Houses of worship
negli appunti
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- Messina (ME)
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Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
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Diocese
Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela
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Ecclesiastical region
Sicilia
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Typology
chiesa
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Qualification
rettoria
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Maria Annunziata dei Catalani
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L’area occupata dalla Chiesa S.S. Annunziata dei Catalani situata all’interno dell’aggregato urbano del centro di Messina, è ad una quota inferiore rispetto all’attuale impianto meccanografico urbano di circa ml. 2,60, a testimonianza della quota originaria della città pre-terremoto del 1908. La concavità dell’area è delimitata da un muro di contenimento e recinzione in ferro.
L’edificio, costruito nel XII secolo su preesistenze di epoca classica, in stile romanico - normanno con affluenze bizantine, ha pianta a croce latina, a tre navate, separate da due file di tre colonne monolitiche con capitelli corinzi e pulvini squadrati, che sorreggono il piano di imposta degli archi bicromici a tutto sesto, realizzati con conci in pietra e mattoni posti di costa. Nella parte superiore, il cleristorio, presenta delle finestre ad arco, centrate rispetto alla chiave di volta degli archi sottostanti. Sia le finestre del cleristorio, che quelle poste nelle navate laterali, presentano delle tipiche transenne, con disegno ornato. La navata centrale e quelle laterali si innestano nel transetto tri absidato attraverso archi a tutto sesto, a tarsia geometrica, realizzata con conci di tufo nei colori alternati giallo e bianco, sorretti da pilastri composti di muratura mista in pietra lavica e mattoni, adornati ai lati da paraste corinzie marmoree. Il presbiterio, con abside centrale semicircolare è illuminato da un'unica apertura strombata. L’arco che separa il presbiterio dall’abside si differenzia per la sua impostazione rispetto agli altri, poiché esso poggia sui capitelli di due piccole colonne per lato, che a loro volta poggiano sui capitelli di altre due colonne sottostanti marmoree con il fusto scanalato. Sopra il presbiterio si erge il tamburo circolare della cupola che presenta quattro finestre ad arco. Il transetto è illuminato da due bifore, poste sui lati nord/est e sud/ovest; tali bifore, dall'esterno, risultano inscritte in un'arcata policroma a tutto sesto. Le navate laterali terminano anch'esse con due absidi a pianta semicircolare affiancandol’abside centrale. -
- Pianta
- Pianta a croce latina costituita da tre navate separate da due file di tre colonne per lato. Dopo il terremoto del 1908, come riportato dalle notizie storiche, le tre colonne che separano la navata di sinistra dalla navata centrale, furono ripristinate; le altre tre colonne in marmo e in granito, sono originarie. Il transetto a pianta rettangolare ha una quota superiore rispetto a quella delle navate, infatti si accede ad esso tramite una piccola scalinata composta da due gradini. L'accesso alla chiesa è garantito da tre ingressi posti sul prospetto principale nord/ovest, uno centrale in corrispondenza della navata principale e due laterali in corrispondenza delle navate minori. Sui lati nord/est e sud/ovest, altri due ingressi laterali immettono direttamente nelle navate minori.
- Coperture
- L’edificio presenta coperture miste; la navata centrale è caratterizzata da una copertura a botte mentre le navate laterali sono coperte internamente da volte a crociera; all'esterno, invece, le navate presentano copertura piana. Il transetto, all’incrocio tra il transetto stesso e la navata centrale, è caratterizzato da una copertura a cupola rivestita, internamente, da cotto faccia vista. I filari di mattone, nella cupola, sono disposti in modo concentrico andando a restringersi dal tamburo verso la parte sommitale della cupola stessa. Ai lati della cupola il transetto presenta coperture a crociera rivestite, internamente, da lastre di tufo bianco e giallo. L’abside presenta copertura a semicatino, rivestita internamente da cotto faccia vista e le cappelle laterali, anch’esse coperte da semicatino, sono prive di decorazioni.
- Preesistenze
- Sul muro di recinzione ovest in pietrame, di pertinenza della chiesa, due aperture conducono a un ambiente ipogeo a pianta rettangolare che si sviluppa in direzione nord/sud, sotto un tratto di marciapiede della via Cesare Battisti. L’ambiente venuto alla luce durante i restauri della chiesa effettuati dal Valenti negli anni trenta per conservare e rendere fruibili gli antichi resti dell’impianto originario del monumento, ovvero di frammenti murari del prolungamento della navata centrale che documentano l’originaria estensione della chiesa sul lato nord/ovest.
- Prospetti
- Il prospetto principale nord/ovest prospiciente la via Cesare Battisti è a tre partiti. Il partito principale a capanna, corrispondente alla navata centrale, è caratterizzato da un portale centrale con arco bicromico con conci di pietra alternati a mattoni posti di costa sostenuto da pilastri e paraste corinzie. Tale portale, inoltre, presenta un incasso entro il quale vi sono alloggiati due stipiti con capitelli corinzi, sopra i quali poggia un arco a conci monocromi. Il portale è sormontato dallo stemma raffigurante l’arma di Aragona scolpita in marmo bianco con cornice, a forma di rombo, a fronde e frutta incorniciata, a sua volta, da tufo grigio scuro; nel registro superiore, in asse con il portale, una finestra ad arco, circondata da conci di pietra e tufo nei colori bianco e giallo alternati a mattoncini e chiusa da una ricamatura a intaglio; più in alto ancora, a coronamento, vi è la timpanatura. I partiti laterali, che fiancheggiano la navata centrale, sono a un unico registro e presentano ulteriori due ingressi che immettono direttamente nelle navate minori. I portali sono caratterizzati da paraste corinzie composte da piedritti che sorreggono una trabeazione sulla quale si innestano i conci di pietra grigio chiaro degli archi, posti a delimitazione delle finestre, protette da inferriate, che sovrastano i portali stessi. Gli archi suddetti, a lunetta, a loro volta presentano una cornice sporgente sostenuta ai lati da volute di foglie d’acanto che proiettano i due portali laterali verso l'alto, facendoli risultare leggermente più alti rispetto al portale centrale. Sul lato destro del prospetto emerge la parete originaria della navata laterale sud/ovest composta da conci di pietra arenaria, la parete a due registri presenta un portale architravato, aperto a seguito del restauro del Valenti, con paraste corinzie, nel registro superiore una serie di arcate inquadrano finestre e nicchie cieche alternate. Stesse caratteristiche presenta il muro perimetrale della navata laterale nord/est; qui, a differenza di quella sud/ovest, vi sono motivi decorativi geometrici, quali dischi, intarsi stellari e radianti, rombi inscritti in fregi stilizzati, tipici dell’architettura normanna che si sviluppano lungo la finta loggia e come cornice di delimitazione dei due registri. Tale tarsia policroma insieme al finto loggiato che decora la parte absidale e il transetto, è quindi ben visibile lungo il prospetto absidato sud/est a due registri e tre partiti. Qui, emerge la parete semicircolare dell’abside centrale su entrambi i registri caratterizzata, come anticipato precedentemente, da una decorazione di archetti pensili su colonnine in marmo bianco e capitelli scolpiti con foglie che rivestono anche le pareti del transetto sui lati longitudinali della chiesa. Gli archi di pietra arenaria, con colori alterni bianco e giallo, inquadrano elementi decorativi circolari, marcati dall’utilizzo di pietra lavica, e le finestrature; il colonnato è sormontato in entrambi i registri da una corniche con elementi geometrici in cui prevale la figura romboidale prevalentemente nera. Al primo registro spicca un portale trabeato cieco corrispondente alla navata sud/ovest, identico a quello presente sul lato longitudinale della stessa navata; esso rappresentava la porta d'accesso al presbiterio ed è sormontato da uno stemma in marmo bianco. A completamento si erge il tamburo circolare anch’esso colonnato che inquadra le quattro finestrature delimitate da conci di pietra arenaria e tufo giallo alternati, qui gli archetti pensili su colonnine, sono realizzati con conci di pietra e mattoni. Al di sopra del tamburo, limitato da una semplice modanatura, si imposta una cupola con estradosso in cocciopesto, realizzato a seguito dello smantellamento del manto di coppi alla cappuccina eseguito precedentemente da Lojacono. Un basamento di conci di pietra lavica si estende lungo le pareti del transetto e del prospetto sud/est.
- Pavimenti e pavimentazioni
- Il pavimento si presenta come un ammattonato di elementi rettangolari di cotto disposti a spina di pesce.
- Struttura
- A seguito dei vari interventi di restauro e consolidamento strutturale subiti, l'edificio presenta una struttura "mista" in muratura e calcestruzzo armato.
- Pianta
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- X ‐ XII (denominazione carattere generale)
- Secondo diverse fonti librarie, la chiesa sorgeva sull’area del tempio di Nettuno, accanto al castello che era posto a guardia del porto, da qui l’antico nome della chiesa di “Santa Maria Annunziata di Castellammare"; dopo essere stata trasformata in moschea durante la dominazione araba, nel periodo normanno venne restaurata e riconsacrata. A seguito degli scavi effettuati dall’ingegnere Francesco Valenti, soprintendente ai monumenti, in occasione degli interventi di restauro e consolidamento statico post terremoto del 1908, vennero alla luce le strutture fondali dell'impianto originario databili agli ultimi anni della dominazione normanna a testimoniare l'intervento restaurativo
- 1271 ‐ 1271 (sussistenza intero bene)
- La prima notizia che documenta l'esistenza della Chiesa è riferita dal Pirri, quando, il 18 marzo 1271, l'Annunziata fu assegnata ai Padri Domenicani dell'Ordine dei Predicatori,che si trasferirono lasciando il convento posto presso il torrente dei Santi Filippo e Giacomo
- fine XIII ‐ XIV (modifica pianta e rifacimento facciata intero bene)
- Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, la Chiesa subì per cause ignote (forse di natura sismica) delle modifiche nella configurazione planimetrica; La Chiesa doveva misurare circa 36 metri dalla soglia della porta maggiore fino al termine absidale e la navata centrale era separata dalle due navate laterali mediante sette colonne per ciascun lato delle quali, oggi, ne restano solo tre. A conferma di tali modifiche architettoniche, il Samperi riporta la notizia relativa alla donazione nel 1466 alla chiesa di Santa Maria della Scala di due porte in marmo della chiesa di Castellamare, divenute, probabilmente, superflue a causa dell'accorciamento della navata. A seguito di tali modifiche la facciata venne ricostruita
- 1347 ‐ 1347 (giurisdizione intero bene)
- La Chiesa era di giurisdizione reale, come si apprende da una lettera del 4 luglio 1347 scritta dal re Ludovico II all’arcivescovo di Messina, monsignor Raimondo de Pizzolis, al quale ricordò che la Chiesa era cappella reale con diritto di nomina e, in virtù delle bolle pontificie, era esente dalla giurisdizione ordinaria
- 1499 ‐ 1499 (affidamento e cambio del titolo intero bene)
- Nel 1499, la chiesa venne concessa dal re Ferdinando il Cattolico alla comunità dei Catalani; da questo momento il tempio venne denominato SS. Annunziata dei Catalani
- XVI ‐ XVI (arricchimento intero bene)
- A testimonianza della importanza dell'edificio chiesastico e del suo ruolo nel contesto cittadino, la chiesa nei primi decenni del ‘500, sotto la spinta della confraternita, fu dotata di numerose opere d’arte; la più importante fu commissionata a Polidoro da Caravaggio dal patrizio messinese Pietro Ansalone, console catalano e rettore della confraternita; l’opera “Madonna dello Spasimo” si trova oggi conservata al Museo Capodimonte di Napoli
- 1507 ‐ 1542 (concessione della rettoria intero bene)
- Il 26 marzo 1507, re Ferdinando il Cattolico concedette la rettoria della chiesa dei Catalani al Senato di Messina che assegnò le ricche rendite all’Ospedale dei Trovatelli e nel 1542 all’Ospedale Grande di Messina, nato, durante il regno dell'imperatore Carlo V, a seguito dell'unificazione di una dozzina di ospedali presenti nel territorio
- XVII ‐ XVII (abbellimento intero bene)
- A testimonianza dell'importanza dell'Annunziata dei Catalani e del ruolo che l'omonima comunità rivestita nella realtà messinese, nel XVII secolo, anche a seguito delle istanze culturali del tempo, la chiesa venne arricchita e abbellita di elementi decorativi barocchi
- 1783 ‐ 1783 ( trasferimento titolo parrocchiale di San Nicolò intero bene)
- A seguito del terremoto del 1783, la chiesa, non avendo subito danni, ospitò il titolo parrocchiale della distrutta parrocchia di San Nicolò all'Arcivescovado
- post 1783 ‐ XIX (modifiche intero bene)
- Dopo il terremoto del 1783, si procedette alla ricostruzione della città; alla chiesa dei Catalani vennero addossati dei corpi di fabbrica di nuova costruzione, che ne alterarono la percezione volumetrica; inoltre, i lavori di restauro di fine '700 e inizio '800 determinarono delle modifiche formali degli interni che resero irriconoscibile il tempio
- 1881 ‐ 1881 (cessione blocchi marmorei intero bene)
- Nel 1881, i blocchi di marmo con iscrizioni arabe, realizzati a tarsie di porfido verde e innestati nel portale centrale della chiesa, vennero ceduti al Museo regionale di Messina in cambio di un terreno del Camposanto
- 1884 ‐ 1884 (restauro intero bene)
- Alla fine dell' 800, vennero eseguiti dei lavori di restauro nella chiesa. Un documento contabile del 10 aprile 1884, redatto dall’ing. Luigi Trombetta, testimonia gli interventi sull’abside con il risanamento della pietra lavica del basamento, sulle colonne con delle integrazioni con pietra di Siracusa e la realizzazione di una ringhiera parallela al perimetro circolare
- 1891 ‐ 1895 (danni e restauro intero bene)
- I corpi di fabbrica addossati alle mura perimetrali della chiesa, nel tempo, causarono gravi danni alle strutture, come risulta dalle segnalazioni inviate dalla Confraternita dei Catalani al Prefetto e al Direttore dell'Ufficio Tecnico Regionale per la Conservazione dei Monumenti in Sicilia, Giuseppe Patricolo. Nel luglio del 1891, durante un sopralluogo, venne rilevata la necessità di demolire l’ossatura di legno della piccola orchestra e i timpani dei primi due archi e di intervenire sulle infiltrazioni di umidità causate dagli stabili attigui. Nel 1895, la Soprintendenza ai Monumenti per la Sicilia, durante i lavori di restauro mise in luce le finestre laterali e gli archi a tutto sesto delle navate
- 1908 ‐ 1908 (crollo per terremoto intero bene)
- Il terremoto del 1908 causò notevoli danni alla chiesa. Crollò il colonnato a nord della navata centrale e tutte le sovrastrutture barocche e le costruzioni aggiunte all’esterno mettendo in luce la struttura originaria
- 1916 ‐ 1916 (scavi archeologici intero bene)
- Il 4 aprile 1916, Francesco Valenti iniziò i lavori di scavo per i saggi sull'area antistante la Chiesa che vennero completati nel dicembre dello stesso anno; la scoperta delle strutture fondali dell'impianto originario determinò la sospensione dei lavori di sistemazione della piazza antistante la Chiesa
- 1926 ‐ 1932 (ristrutturazione intero bene)
- Tra il 1926 e il 1932 vennero realizzati, a cura della Soprintendenza ai Monumenti, i lavori di ristrutturazione della Chiesa. Venne restaurata la cupola, consolidate le archeggiature, muniti i muri perimetrali di cordoli in cemento armato e ripristinate le colonne cadute della navata di sinistra
- 1941 ‐ 1941 (danni bellici intero bene)
- Il 21 Novembre 1941, una bomba cadde nei pressi della Chiesa danneggiando l'esterno dell'edificio, da poco restaurato dal Valenti; in particolare, il paramento murario intarsiato e le volte finte retinate si distaccarono dai muri, mentre la robusta intelaiatura in cemento armato resistette allo scoppio
- 1955 ‐ 1955 (restauro intero bene)
- Nel 1955, il soprintendente ai Monumenti per la Sicilia Orientale, Pietro Lojacono, operò i primi interventi. All’interno della chiesa, venne eliminata la volta retinata della navata centrale rendendo visibili i pieducci rimasti dell’antica volta in mattoni, vennero rifatti gli intonaci e restaurate le volte a crociera delle navate laterali e venne portata alla luce la struttura muraria dei grandi pilastri e cantonali del presbiterio e delle absidi. All'esterno, si provvide alla creazione di un canale di isolamento dall'umidità e alla sistemazione del giardino circostante con una pavimentazione a ciottoli bianchi e grigi a disegno geometrico
- 1955 ‐ 1957 (fine lavori intero bene)
- Il 9 dicembre 1955, fu redatto il verbale di consegna della restaurata chiesa della SS Annunziata dei Catalani; l' edificio necessitava ancora dei locali per la sagrestia, dell’impianto elettrico e dei vetri delle finestre del prospetto; nel 1957, risulta ancora non aperta al culto e luogo di vagabondaggio, tanto che il Municipio di Messina sollecitò l’immediata realizzazione della cancellata in parte abbattuta
- 1955 ‐ 1980 (realizzazione copertura)
- Gli interventi operati da Pietro Lojacono resero difficile la lettura del monumento; egli ritenne di poter proporre sperimentalmente la definitiva soluzione delle coperture dell’area presbiteriale che furono tegumentate da tetti a sagoma inflessa. Il Lojacono, iniziò un processo di recupero del contesto materiale del monumento operando una riconfigurazione delle coperture con la realizzazione di manto di coppi murati alla cappuccina su tutto l’estradosso delle volte e della cupola. Le dure critiche ricevute da stampa e studiosi causarono la sospensione dei lavori che vennero comunque ripresi e completati nel 1980 dal Soprintendente ai Monumenti della Sicilia Orientale, P. Paolini
- 1996 ‐ 2001 (restauro intero bene)
- Nel 1996, venne redatto un progetto per i lavori di studio, restauro conservativo e valorizzazione della Chiesa; nel 1998, il progetto venne cofinanziato dalla Regione Sicilia e dalla Comunità Europea. I lavori di restauro, consegnati nel 2000, interessarono opere conservative all’esterno dell’edificio; l'intervento più rilevante interessò la copertura della zona absidale che venne rivestita con intonaco cocciopesto. Con finanziamento suppletivo del 10 agosto 2001, furono eseguiti lavori conservativi all’interno; in particolare, il restauro del paramento lapideo dei pilastri in pietra lavica, della cupola, del catino absidale e degli intonaci ed il rifacimento delle volte a crociera delle navate laterali che, per la presenza di infiltrazioni, minacciavano l’imminente crollo. Durante tali lavori la rimozione degli intonaci mise in luce l’originaria struttura in pietra bicromica arenaria e mattoni, ricorrente nelle arcate della navata meridionale
- X ‐ XII (denominazione carattere generale)
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- altare ‐ intervento strutturale (1970 - 1980)
- Il basamento dell'altare è costituito da un elemento monolitico a base rettangolare, rivestito in marmo di Carrara. Il paliotto presenta ai bordi una sobria cornice neoclassica e un mosaico in vetro e pietre dure che circonda anche il tondo centrale, sempre in marmo di Carrara, raffigurante l'agnello pasquale. Completano le decorazioni quattro colonne in marmo rosso Lepanto con capitello corinzio, incassate nei bordi laterali del basamento. La sovrastante mensa è anch'essa in marmo bianco di Carrara
- ambone ‐ aggiunta arredo (1980)
- Costituito da semplice leggio in metallo ottonato, sorretto da stelo e basamento dello stesso materiale
- altare ‐ intervento strutturale (1970 - 1980)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Messina - Lipari - Santa Lucia del Mela)