Fonds
Fondo della Curia diocesana (XX secolo)
Viterbo
DESCRIPTION
L’archivio della Curia diocesana di Viterbo del XX secolo è il prodotto del il rapporto tra gli uffici della Curia particolare, il clero secolare, i religiosi e i laici. E' una realtà che ha subito profondi cambiamenti a partire dal Concilio Vaticano II (1962-1965). Da quella data, le novità introdotte nel modo di concepire la funzione pastorale della Chiesa, la presenza degli istituti di vita consacrata e l’istituzione di organismi laicali nella Chiesa particolare ha comportato precise conseguenze nella organizzazione dell’Archivio diocesano (A. Longhitano, Realtà e prospettive negli archivi correnti diocesani, in “Archiva ecclesiae”, anno 42 (1999), pp. 69-79).
La lettera della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa su La funzione pastorale degli archivi ecclesiastici (1997) annota: “L’archiviazione della documentazione contemporanea è importante quanto la raccolta dei documenti antichi e la tutela degli archivi storici. Infatti gli archivi storici di domani sono gli odierni archivi correnti delle varie curie, vescovili e provincializie, degli uffici parrocchiali e delle segreterie delle singole istituzioni ecclesiastiche. In esse viene documentata, momento per momento, la vita della comunità ecclesiale nel suo continuo sviluppo, nella sua capillare organizzazione e nella molteplice attività svolta dai suoi membri. Specialmente nel periodo post conciliare si è avviato un proficuo processo di rinnovamento, ci sono stati mutamenti anche radicali nell’organizzazione delle istituzioni ecclesiali, si sono registrati nuovi sviluppi e battute di arresto nell’attività missionaria della Chiesa, si è imposta l’urgenza di ridimensionamento di molte istituzioni a causa del calo vocazionale, della diminuita pratica religiosa e di altre avverse condizioni che hanno interessato soprattutto i paesi occidentali. La documentazione prodotta è stata sovrabbondante e riveste particolare importanza per cui occorre una congrua regolamentazione ed organizzazione” (2.2, cfr.: G. Zito, Gli archivi ecclesiastici del Novecento: problemi di tutela e di conservazione della memoria contemporanea, in Metodi di intervento per la tutela e conservazione degli archivi ecclesiastici. La documentazione moderna e contemporanea, a cura di J. Ickx, Viterbo 2008, pp. 17-27).
Nel caso dell’Archivio diocesano di Viterbo del XX secolo si è verificata una significativa implementazione documentaria. Alla presenza di parrocchie e comunità religiose che vantano una storia plurisecolare, si è aggiunta l’istituzione di nuovi uffici a carattere pastorale. Non sempre, tuttavia, è stato possibile registrare una sufficiente sensibilità verso le carte prodotte: sia gli uffici di curia, sia i responsabili della produzione e della conservazione dei documenti, si sono spesso limitati a raccogliere le carte senza dare loro una organizzazione precisa.
Nell'ordinamento delle carte si è scelta la soluzione di creare un fondo apposito denominato “Fondo della Curia Diocesana del XX secolo” nel quale sono state concentrate le carte prodotte dalla Curia e relative alle diverse funzioni. Per ognuno degli uffici è stata costituita una serie nella quale è confluita la documentazione prodotta e ricevuta. È stato creato un titolario, il più chiaro ed articolato possibile, che favorisca il versamento e la corretta collocazione delle nuove carte che, man mano, arriveranno ad incrementare il fondo.
L’Archivio storico di Viterbo aveva già un suo titolario e una sua chiara divisione in serie nelle quali, quando possibile, sono state collocate le nuove carte. Per gli archivi di enti e istituzioni di nuova formazione invece (movimenti, gruppi, associazioni ecclesiali, istituti di vita consacrata e istituti secolari), sono state create serie nuove.
Nella progressiva produzione di documenti che ha accompagnato la nascita e lo sviluppo di ognuna di queste realtà ecclesiali, sia da parte delle istituzioni stesse sia da parte della Curia diocesana, non sempre ci si è occupati di garantire subito una altrettanto tempestiva e progressiva collocazione dei documenti in archivio. Le carte, in alcuni casi, sono state accumulate, piuttosto che collocate in modo accurato in un archivio dalla fisionomia precisa, con la conseguenza di creare difficoltà di accesso rapido a documenti indispensabili per garantire la coerenza e lo stile proprio di ogni ente o istituzione.
La necessità di dare un ordinamento all’archivio corrente degli Uffici di Curia ha reso indispensabile anche la sistemazione (con un inventario analitico per fondi e per serie, lasciando ai prossimi interventi un inventario analitico per singola unità archivistica) di tutte le carte prodotta dalla Curia diocesana a partire dagli anni del Concilio Vaticano II.
Per la creazione delle serie ci si è affidati a quanto indicato nel volume intitolato Organismi di partecipazione pubblicato dalla Diocesi di Viterbo nel 2005, che fornisce precise indicazioni sulla presenza e la regolamentazione di ogni singolo ufficio ed istituto presente nella Diocesi.
HISTOIRE DES RÈGLEMENTS
Il fondo della curia vescovile del XX secolo è giunto nei locali del Cedido privo di ordinamento. E' stato necessario suddividere i documenti secondo gli uffici, i vicariati e i servizi attivi nella Curia in quegli anni e che si sono venuti a formare in seguito alle disposizioni del Concilio Vaticano II. Oggi il fondo è ordinato e parzialmente inventariato.