Edificios de culto
- Pinerolo (TO)
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Parrocchia di San Donato nella Cattedrale
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Diócesis
Pinerolo
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Región eclesiástica
Piemonte
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Ambito culturale
- eclettismo (ampliamento su via Pino )
- barocco piemontese (ristrutturazione )
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Tipología
palazzo
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Cualificación
vescovile
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Denominazione principale
Palazzo Vescovile
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Il palazzo vescovile è un complesso che sorge su un grande isolato quadrangolare che ha come estremi opposti la piazza della Cattedrale e il palazzo. L'isolato è parte integrante del tessuto urbano radiale del centro storico di Pinerolo.
I corpi architettonici che compongono il complesso hanno delle caratteristiche costruttive simili a quelle che si ripetono nel centro storico di Pinerolo: solide murature rinzaffate alte per lo più due o tre piani nelle quali si aprono piccole finestre talvolta bordate con semplici decorazioni. I tetti sono in coppi piemontesi e le orditure in legno, coprono i singoli padiglioni del palazzo, conferendo un andamento che asseconda i sottostanti volumi. Osservando una planimetria è evidente che non si tratti di un progetto unitario ma di un palinsesto fatto di aggiunte e modifiche successive. Pertanto, per descrivere morfologicamente il complesso, è imprescindibile fare riferimento ai fatti storici che ne hanno portato alla composizione. In tal modo si potrà capire la natura del manufatto, al di la di quelle che altrimenti suonerebbero come mere descrizioni compositive.
Sappiano che la parte principale dell'edificio fu costruita come palazzo del governatorato per la prima dominazione Francese, ma già precedentemente su questo angolo il catasto descrittivo del 1428 testimoniava l'esistenza di alcune case private, acquisite solo nei secoli successivi; pertanto si potrebbe dedurre che queste fossero le preesitenze citate dal catasto. Secondo questa ipotesi il palazzo fu costruito su via vescovado in quello che ancor oggi sembra essere un corpo ad S, che si snoda lungo la via. Questo andamento è singolare, ma, se come sostiene lo storico Cagliero nel suo saggio, siamo quasi certi che la distribuzione interna è restata invariata; possiamo prendere atto che l'andamento permetteva di arretrare il palazzo rispetto la strada con un cortiletto, prediligendo l'affaccio verso il giardino, rendendolo più sicuro e salubre; mentre la manica degli uffici poteva stare su strada lasciando spazio sul retro ad un utile cortile di servizio.
Sin da subito sembrò poco pratico avere altri occupanti del lotto quadrangolare del Palazzo del Governatore, infatti nel 1630 si inizia una campagna di acquisizione degli immobili per poter ampliare il complesso che durò circa due secoli. Nonostante ciò da quando fu costruito il palazzo, molto probabilmente l'isolato non ebbe mai grandi sconvolgimenti, infatti nei più antichi disegni in pianta della città, risalenti alla seconda metà del XVII secolo, e riconducibili all’epoca della Seconda dominazione francese, l’area appare edificata con vuoti/pieni analoghi a quelli attuali. Il palazzo in epoca Sabauda servì come residenza del governatore di Pinerolo. Prima del 1745 il palazzo ospitò per breve periodo, gli uffici municipali.
Con l’istituzione della diocesi il palazzo del governatore fu ceduto nel 1748 dal Duca Carlo Emanuele III al municipio di Pinerolo ad uso dell’Episcopio e del Seminario. In occasione dell’arrivo in Pinerolo del primo vescovo si progettò una ristrutturazione, di cui si conservano i disegni dell’esistente e quelli progettuali, eseguiti dall’architetto Fenocchio nel 1749. Poco tempo dopo, il 20 aprile 1750, la città avrebbe ceduto il complesso intero al vescovo D’Orlié.
Fin dal momento dell’acquisizione, il palazzo era insufficiente per assolvere la funzione di Episcopio e Seminario vescovile, infatti nel progetto del 1749 le case Miger, Fallacca e Parandero, tutte attigue al palazzo, avrebbero dovuto essere accorpate e ristrutturate per accogliere il Seminario. In quest’ottica nel 1749 la città acquistò la casa Parandero, tra il 1762 e il 1765 La casa De Tavier e tra il 1831 e il 1834 casa Gentili. Nel 1752 si costruì la fontana per ornare il giardino. -
- Coperture
- Le coperture sono in coppi piemontesi sostenute da travature e capriate in legno.
- Struttura
- La struttura è realizzata in muratura tradizionale con elementi verticali in mattoni pieni misto pietra ed con orizzontamenti con volte di mattoni o soffitti a cassettoni in legno nei piani alti.
- Coperture
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- 1428 ‐ 1428 (preesitenze carattere gnerale)
- Nell’area dell’attuale palazzo vescovile di Pinerolo il catasto del 1428 descrive alcune cellule edilizie di soggetti privati. Tracce di queste si trovano, ad esempio, nel muro della casa di via del Pino quasi all’angolo con via Vescovado. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- metà XVI ‐ metà XVI (edificazione intero bene)
- Le origini del palazzo attuale sono da collocarsi con una certa probabilità all’epoca della prima dominazione francese a Pinerolo, tra il secondo e il terzo quarto del XVI secolo, quando per dare residenza al governatore del comune di Pinerolo si accorparono delle case preesistenti ristrutturandole. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1630 ‐ 1632 (ampliamento intero bene)
- Negli anni 1630-1632 la città acquistava alcune casette attigue al palazzo del governatore per poterlo ampliare in alcune sue parti. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- metà XVII ‐ metà XVII (consistenza intero bene)
- Nei più antichi disegni in pianta della città, risalenti alla seconda metà del XVII secolo, l’area appare genericamente edificata con vuoti e pieni analoghi a quelli attuali. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- XVIII ‐ XVIII (carattere generale intero bene)
- Prima del 1745 il palazzo aveva ospitato, per breve periodo, gli uffici municipali di Pinerolo. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1748 ‐ 1748 (cambio proprità intero bene)
- Con l’istituzione della diocesi di Pinerolo, il palazzo del governatore fu ceduto, come si legge anche nella bolla apostolica del 23 dicembre 1748, dal re Carlo Emanuele III al municipio di Pinerolo ad uso dell’Episcopio e del Seminario. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1749 ‐ 1749 (ristrutturazione intero bene)
- In occasione dell’arrivo in Pinerolo del primo vescovo si progettò una ristrutturazione – ossia adeguamento - del palazzo già del governatore, di cui si conservano i disegni dell’esistente e quelli progettuali, eseguiti dall’architetto Fenocchio e datati 1749.
- 1750 ‐ 1750 (cambio proprità intero bene)
- Il 20 aprile 1750, la città avrebbe ceduto il complesso intero al vescovo D’Orlié. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1752 ‐ 1752 (restauro giardino)
- Nel 1752 venne abbellito il giardino e venne eretta la fontana. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1755 ‐ 1755 (ampliamento intero bene)
- In una nota del 27 ottobre 1755 il vescovo D’Orlié manifestò la volontà di edificare una nuova manica dell’episcopio, andando a occupare la parte del sedime del suo giardino confinante con via del Pino. Nello spazio di pochi anni la volontà del vescovo sarebbe stata esaudita. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1805 ‐ 1805 (ristrutturazione intero bene)
- Nel 1805 il vescovo Grimaldi dispose alcuni interventi di manutenzione, compresa la chiusura di una galleria provvista di finestre rivolte verso il cortile interno. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1820 ‐ 1888 (restauri interno)
- Sono attestate opere di restauro con i vescovi Bigex (1820), Charvaz (1834-1840), Renaldi (1856-1859), Vassarotti (1874), Chiesa (1883) e Sardi (1888). (Relazione dell'arch. Carola Ripamonti, 2015)
- 1834 ‐ 1883 (lavori di manutenzione intero bene)
- A partire dal 1834 si instaurava un lungo e proficuo rapporto tra il Vescovado e il mastro da muro Antonio Gurgo Ara di Biella, che da un lato tenne in affitto la casa ex Gentili, dall’altro fu artefice di parecchi interventi di manutenzione del palazzo vescovile. L’uomo figurava ancora in questa doppia veste nel 1883. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1849 ‐ 1949 (destinazione d'uso locali pianterreno)
- Nel 1849 Giuseppe Chiantore rilevò una tipografia occupava i locali al pianterreno del palazzo vescovile ora destinati a sede dell’Archivio diocesano. Vi rimase fino al 1949. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- XX ‐ XX (destinazione d'uso locali pianterreno)
- Quindi per un quarantennio questi locali, lasciati liberi, sarebbero stati dati in affitto a privati a uso abitativo e artigianale. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1906 ‐ 1910 (ristrutturazione intero bene)
- Tra il 1906 e il 1910 si realizzava la sistemazione del braccio a levante del palazzo del vescovado di Pinerolo, con progetto dell’ingegner Cambiano, per installarvi un teatro pubblico al piano terreno e una cappella a uso pubblico e di compagnie laicali a quello superiore. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1933 ‐ 1935 (destinazione d'uso locali pianterreno)
- Tra il 1933 e il 1935 si adibiva a legnaia l’area vacua situata all’angolo tra le vie del Pino e del Vescovado, affittandone i locali a Vincenzo Mensa legnaiolo. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1950 ‐ 1951 (ristrutturazioni intero bene)
- Tra il 1950 e il 1951 si eseguivano lavori di ristrutturazione al tetto della casa vescovile, al cortile già della tipografia dei Giuseppini, e all’area vacua coperta da tettoia, già adibita a magazzino del boscaiolo. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1958 ‐ 1965 (ristrutturazioni intero bene)
- Tra il 1958 e il 1965 si eseguivano lavori di sistemazione del salone ad uso del teatro-cinema Roma, e dei locali di via del Pino concessi alle associazioni cattoliche e agli uffici pastorali della diocesi di Pinerolo. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1980 ‐ 1980 (ripassatura tetto)
- "Nel 1980 venne ripassato il tetto..." (Relazione dell'arch. Carola Ripamonti, 2015)
- 1980 ‐ 2000 (interventi di manutenzione intero bene)
- Tutto il periodo dal 1980 al 2000 è stato contrassegnato da interventi di manutenzione, restauro e miglioramento. (Relazione dell'arch. Carola Ripamonti, 2015)
- 1985 ‐ 1993 (restauri intero bene)
- Tra il 1985 e il 1993 si realizzavano restauri al braccio orientale del palazzo vescovile, e soprattutto è di rilevanza l’adeguamento dei locali della ex cappella pubblica ad uso palestra della società sportiva Libertas Arte Sport. Attività fino al 1996. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1991 ‐ 1995 (ristrutturazione pianterreno)
- Tra il 1991 e il 1995 si eseguivano lavori per la sistemazione dei locali già occupati dalla tipografia dei Giuseppini, a uso dell’Archivio diocesano di Pinerolo. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1995 ‐ 1997 (ristrutturazioni interno)
- Tra il 1995 e il 1997 avevano luogo i lavori di adeguamento ai locali dell’ex cinema Roma con l’allestimento del Museo diocesano di Pinerolo, e alla sala soprastante che da cappella venne riconvertita nella sala pubblica denominata “Pacem in terris”. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 1999 ‐ 2000 (restauri interno)
- Tra il 1999 e il 2000 si svolgevano lavori di restauro al primo piano del palazzo, dove stava la parte di rappresentanza degli appartamenti vescovili, e in tale occasione nell’ampio storico salone si rimosse un tramezzo e si asportò la controsoffittatura, rinvenendo e di conseguenza recuperando il soffitto cassettonato dipinto e un fregio che corre tutto attorno alla sala. Durante i medesimi lavori si restaurò pure la cappella vescovile privata, che ora si trova in un locale attinente al salone. (Marco Calliero, Cronistoria del Palazzo Vescovile. BSSP, XXXII, 1-2, 2015, p.23-33)
- 2015 ‐ 2017 (restauro e consolidamento intero bene)
- WebCE E/8695/2015 Consolidamento e restauro episcopio
- 1428 ‐ 1428 (preesitenze carattere gnerale)
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- altare ‐ aggiunta arredo (2000 circa)
- Nella cappella interna è stata aggiunta una nuova mensa realizzata in legno scolpito con elementi dorati.
- altare ‐ aggiunta arredo (2000 circa)
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Data di pubblicazione
04/06/2024
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Pinerolo)