Edificios de culto
- Castel di Casio (BO)
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Parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta di Pieve di Casio
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Diócesis
Bologna
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Región eclesiástica
Emilia Romagna
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Tipología
chiesa
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Cualificación
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta di Pieve di Casio
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La chiesa dei Santi Quirico e Giulitta, il cui primo impianto pare risalga alla metà del secolo VIII, sorge in località Pieve di Casio in posizione dominante rispetto alla valle del Limentra. L’attuale edificio è una ricostruzione della prima metà dell’Ottocento su disegno dell’Antolini che, nel suo progetto, ha ribaltato l'orientamento antico demolendo definitivamente il precedente edificio. L'attuale facciata, parzialmente intonacata e rivolta verso la valle è affiancata dal campanile, mentre i fianchi sono lasciati a pietra a vista. Internamente, alla navata di concezione più austera, si affianca il presbiterio finemente decorato e coperto con una volta a vela. La pala d’altare è stata realizzata nel 1886 dal Guardassoni, il decoratore Baldi ha eseguito la decorazione ad affresco della volta a vela, mentre o stesso Guardassoni ne ha dipinto i quattro evangelisti.
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- Contesto
- La chiesa sorge in località Pieve di Casio a pochi chilometri dal vicino borgo medievale di Castel di Casio, in posizione dominante rispetto alla valle circostante. Si presenta come un volume isolato rispetto al piccolo gruppo di case che si sviluppa tutto ai piedi della chiesa stessa. L'antico cimitero si trova oggi alle spalle della chiesa, dopo che il progetto dell'Antolini ha ribaltato l'orientamento dell'aula. Anticamente invece porta della chiesa e porta del cimitero erano rivolte l'una all'altra, in una chiara continuità simbolica e spaziale.
- Impianto planivolumetrico
- Il complesso religioso è formato dalla chiesa, dal campanile annesso e dalla casa del parroco collocata a sinistra dell’aula.
- Esterno
- L'ingresso alla chiesa è preceduto da un sagrato inerbito di forma semicircolare che ospita tre imponenti tigli. La facciata della chiesa, su piani sorapposti nella porzione corrisponde alla navata laterale è in pietra a vista mentre nella porzione dedicata all'ingresso è delimitata da cantonali in pietra arenaria e da una cornice, anch’essa in pietra, che mette in evidenza la copertura a capanna. Il basamento è lasciato in pietra a vista. Attraverso una scalinata si raggiunge l’ingresso all’aula che è sottolineato da un ampio portale in pietra arenaria. Il portale, delineato da stipiti e architrave a fasce, è sovrastato da una cornice modanata che poggia su mensole. In asse con il portale vi è anche un’ampia apertura rettangolare con cornice lapidea. A sinistra della chiesa svetta il campanile, intonacato e delineato da cantonali in pietra arenaria; è suddiviso in quattro registri, il più basso totalmente in pietra, permette l’accesso all’edificio, i due registri superiori sono intonacati e presentano una piccola apertura con cornice in pietra, la cella campanaria, evidenziata da modanature in pietra, presenta bifore. Assente la guglia, è una cornice in pietra a delimitazione di una copertura a quattro falde. I fianchi dell’aula non sono tutti visibili, poiché a sinistra si sviluppa il campanile e il volume della casa del parroco, il fianco destro, sporgente rispetto all'aula per la presenza delle cappelle laterali, è realizzato in pietra arenaria lasciata a vista. La copertura del complesso religioso è a capanna, realizzata in coppi.
- Pianta
- Chiesa ad aula orientata ad ovest con tre cappelle laterali per lato.
- Interni
- Si accede all’aula attraverso una bussola in muratura di forma rettangolare che accoglie tre porte in legno. I fianchi dell’aula sono scanditi in quattro campate di uguale dimensione, di cui tre corrispondenti all'assemblea e una al presbiterio. Lesene intonacate e modanate racchiudono in archi a tutto sesto le tre cappelle laterali, con volte a botte. La prima cappella a sinistra, tamponata nella porzione superiore, ospita un battistero in nicchia, mentre la corrispondente cappella a destra, un confessionale ligneo; proseguendo nelle cappelle si trovano due altari simmetrici e alcune statue su piedistallo unitamente all’entrata laterale destra della chiesa. Le ultime due cappelle, quelle più vicine al presbiterio, ospitano altri due altari simmetrici. La copertura dell’aula è realizzata mediante volta a botte costolonata con unghie in corrispondenza delle cappelle laterali. L’aula termina con la zona presbiterale, rialzata rispetto a quella assembleare da un gradino. La zona presbiterale è coperta tramite una volta a vela finemente decorata. Lateralmente al presbiterio si aprono due ambienti simmetrici: a sinistra la sagrestia mentre a destra altri ambienti di servizio e deposito. La sagrestia, coperta con volta a botte intonacata, funge anche da cappella per le celebrazioni invernali. Il pavimento dell’aula e quello delle cappelle è realizzato in battuto alla veneziana policromo nei colori prevalenti del marrone e rosso mattone mentre quello del presbiterio è realizzato sempre in battuto alla veneziana, ma con decorazioni anche floreali, nei colori del bianco, giallo e rosso. La chiesa è illuminata tramite otto finestre semicircolari nel cleristorio e da due finestre, sempre semicircolari ma di dimensioni maggiori poste ai lati del presbiterio. La controfacciata è caratterizzata da una cantoria realizzata in muratura e di forma poligonale che funge da balconata per l’imponente organo. Vi si accede mediante una piccola scala a chiocciola in legno collocata a sinistra dell’entrata. Sopra le canne dell’organo un’ampia finestra rettangolare illumina l’aula.
- Impianto strutturale
- Struttura portante in muratura a conci lapidei squadrati.
- apparati liturgici
- L’assemblea è ordinata frontalmente al presbiterio in conformità con il volume architettonico e si organizza su due file di panche lignee disposte a battaglione. Il presbiterio, rialzato di un gradino rispetto alla zona assembleare accoglie l’altare pre-conciliare in marmo, rialzato di ulteriori tre gradini sulla cui superficie è collocato il tabernacolo. L'altare post-conciliare, in legno non consacrato, fronteggia quello antico. Sulla sinistra dell’altare trova posto un ambone in legno, di tipo a leggio. La sede per il celebrante è collocata alla destra dell’altare: è una sedia in legno con seduta in velluto color rosso, rialzato rispetto al presbiterio mediante una pedana in legno; per altri ministri istituiti ed i chierici sono presenti delle panche in legno ai lati del presbiterio. La sacrestia, accessibile dalla parte sinistra del presbiterio è usata per le celebrazioni nei mesi invernali. Nella cappella a destra dell’entrata è collocato un antico confessionale ligneo non più usato; nella cappella a sinistra dell’entrata, invece, è collocato il fonte battesimale per infusione, realizzato in marmo rosso, sostenuto da un piedistallo su basamento quadrato e vasca circolare chiusa da una copertura recentemente restaurata.
- Contesto
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- 1036 ‐ XI (preesistenze carattere generale)
- La chiesa, di presunta, ma non certa origine romanica, è citata, per la prima volta, in un antico documento risalente al 1036: si tratta di una carta con cui un certo Damiano del fu Marrone di Casio, donò al monastero della Fontana Taona (oggi distrutta ma di ubicazione nota nell'attuale appennino Pistoiese) alcuni beni posti a Casio nella plebe S. Quirici ex predicto Casi.
- 1293 ‐ XIII (passaggio di proprietà intero bene)
- In un atto del 1293 la pieve di Casio fu donata dal vescovo di Bologna Ottaviano Ubaldini (II) alla canonica di S. Frediano. I motivi che lo spinsero ad un tale passo sono da ricollegare ad uno stato di decadenza e quasi rovina dell’edificio e nel fatto che all'interno della chiesa non si celebrassero più i divini uffici come si era soliti fare nel passato. Dopo il 1293 i rapporti della pieve con la canonica lucchese sono documentati in modo costante, infatti, il priore di S. Frediano, visitava o faceva visitare periodicamente la chiesa. In un inventario egli descrive la chiesa piuttosto fornita: possedeva persino un calice d’argento, caso raro nelle altre pievi vicine, oltre a vari arredi e molti libri. La chiesa rimase sotto i canonici di S. Frediano di Lucca fino al 1781 quando tornò la nomina del parroco alla libera collazione della Mensa Arcivescovile.
- XVII ‐ 1781 (preesistenze intero bene)
- Un documento del XVII secolo attesta la visita del Card. Boncompagni che descrive dettagliatamente la chiesa stessa. Il tetto era a capanna e spiovente; la chiesa era fornita di sei altari, quello maggiore era una cappella sul quale era collocato il dipinto dei Santi patroni Quirico e Giulitta mentre gli altri altari, addossati alle pareti, ospitavano i dipinti di S. Carlo, S. Antonio Abate, S. Antonio da Padova, S. Maria Assunta e la Beata Vergine del Rosario. Vi erano due porte, la maggiore rivolta a occidente, quella laterale a settentrione. Un secondo documento datato 1781, invece, descrive la chiesa come molto piccola, a pianta rettangolare, col pavimento in cotto a cui vi si accedeva scendendo quattro gradini. In entrambe le descrizioni spicca lo stile romanico.
- 1820 ‐ 1848 (costruzione intero bene)
- Il primo progetto per la realizzazione della nuova chiesa fu firmato nel 1820 e prevedeva la conservazione di una parte dell'antico edificio. I lavori iniziarono nel 1833 con la costruzione della cappella maggiore davanti al luogo dove era collocata la facciata della vecchia chiesa. In questo modo si voleva cambiare l’orientamento dell’edificio per renderlo più imponente affacciandolo sulla valle sottostante. Questa prima fase della costruzione durò fino al 1839 mentre per i successivi otto anni i lavori rimasero fermi. Nel 1847 vennero apportate alcune modifiche al progetto di 27 anni prima e nel 1848 si riprese la costruzione della nuova chiesa con la conseguente demolizione definitiva di quella antica.
- 1855 ‐ 1905 (costruzione intero bene)
- Nel 1855 vennero alzate le sei cappelle, tre per lato e nel 1860 si proseguì con l’innalzamento della facciata e delle restanti due cappelle laterali. Nel 1866, come attesta la data sulla pavimentazione dell'aula, viene terminata la pavimentazione in battuto alla veneziana. Nel 1880 venne poi eseguita la piazzetta davanti alla porta maggiore dove prima si trovava l’Abside della vecchia chiesa e nel 1883 furono messi in opera la pila e il cancello del Battistero. Nel 1886 il pittore bolognese Alessandro Guardassoni dipinse la grande tela con i santi titolari per la Cappella maggiore, insieme ad alcuni affreschi nella cupola sovrastante l’abside. Tra il 1904 e il 1905 l’organaro bolognese Adriano Verati costruì l’organo che fu posto nella cantoria, appositamente costruita, sopra la porta maggiore.
- 1961 ‐ XXI (restauro intero bene)
- Nel 1961 fu eseguito il restauro della facciata della chiesa e restaurato il pavimento interno in battuto alla veneziana che fu terminato nel 1964. Da una perizia del 1965 risulta che l’edificio fosse sostanzialmente finito. La sagrestia della chiesa è stata restaurata nel corso del 2012 ricavandone una piccola cappella per le celebrazioni invernali.
- 1036 ‐ XI (preesistenze carattere generale)
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- altare ‐ aggiunta arredo (1975)
- Sul presbiterio, in recepimento delle norme liturgiche del concilio Vaticano II, è stato collocato un nuovo altare, frontale rispetto all'altare esistente e rivolto verso l'assemblea. È un semplice altare in legno non rialzato rispetto al presbiterio stesso e non consacrato.
- altare ‐ aggiunta arredo (1975)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Bologna)