Houses of worship
negli appunti
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- Grantola (VA)
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Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
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Diocese
Milano
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Ecclesiastical region
Lombardia
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Typology
chiesa
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Qualification
sussidiaria
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Denominazione principale
Chiesa di San Pietro
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S. Pietro sorge fuori dall'abitato di Grantola, lungo antichi tracciati di collegamento tra i paesi del fondovalle, ed è oggi servita dalla provinciale per Varese. La chiesa, antica matrice per più abitati (una porzione di Mesenzana) e poi per qualche tempo parrocchiale di Grantola, veglia sul cimitero, come forse sin dalle origini più remote. Dell'edificio primitivo (XI sec.) rimangono buona parte delle murature d'ambito dell'aula fedeli e un buon settore dell'attiguo campanile, come è ancora documentato dalle evidenti discontinuità murarie della parete laterale settentrionale e della stessa torre campanaria. Per il resto, si presenta come frutto di radicali ristrutturazioni operate tra sei e settecento: aula unica scandita in due campate coperte con volte a vela 'lunettate' (per ospitare le finestre aperte sopra la linea del cornicione); presbiterio a terminazione rettilinea (probabile rifacimento operato tra XV e XVI sec.) arricchito da un altare maggiore a parete in stucco; facciata semplice con profilo a capanna. A parte le tracce romaniche, il S. Pietro di Grantola si segnala per il venerato affresco con la 'Madonna del Buon Consiglio' sull'altare maggiore (XVI-XVI sec.) e la facciata dipinta (XVIII sec.?), unica documentazione, seppur evanescente, di una pratica decorativa perduta nell'area dell'alto Verbano Lombardo. La chiesa è orientata.
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- Struttura
- Murature d'ambito in pietra a spacco e ciottoli legati da giunti di malta. Le pareti esterne sono in parte intonacate. La facciata è intonacta e dipinta.
- Altare maggiore
- Bell'altare settecentesco (1728) in stucco che racchiude un'immagine votiva più antica popolarmente nota come 'Madonna del Buon Consiglio'. Sulla mensa è stato rimontato in anni recenti un bel paliotto in scagliola policroma con il ritratto clipeato di San Carlo Borromeo in preghiera, probabilmente proveniente dalla ex chiesa parrocchiale dedicata al cardinale ambrosiano costruita entro il 1613 nel centro dell'abitato, e oggi adibita a usi profani.
- Pavimenti e pavimentazioni
- Pavimento in cotto venato; soglie in marmo, prevalentemente coeve alla costruzione settecentesca dell'altare e all'inserimento delle balaustre di delimitazione del presbiterio. Soglia in pietra all'ingresso.
- Campanile
- Il campanile rappresenta uno dei retaggi più significativi delle prime fasi edilizie del complesso (X sec.). Di difficile lettura, a causa delle pesanti manomissioni, ha aspetto tozzo a causa dell'accorciamento della canna. Le superfici murarie sono composte di materiale eterogeneo assemblato in maniera piuttosto grossolana. La torre è meglio conservata sul lato meridionale, dove è percorsa da lesene che, incrociandosi con cornici lisce che presentano chiari segni della rimozione degli originari archetti, formano quattro riquadri aperti da due sottili feritoie e da una monofora, la canna termina con una cella campanaria moderna. Gli altri lati del campanile sono ancora più alterati e mostrano altrettante tracce della rimozione delle cornici e chiusura delle aperture (Schiavi).
- Struttura
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- XI ‐ XII (costruzione intero bene)
- La chiesa è tra le più antichedella Valtravaglia (alto Verbano lombardo). I documenti ne certificano l'esistenza sin dal XII sec., ma l'intitolazione a S. Pietro e le caratteristiche dell’impianto superstite, ancora ben leggibile, consentono una retrodatazione di almeno un secolo. L’edificio sacro, del resto, fu fondato in una località molto distante dall'abitato, nel cuore della piana, in un'area idonea alla sepoltura dei morti e di servizio per più paesi allora dotati di un proprio centro di culto. Della primitiva chiesa e del campanile coevo si conservano buona parte degli alzati. Mancano, però, indagini più approfondite per verificare: l’andamento dell’abside originaria; la coerenza delle lesene sul fianco settentrionale dell’aula che, se coeve alle prime fasi edilizie, troverebbero un riferimento nel S. Ambrogio di Barasso (XI sec.); l’antichità della cappella a pianta semicircolare sul medesimo prospetto nord, che, peraltro, non risulta mai adibita a qualche specifico culto.
- XV ‐ XVI (decorazione e cicli affrescati presbiterio)
- La parete di fondo del presbiterio conserva un affresco (fine XV/inizio XVI sec.) popolarmente noto come 'Madonna del Buon Consiglio', racchiuso in un'ancona marmorea del XVIII sec. Grazie a un recente esame dell'opera (Fazio), si è potuto individuarne la probabile, originaria sede all'interno della chiesa, in un altare laterale "cum imagine Beate Virginis Lauretane" attestato nel 1578. Forse a questa fase decorativa o a una di poco successiva si riferiscono anche i piccoli lacerti di affresco nel presbiterio attuale (parete sinistra): ne è stata accertata l'appartenenza a un complesso programma iconografico esistente almeno dal 1576 (Apostoli; Teofania; Evangelisti). Questo ciclo sarebbe stato eseguito a conclusione di una riforma integrale dell'area presbiteriale che avrebbe portato alla creazione di un abside rettilinea in luogo della primitiva (ma non documentata) terminazione semicircolare coeva alla chiesa del XI sec.
- 1611 ‐ 1611 (restauro intero bene)
- Le date del cantiere di riforma seicentesca furono precisate dal sac. Gornati che lesse, sull'architrave all'ingresso, l’iscrizione 1611. Non è possibile stabilire, tuttavia, se a questa fase vada riferita l'ingente opera di rialzo delle murature per l'inserimento delle volte interne, opera che parrebbe troppo precoce per quella data e, piuttosto, da riferire a una riforma settecentesca, meglio documentata. In ogni caso, un'azione di rivisitazione della chiesa agli esordi del XVII sec. ben corrispondeva a una revisione del patrimonio edilizio avviata dal 1596 o in precedenza, in concomitanza con la riorganizzazione della giurisdizione parrocchiale entro i soli confini comunali (con distacco di Mesenzana): la creazione di una nuova chiesa nel centro del paese (S. Carlo), divenuta sede parrocchiale nel giro di pochi anni (1613?); la costruzione di una casa per il curato (presso S. Pietro, scomparsa), obbligo al quale gli abitanti di Grantola si erano impegnati sin dal 1575.
- 1728 ‐ 1730 (restauro intero bene )
- Nel 1728 fu presentata alla Curia di Milano la richiesta di approvazione per i lavori al “restaurato […] coro dell’antichissima […] chiesa”, nel frattempo dedicata ai santi Pietro e Paolo; “sebbene povera”, la parrocchia aveva beneficiato allo scopo dei “danari di un questuante”. Pochi anni dopo, nel 1748, gli atti della visita del card. Giuseppe Pozzobonelli concludevano: "Hoc oratorium Anno 1730 ad meliore formam redactur opere plastico [...] ornatur". Altro non fu specificato lasciando ancora in dubbio se riferire a questi lavori l’inserimento delle volte o meno. È certo però che il restauro del coro, pur rispettando l’andamento imposto da precedenti modifiche del presbiterio, portò alla costruzione di un altare attorno alla ‘Madonna del Buon Consiglio’ ("opere plastico circundatam" nel 1748) e un ripensamento generale che uniformò gli ornati dell'intera chiesa grazie all’introduzione di capitelli compositi sopra le lesene di un bel cornicione continuo dal profilo alto e acuminato.
- 1914 ‐ 1914 (decorazione interno)
- L'impianto decorativo di volte e pareti, nonostante successive riprese, risale al 1914. Sopra il cornicione, in controfacciata, si legge, infatti: DIPINTA / L'ANNO 1914 / F.LLI G.S. BOZZOLI. L'intervento va segnalato anche per la possibilità di radunare una succinta scheda di opere della premiata ditta Bozzoli di Grantola in alcune chiese locali: nella parrocchiale di Bosco (Montegrino; entro il 1923) e nella parrocchiale di Mesenzana (1923-1924).
- XI ‐ XII (costruzione intero bene)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Milano)