Houses of worship
- Sassuolo (MO)
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Parrocchia di San Pietro Apostolo
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Diocese
Modena - Nonantola
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Ecclesiastical region
Emilia Romagna
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Typology
chiesa
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Qualification
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di San Pietro Apostolo
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La chiesa è inserita tra edifici facenti parte del complesso del castello di Montegibbio, e specificamente uno stabile di proprietà privata, sulla sinistra, e la canonica, sulla destra. La facciata, che fu rifatta nel 1770, presenta portale e finestrone centrali, inseriti in cornicioni sagomati; l’ingresso è sopraelevato tramite scalinata. La sommità è conclusa da timpano triangolare sormontato da colonnina con croce di ferro. L’interno è a tre navate, con due cappelle su ciascun lato; il presbiterio si conclude con piccola abside quadrangolare, e ha alla sua destra la sagrestia. Le pareti interne sono tinteggiate in toni di ocra, con rifiniture in bianco; in bianco sono anche i bassorilievi in stucco nella parte alta delle arcate raffiguranti mascheroni e putti recanti in mano simboli religiosi. La pavimentazione, moderna, è in cotto.
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- Coperture
- Copertura a due falde tradizionale, con orditura primaria e secondaria in legno, manto in coppi laterizi.
- Impianto strutturale
- La chiesa è a tre navate, con due cappelle su ciascun lato; il presbiterio si conclude con piccola abside quadrangolare. L'interno è coperto da volta a botte ribassata nella navata centrale e da volte a crociera nelle navate laterali.
- Pavimenti e pavimentazioni
- Pavimentazioni interne in cotto moderno.
- Struttura
- Struttura portante in muratura continua in pietra, copertura a falde in legno con manto in coppi tradizionali.
- Coperture
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- XIII ‐ XVI (preesistenza carattere generale)
- Non sono chiare le origini e la prima collocazione della chiesa, o meglio delle chiese di Montegibbio. In alcuni elenchi delle chiese della diocesi di Modena del XIII, XIV e XV secolo si parla di una chiesa dedicata a San Martino, mentre nella vicina località Montecchio esisteva una chiesa dedicata a San Pietro. A Montegibbio esiste tuttora un Oratorio dedicato a San Marino (e non Martino); esso fu per un periodo la chiesa parrocchiale, come risulta da varie testimonianze. C’era poi senz’altro una cappella privata presso il castello, del quale esistono testimonianze a partire dal X secolo, sede dei feudatari della zona; esso venne ricostruito nell’aspetto attuale dalla famiglia Boschetti dopo il 1636 e ampiamente restaurato nella seconda metà dell’Ottocento. Una riproduzione del castello, nel quale si distingue chiaramente la sagoma di una chiesa con campanile, si trova nelle mappe riprodotte nel castello di Spezzano, che sono databili tra il 1587 e il 1597.
- 1600 ‐ 1669 (preesistenza carattere generale)
- E’ questa piccola chiesa che, probabilmente intorno all’anno 1600, divenne sede della Parrocchia di Montegibbio. Secondo Ferruccio Richeldi, autore di una piccola monografia, in quel periodo alla cappella fu aggiunto un presbiterio. Nelle prime registrazioni dei libri parrocchiali, ovvero dal 1599 al 1669, così come negli atti di una Visita pastorale del 1632, la Parrocchiale è chiamata “dei Santi Pietro apostolo e Marino”; nelle registrazioni successive al 1669, si trova solo l’intitolazione a San Pietro.
- 1770 ‐ 1770 (ricostruzione facciata)
- Nel 1770 il parroco don Antonio Lori (1770-1810) ricostruì la facciata, che in una visita pastorale del 1761 veniva definita troppo simile a quella della case vicine. Lo stesso sacerdote restaurò la chiesa e la canonica.
- 1860 ‐ 1862 (ristrutturazione intero bene )
- Significativi interventi furono poi realizzati nel 1860-1864 dal parroco don Alfonso Pigioli (1859-1911). In una sua Memoria conservata nell’Archivio parrocchiale, in parte riportata da Ferruccio Richeldi, egli dice che la chiesa aveva subito gravi danni soprattutto in seguito a una forte esplosione della ‘salsa’ di Montegibbio, ovvero vulcanetto di metano, avvenuta nel 1835. Soprattutto la volta “era tutta screpolata ed in più punti minaccevole”; i punti più a rischio erano il presbiterio, la cappella del Rosario e la parte centrale della chiesa. Appena entrato in possesso della Parrocchia, si diede a ricercare fondi per eseguire i restauri. Il primo lavoro fu un allargamento della sacrestia, eseguito tra il 1860 e il 1862.
- 1864 ‐ 1864 (restauro intero bene )
- I restauri veri e propri furono condotti nel 1864. Don Pigioli segnala come architetti coinvolti i sassolesi Felice Spezzani e Giovanni Cionini. Furono rifatte innanzitutto le fondamenta e la volta del presbiterio; poi, si consolidarono la copertura della navata centrale e gli archi delle cappelle laterali. Furono quindi ripulite le sculture a bassorilievo in stucco sopra gli archi; fu rafforzata la cappella del Rosario; vennero intonacate di nuovo le pareti delle navate laterali e infine rifatti gli ornati della facciata, secondo il disegno già esistente.
- 1864 ‐ 1864 (restauro intero bene )
- Si chiamò poi il pittore ornatista Augusto Forghieri di Modena, che don Pigioli definisce “un fra i più abili allievi del chiarissimo [Camillo] Crespolani”. Forghieri rifece la decorazione della parete absidale, che rappresentava precedentemente un padiglione intorno alla pala di S. Pietro, dipingendo al suo posto un finto altare marmoreo e dietro di esso, con effetto trompe-l’oeil, un’abside semicircolare. Completò poi la pittura del piccolo presbiterio con medaglioni alle pareti laterali e l’occhio divino nel cielo sul soffitto. Forghieri restaurò poi le due tele appese alle pareti laterali del presbiterio; e fece qualche ritocco al primo altare di destra e al primo di sinistra. Forghieri fornì anche, su indicazione del parroco, i colori usati dagli imbianchini per tinteggiare l’interno e l’esterno della chiesa. L’opera del Forghieri fu apprezzata da tutti e, a detta di don Pigioli, la chiesa di Montegibbio riuscì insperatamente “la più bella della Congregazione di Rocca S. Maria”.
- 1980 ‐ 1980 (restauro intero bene )
- Un restauro generale della chiesa eseguio negli anni Ottanta, forse troppo drastico da questo punto di vista, ha eliminato completamente gli interventi pittorici del Forghieri del 1864, mentre ha mantenuto tutto sommato i colori della tinteggiatura interna ed esterna, anch’essi risalenti a quell’anno. Nell’ancona del secondo altare di sinistra, dedicato alla Madonna del Rosario, è ricavata attualmente una nicchia, che contiene una statua; nelle memorie del 1864 don Pigioli vi segnalava un ‘logoro e vecchio quadro di nessun valore”, ma si auspicava appunto che al più presto esso venisse sostituito con la statua della Madonna, che all’epoca si conservava nella canonica.
- XIII ‐ XVI (preesistenza carattere generale)
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- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1980-2000)
- Il presbiterio, rialzato rispetto all'aula da due gradini, presenta l'altare originario in marmi e paliotto in scagliola con mensa e tabernacolo. Il celebrante trova centrale la mensa per le funzioni in metallo e pietra arenaria, alla sua destra il leggio in ferro battuto e tra i due altari la sede in legno.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1980-2000)
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Data di pubblicazione
15/12/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Modena - Nonantola)