sopra la porta laterale destra della controfacciata. L’ottava cappella è dedicata a Sant’Ambrogio e dipinta da Carlo Cattaneo.
- Struttura
- La struttura in muratura mista sorregge la copertura incotto a canale, disposta a doppio spiovente sulla navata.
- Facciata
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- 1192 ‐ XIII (fondazione intero bene)
- La prima traccia storica della canonica di Sant’Eufemia risale al 1192 quando venne ritrovato un documento che attesta la presenza tra i cappellani della chiesa di San Nazaro di Arosio, di un prete “Gualderico”, appartenente alla canonica di Oggiono. Solo alla fine del XIII Secolo, nel “Liber Notitiae Sanctorum” di Goffredo da Bussero, viene nominata la Chiesa di Sant'Eufemia in quanto facente parte delle parrocchie della Pieve di Oggiono.
- 1571 ‐ 1571 (costruzione intero bene)
- Durante la Visita Pastorale del 1571 viene documentata la pianta dell'antica chiesa (ad oggi demolita) e date una serie di indicazioni da parte di S. Carlo tra cui: portare a termine il completamento degli scalini in pietra che ascendono alla Cappella maggiore e delimitare la cappella in questione con una inferriata posta sul gradino più alto. Si documenta anche come l’aula fosse pressoché quadrata, suddivisa in tre navate da una doppia fila di quattro pilastri, con la Cappella maggiore, cioè l’abside, rivolta ad est.
- XVII ‐ XVII (costruzione intero bene)
- In seguito ad una demolizione ordinata dal Card. Federigo, per costruire l’attuale chiesa, nel medesimo posto sono stati effettuati ritrovamenti di una chiesa più antica. Questi, secondo il Dottore dell’Ambrosiana, Mons. Marcora, risalgono ad epoca longobarda. L’unico elemento che è andato conservato è il campanile fino al livello delle finestrine bifore.
- XVII ‐ XVII (costruzione intero bene)
- Un graffito all’interno dell'adiacente Battistero attesta che la chiesa odierna sia stata realizzata nei primi anni del XVII Secolo, periodo in cui la parrocchia era retta dal Preposto Parroco Giovanni Paolo Galimberti, il cui ministero va dal 1591 al 1626. Nella costruzione della nuova chiesa, il lato meridionale fu affiancato alla facciata del Battistero e con il fondo dell’abside. Nel 1615, quando ci fu la Visita Pastorale del Card. Federigo Borromeo, la costruzione non era ancora terminata. Per poter celebrare la messa vennero date istruzioni di completare la facciata con assi di legno ben ferme per proteggersi dalla pioggia e realizzare la pavimentazione in pietre vive quadrate e levigate; si ordinò di terminare entro l’anno la costruzione della facciata e di rivestire il tetto con un manto di tegole, di aprire la porta del campanile sulla crociera rivolta verso l’Altare di S. Ambrogio e chiudere il collegamento con la chiesa. Anche la sacrestia doveva essere terminata.
- 1778 ‐ 1898 (restauro intero bene)
- Nel 1778, a causa di un fulmine, il globo e la croce caddero sulla chiesa, danneggiando la Cappella del Crocifisso. Il secolo successivo un ciclone fece crollare la guglia sulla sottostante volta a crociera, distruggendo l’affresco e gli ornati relativi. Successivamente a questi avvenimenti furono compiute opere di restauro.
- 1793 ‐ 1793 (costruzione campanile)
- I lavori di ricostruzione del campanile iniziano nel 1793, secondo un’annotazione lasciata da Cesare Cantù, e completati con la realizzazione della cupola disegnata dall’architetto lecchese Giuseppe Bovara.
- 1955 ‐ 1956 (restauro intero bene)
- Si è dovuto rimuovere il pavimento in cotto, ridotto ad uno spessore di pochi millimetri per via dell’usura e parzialmente ceduto, sostituendolo con lastre di botticino e di marmi veronesi. Durante la rimozione del pavimento, l’Architetto Dott. Gaetano Santamaria, fece un accurato rilievo del perimetro dell’attuale chiesa, nonché dei resti delle fondamenta della chiesa antica, le quali erano state in parte riutilizzate per costruire il nuovo. Questa documentazione lascia intendere che il lato settentrionale dell’attuale chiesa si imposti su quello dell’antica. Tra le fondazioni sono state rinvenute alcune tombe, probabilmente risalenti ad un cimitero che giaceva lì sin da prima della costruzione della chiesa nuova. L’anno successivo si procedette al restauro del Polittico dell’Assunta tra otto santi.
- 1192 ‐ XIII (fondazione intero bene)
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- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1970)
- Aggiunta della mensa e di un leggio in legno per la celebrazione della messa.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1970)
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Data di pubblicazione
22/11/2023
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Milano)