L’archivio di una congregazione religiosa (detto anche congregazionale) conserva la documentazione prodotta da un istituto di vita consacrata di voti pubblici semplici, vissuti in comunità. Le congregazioni religiose possono essere maschili o femminili. I loro membri sono detti «religiosi di voti semplici» (can. 1192 § 2). Si distinguono in congregazioni clericali, quelle governate da chierici pur ammettendo al suo interno anche laici, e laicali, quelle che non richiedono l’ordine sacro per perseguire il fine proprio dell’istituto.
Le prime, in genere, si prefiggono come fine la perfezione dei propri membri, l’apostolato e le opere di carità. Le altre, invece, sono comunità di laici dedite prevalentemente all’istruzione o alla cura di malati, carcerati e poveri.
Le congregazioni religiosi laicali sono in maggioranza femminili.
DOCUMENTAZIONE CONSERVATA
L’archivio congregazionale può conservare documentazione riguardante, ad esempio:
Atti fondativi: erezione e approvazione con statuto, costituzione, regola, facoltà e privilegi, diritti di proprietà;
Patrimonio e amministrazione: inventari di beni mobili e immobili, donazioni, testamenti;
Santa Sede: corrispondenza, esenzioni, privilegi, facoltà, dispense, cause, reliquie;
Altre autorità: corrispondenza e documentazione relativa ai vescovi, alle curie diocesane, ai superiori, al governo civile;
Persone ecclesiastiche: registri di fratelli e sorelle, doti monacali, processi;
Attività di culto: registri di messe, cappellanie;
Attività assistenziali, formative, missionarie: scritti e studi, rendiconti, missioni.
STORIA
Le congregazioni religiose sono nate sul finire del XVI secolo come pie associazioni di chierici desiderosi di vivere in comunità senza, tuttavia, costituirsi in veri e propri ordini religiosi per un più semplice perseguimento dei propri fini fondativi.
Tra le prime vi fu la Congregazione dell’Oratorio costituita da San Filippo Neri a Roma presso la chiesa di San Girolamo della Carità nel 1551, eretta canonicamente nel 1575 da papa Gregorio XIII, e desinata alla santificazione delle anime mediante l’'istruzione, la direzione spirituale, la predicazione e l’apostolato liturgico, in particolare tra i giovani.
Più o meno ispirate a quel modello nacquero poi varie altre congregazioni, come Dottrinari (1592), Pii Operai (1606), Monfortani (1705), e così via fino a quelle più note e recenti dei Salesiani (1859) o delle Missionarie della Carità (1950) di Madre Teresa di Calcutta.
L’organizzazione degli loro archivi delle congregazioni religiose è fortemente caratterizzata dallo specifico carisma dell’istituto. Nate, però, dopo il Concilio di Trento, le congregazioni religiose hanno generalmente definito nei propri statuti la necessità e talvolta la modalità di tenuta della documentazione relativa alla vita dell’istituto. Quelle più antiche, tuttavia, precedenti le leggi risorgimentali di soppressione, hanno visto la dispersione e la confisca dei propri archivi, per lo più oggi depositati presso gli archivi di Stato.
BIBLIOGRAFIA
- E. Angiolini (a cura di), Gli archivi conventuali degli Ordini maschili. Atti dei convegni di Spezzano (16 settembre 2005) e di Ravenna (30 settembre 2005), Modena 2006.
- G. Badini, Archivi e Chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa, Bologna 2005.
- Codex iuris canonici, 1917.
- Codex iuris canonici, 1983.
- Turchini, Archivi della Chiesa e archivistica, Brescia 2011.
- M. Naro (a cura di), Costruirsi sulla memoria. L'importanza degli archivi storici per gli istituti di vita consacrata, Trapani 2006.
- P. Montano, Classificazione e titolario per gli archivi degli Istituti religiosi, in «Archiva ecclesiae». Bollettino Associazione Archivistica Ecclesiastica, XXVIII – XXIX (1985 – 1986).
- V. Monachino (a cura di), I religiosi e la loro documentazione archivistica, Atti del XIX Convegno degli Archivisti ecclesiastici (Roma, 15 - 18 ottobre 1996) in «Archiva ecclesiae». Bollettino Associazione Archivistica Ecclesiastica, Anno 42, 1999.
- Chiesa cattolica, Annuario pontificio per l’anno 2012, Città del Vaticano,, 2012.