Edificios de culto
- Serramazzoni (MO)
-
Parrocchia dei Santi Ippolito e Cassiano Martiri
-
Diócesis
Modena - Nonantola
-
Región eclesiástica
Emilia Romagna
-
Tipología
chiesa
-
Cualificación
parrocchiale
-
Denominazione principale
Chiesa dei Santi Ippolito e Cassiano Martiri
-
La facciata a salienti, in mattoni a vista sagramati, riprende elementi di gusto medievale. Tre portali sono sormontati da archi a sesto acuto, nella cui specchiatura sono decori a rilievo: una croce in quelli laterali, la Madonna con Bambino e i santi patroni in ginocchio in quello centrale. Il portale centrale è per altro caratterizzato da leggera strombatura, data dalla successione di semipilastri e semicolonne in colorazione alternata bianca e rosa; al di sopra, rosone tondeggiante. Nella parte superiore della facciata, elementi decorativi segnati da intonaco tinteggiato in toni tenui di giallo e rosa, ovvero una serie di archetti pensili, ripetuti anche intorno al rosone, e fregio costituito da crocette entro tondi, in numero di dodici complessivamente. Facciata e pareti esterne erano interamente intonacate fino agli anni Ottanta.
L’interno è a tre navate, concluse da absidi semicircolari e separate da pilastri compositi con semicolonne e lesene terminanti in capitelli di foggia ionica. Semipilastri e lesene dividono le campate anche sulle pareti laterali. Le tinte calde dell’intonaco, rosato, giallo e bianco, mettono in evidenza i dettagli architettonici.
Nella navata centrale, in corrispondenza del terzo pilastro di sinistra, è addossato un pulpito in legno intarsiato, realizzato nel 1905. Nella absidi laterali si trovano altari in marmo e scagliola marmorizzata; in marmo sono l’altare maggiore e l’ancona fissata alla parete absidale, che contiene la pala dei santi protettori. Il catino absidale è stato interamente affrescato nel 1989. Volte a vela caratterizzano la copertura delle campate, al centro e nelle navate laterali. Il pavimento è in due tipologie: quello originario in mattonelle di cemento marmorizzato in bianco, rosso e grigio, nella maggior parte della superficie, e quello in marmette rosse di modesto formato che caratterizza le aree perimetrali della chiesa, segnando l’intervento di rafforzamento delle fondazioni realizzato negli anni Cinquanta del secolo scorso. -
- Impianto strutturale
- La chiesa ha tre navate, concluse da absidi semicircolari e separate da pilastri compositi con semicolonne e lesene terminanti in capitelli di foggia ionica.
- Coperture
- L'orditura primaria e secondaria della struttura di copertura è in legno, manto in coppi laterizi. Il tetto è a due falde con prospetto principale a salienti.
- Struttura
- La struttura portante continua è in muratura in pietra, la struttura di copertura in legnami, manto in coppi laterizi.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione interna è a mattonelle in cemento, gradini in marmo.
- Impianto strutturale
-
- 1126 ‐ 1568 (preesistenza carattere generale)
- Una chiesa di Ligorzano è testimoniata come già esistente già nel 1126. La cappella di Sant’Ippolito di Ligorzano era filiale della Pieve di Rocca Santa Maria, e ottenne prerogative di chiesa di parrocchiale probabilmente tra XII e XIII secolo. Il primo edificio sorgeva verosimilmente nella località che in un atto di Battesimo del 1568 è chiamato già ‘la chiesa vecchia’.
- XVI ‐ 1811 (preesistenza carattere generale)
- In quell’epoca, doveva esistere evidentemente già il secondo edificio. La sua posizione era nella località Villa Bassa, chiamata appunto anche ‘Chiesa nuova’; la facciata in sasso, inserita tra altri fabbricati, è ancora chiaramente riconoscibile. Di questa chiesa precedente possiamo ricostruire alcune caratteristiche dai documenti dell’archivio parrocchiale. Stando alle relazioni delle visite pastorali, a inizio Seicento essa risulta in condizioni precarie e da restaurare: ma già nel 1632 la situazione sembra risolta perché il rettore viene lodato perché diligentissimo nel governare la chiesa. Nel 1792, il parroco può scrivere al vescovo che la chiesa ‘trovasi in assai buono stato’ e non bisognosa di restauri. Si avvicinavano però eventi avversi: nel giugno 1799, le razzie delle truppe francesi guidate dal generale Mac Donald; e, soprattutto, il 15 agosto 1811, un forte terremoto con epicentro a Montebaranzone, da cui la vecchia chiesa di Ligorzano ebbe notevole danno.
- 1529 ‐ 1926 (realizzazione cella campanaria)
- Le campane di Ligorzano continuarono per diversi anni a suonare dal vecchio campanile anche dopo l’inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale, nonostante la distanza. Si trattava di una campana grande datata 1529, e di una piccola realizzata nel 1713 dal celebre Ludovico Bimbi di Castelnuovo Garfagnana: il quale morì subito dopo aver terminato la fusione e fu sepolto a Ligorzano. Nel 1824 si era aggiunta la campana proveniente dalla torre della Bastiglia, torre civica del paese, rifusa però per l’occasione. Nel 1926 accanto alla nuova Parrocchiale venne costruita una cella campanaria. Vi furono collocate quattro campane ottenute dalla ditta Luigi Cavadini di Verona fondendo le due originarie della Parrocchia; fu conservata invece quella proveniente dalla torre la Bastiglia, spostata nell’allora Palazzo comunale di Serramazzoni.
- 1827 ‐ 1828 (ricostruzione intero bene )
- Appena entrato in carica, il parroco don Luigi Serri (1816-1836) descrive la situazione, denunciando il rischio di crollo. Dopo aver cercato a lungo finanziamenti per gli urgenti restauri, si decise a intervenire nel 1827, avendo avuto da parte del vescovo la promessa di un interessamento presso il duca per un aiuto economico. I lavori furono imponenti, e si trattò sostanzialmente di una ricostruzione: furono rifatte le fondamenti, innalzate le pareti, rifatti pavimento e soffitto, ricostruito l’arco trionfale del presbiterio, modificato l’assetto delle cappelle. I lavori costarono in tutto lire 11.135,5. La chiesa fu completata e benedetta il 12 agosto 1828.
- 1857 ‐ 1988 (realizzazione oragano)
- Nel 1906 l’organo della Parrocchia, realizzato nel 1857 dagli Agati di Pistoia, era stato spostato dalla vecchia alla nuova chiesa. Nel 1922 viene sistemato su un tribuna appositamente costruita nel lato destro, addossata alla canonica, ma nel 1942 viene nuovamente portato a terra, nella navata sinistra. Nel 1960 verrà ampliato dalla ditta Rodolfo Guerrini di Bassano del Grappa, infine ripristinato nel 1988 da Bartolomeo Formetelli di Pedemonte di Verona.
- 1889 ‐ 1889 (informazioni storiche carattere generale)
- Pochi decenni dopo i lavori di don Luigi Serri, in una lettera del 1889, il parroco Cipriano Serri propose al vescovo un importante progetto: la costruzione di una nuova chiesa, nell’area cosiddetta dell’Aia del Diamante, vicina alla via Giardini e più comoda per la popolazione della Parrocchia. La Commissione sui beni ecclesiastici però bocciò la proposta, giudicata troppo impegnativa per le finanze della parrocchia.
- 1889 ‐ 1905 (progettazione intero bene )
- Una nuova proposta di ricostruzione potè essere fatta nel 1898, con la disponibilità dell’importante eredità di una parrocchiana, signora Domenica Bonetti. Questa volta il progetto potè essere approvato dalla Commissione. Il 4 settembre furono disegnate le fondamenta, l’8 settembre dell’anno successivo fu posta solennemente la prima pietra del nuovo edificio, ispirato nelle forme alla chiesa di San Giovanni del Cantone di Modena (oggi non più esistente). Don Serri cercò ovunque aiuti finanziari oltre all’eredità ricevuta, rivolgendosi anche al deputato Gallini, eletto nella circoscrizione montana di Modena. Finalmente, completa nelle sue parti principali, la chiesa veniva collaudata dall’ing. Coppi e benedetta dal vescovo Bruni il 10 agosto 1905; vi erano stati trasportati gli arredi più significativi, tra cui quattro tele antiche.
- 1907 ‐ 1907 (completamento intero bene )
- Nel 1907, con nuova disponibilità di fondi, si poterono eseguire alcuni lavori di completamento.
- 1914 ‐ 1923 (consolidamento intero bene )
- La stabilità della nuova chiesa però fu subito un problema, a causa della mobilità del terreno. Nel 1914 il nuovo parroco don Giuseppe Orlandi (1913-1941) intraprese alcuni lavori per evitare il crollo, e nel 1922-1923 furono realizzati gli interventi più importanti, sotto la guida dell’ingegnere Luigi Parisi, che nel 1921 aveva stilato una perizia molto preoccupante. Questi lavori costarono più di 35.000 lire, di cui 30.000 furono date dal Comune.
- 1926 ‐ 1943 (restauri intero bene )
- Altri interventi seguirono dopo i restauri dell’ing. Parisi: nel 1926 viene fatta la cella campanaria; nel 1928 fu fatto il pavimento; nel 1936 Carlo Baraldi realizza il portale centrale esterno, secondo i disegni dell’ing. Coppi. Nel frattempo, il 2 agosto 1931 il vescovo Bussolari aveva compiuto la consacrazione della chiesa. Tra il 1942 e il 1943, infine, il parroco don Dario Ansaloni (1942-1956) si dedicò alla costruzione di una nuova canonica.
- 1956 ‐ 1980 (consolidamento intero bene )
- Molti lavori anche ai tempi di don Mario Crovetti (1956-1980), come li elenca in un suo promemoria: rifatte in calcestruzzo le fondamenta; legate le pareti con leghe di ferro sotterranee; rifatto quasi tutto il tetto; rifatto il rosone e i telai e i vetri delle finestre; rifatto il pavimento intorno alla chiesa, legandolo con gabbie di ferro nel coro. A lui si deve anche, tra l’altro, l’acquisto di un altare a mensa di marmo e relativo ambone.
- 1986 ‐ 1988 (consolidamento intero bene )
- Nonostante i lavori di don Crovetti, anche il parroco don Alfonso Buffagni (1983-1993) si trovò davanti a problemi di infiltrazioni di acqua dalla copertura e di staticità. Nella primavera del 1986 l’ingegner Suffritti espose la situazione alla comunità parrocchiale, e poco dopo iniziò una nuova campagna di opere di consolidamento delle strutture (1986-1987) e restauro della facciata (1988); il 4 dicembre 1988 il vescovo Santo Quadri inaugurò il completamento dei lavori.
- 1989 ‐ 2005 (realizzazione decorazioni)
- Nel 1989 il prof. Enrico de Pietri realizza l’affresco del catino absidale, raffigurante la Resurrezione di Cristo, e nel 1992 un paliotto in terracotta con l’Ultima Cena, applicato all’altare maggiore. Nel 2005, centenario della nascita della chiesa, vengono installate vetrate istoriate, realizzate dalla ditta Mellini di Firenze su disegno di Marco Grimandi, con la consulenza di Romano Pelloni.
- 1126 ‐ 1568 (preesistenza carattere generale)
-
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1975-1980)
- Il presbiterio con altare maggiore e mensa per la funzione in marmi presenta a destra, guardando dall'aula, la sede in legnami e a sinistra l'ambone in legno.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1975-1980)
-
Data di pubblicazione
26/11/2022
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Modena - Nonantola)