Houses of worship
- Agrigento (AG)
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Parrocchia San Giuseppe
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Diocese
Agrigento
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Ecclesiastical region
Sicilia
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Typology
chiesa
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Qualification
rettoria
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Rosalia
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La chiesa di S. Rosalia oggi si presenta totalmente diversa da quando venne edificata, sia per il linguaggio stilistico della facciata che per i decori interni e gli arredi, a causa di interventi di sistemazione interna e consolidamento che hanno danneggiato, in modo irreversibile, l'aspetto originario architettonico della chiesa. L'interno della chiesa, ad unica navata, ha subito notevoli modifiche negli anni, risultando sempre proporzionato ed adornato da stucchi settecenteschi rifatti in un secondo tempo e da dipinti di notevole fattura uno dei quali, la "Madonna con Bambino e Santi", è attribuibile con certezza a Domenico Provenzani che lo eseguì intorno alla fine del settecento. L'originario prospetto in pietra di calcarenite arenaria, per il suo marcato plasticismo e per la sua conformazione a linee curve, era di evidente ispirazione borrominiana.
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- Impianto Planimetrico
- La chiesa ad unica navata culmina nella parte orientale con la presenza dell'abside.
- Pianta
- Il perimetro della chiesa è delimitato da una muratura portante che disegna una pianta a forma rettangolare dalle dimensioni di 21,30 mt e 6,80 mt. In entrambi i lati maggiori dell'aula liturgica si aprono degli archi a tutto sesto per dare spazio a delle cappelle che contengono tele di notevole pregio, solo una di esse ha conservato l'altare in marmo policromo.
- Abside
- La zona absidale è divisa dall'area presbiterale tramite un arco trionfale a tutto sesto sorretto da paraste. Tale zona è caratterizzata da due nicchie laterali che si aprono nella muratura, le quali contengo le statue di San Giuseppe e la Madonna. Al centro è posizionato il Crocefisso, che costituisce l'insieme con gli stucchi, posti nel cornicione marcapiano, raffigurante la trinità ed arricchito dalla presenza di angeli.
- Interno
- L'aula liturgica è separata dalla zona d'ingresso mediante una parete che dal pavimento arriva fino al soffitto voltato. L'accesso all'aula è dato attraverso una porta-vetrata in legno e in corrispondenza di tale apertura, nella parte superiore, due file costituite da tre aperture rettangolari permettono l'ingresso alla luce diurna, accendendo naturalmente l'aula liturgica. Lo spazio interno è ben proporzionato e sopra il cornicione marcapiano, che percorre tutto il perimetro della chiesa, si prolungano le pareti superiori sino all'innesto con la volta a botte, interrotta da vele adiacenti alle finestre. Le pareti dell'aula liturgica vengono scandite da lesene, dando un ritmo ben definito e i quattro archi a tutto sesto laterali completano l'armonia architettonica interna.
- Impianto strutturale
- Le pareti portanti perimetrali sono costituite da blocchi portanti in calcarenite arenaria, che sorreggono l'orditura principale della copertura realizzata a due falde, e il soffitto costituito da una volta a botte lunettata.
- Elementi decorativi
- Molte decorazioni in stucco arricchiscono l'interno della chiesa, dando un tono più elevato allo spazio interno. Significativa l'imponente decorazione posta sopra il cornicione marcapiano dell'abside, raffigurante la trinità rappresentata dal triangolo con l'occhio in alto, la colomba che emana fasci luminosi in basso, ed entrambe le raffigurazioni separate da angeli e puttini.
- Facciata
- Il prospetto è delimitato ancora dalla sagoma provvisoria, realizzata con travi marcapiano in conglomerato cementizio armato e mattoni pieni, dopo i lavori di demolizione del 1951, che dovevano servire per consolidare la chiesa. Purtroppo, ancora oggi è in attesa di sistemazione definitiva.
- Impianto Planimetrico
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- 1621 ‐ XVII (incarico carattere generale)
- Una vecchia carta della Curia Vescovile in data 2 settembre 1626, dice testualmente: “Havendosi reconosciuto che la protezione della gloriosa Santa Rosalea, nostra advocata ha prevaluto appresso Dio Nostro Signore, dal quale abbiamo ricevuto la gratia et saluti di questa città, volendosi dunque conservari la memoria di questa gratia ricevuta, si ha deliberato costruire ed edificare una chiesa in questa città del titolo di detta gloriosa sancta Rosalea”. Siamo nei terribili anni 1621-26, nei quali il flagello della peste desolò tutta l’Italia e mietè numerose vittime anche in Sicilia; ad Agrigento morì anche il Vescovo, che era allora il cardinale Ottavio Rodolfo, venuto tra noi il 30 marzo 1621 e morto in Girgenti il 6 luglio 1623, anch'esso vittima della peste.
- 1626 ‐ XVII (costruzione chiesa)
- Santa Rosalia divenne la patrona di numerose città siciliane, e in suo onore anche in Girgenti venne eretta una chiesa, d'altronde legata ad Agrigento da antiche tradizioni, che la vogliono eremita penitente nella tetra spelonca della Quisquina. La Chiesa di S. Rosalia sorse quindi nella prima metà del sec. XVII e possiamo ben pensare che avesse quelle caratteristiche architettoniche del tempo; l’interno con gli altari barocchi in legno, il coro delle monache accanto all’ingresso e l’altare centrale nell’abside adorna di stucchi del tempo; l’esterno era in pietra di calcarenite arenaria, usata abitualmente in tutte le costruzioni sacre e profane di Agrigento sino ai nostri tempi, e si svolgeva in una dolce linea curva tra capitelli lavorati, sormontato da un campaniletto con le squillanti ed argentine campane.
- 1737 ‐ XVIII (costruzione collegio)
- Il 7 ottobre 1737, festa del SS. Rosario, il grande Vescovo Mons. Lorenzo Gioeni stabilì l’erezione di un Collegio “fondato sotto il titolo speciosissimo della S. Famiglia perchè istituissero Maestre le più prudenti e virtuose, acciochè insegnassero tutte le ragazze di qualsiasi ceto, così nel timore di Dio che nella dottrina cristiana ed in tutte le arti proprie donnesche senza ripeterne lucro e premio alcuno, ma a gloria di Dio soltanto e sotto l’istituto dell’ Em.mo Cardinale Corradini”. Da quel giorno la Chiesa di S. Rosalia, appoggiata dal Collegio di Maria, sviluppò un notevole apostolato nell'ambiente femminile di Girgenti, curando la formazione di squisite anime, elle arricchirono la vita religiosa e familiare della città.
- 1947 ‐ XX (ristrutturazione area presbiterale)
- Il 26 gennaio 1947 venne stabilita l'adorazione perpetuadiurna del SS. Sacramento, e a maggio dello stesso anno fu collocata all'interno della chiesa la statua della Madonna di Fatima, per essere venerata dai fedeli. Questo comportò un primo intervento di ristrutturazione per affrontare alle nuove esigenze, modificando la struttura interna. Si costruì il tronetto dell’esposizione, a cui si accede attraverso due scalette in marmo, adattate nella curva dell’abside; nel 1949 si costruirono le due nicchie, in cui vennero collocate le statue della Madonna di Fatima e di S. Giuseppe, sistemate sulle rampe della scaletta del tronetto.
- 1951 ‐ XX (demolizione totale facciata principale)
- Nel 1951 sembrò, da qualche lesione verificatasi nel muro perimetrale di mezzogiorno, che si corresse pericolo per la sicurezza della stessa Chiesa e dei palazzi vicini. Si rese quindi necessario l’abbattimento della secentesca facciata e la costruzione di pilastri di fondazione in cemento armato, che consolidarono tutto il tempio ed eliminarono il pericolo. Fu sacrificata la facciata, che per mancanza di mezzi non poté essere ricostruita e rimase quindi l’attuale sagoma provvisoria, che ancora oggi rimane in attesa di sistemazione definitiva. Tale lavori furono commissionati da padre Silvio Morosino, che non si resero affatto necessari per consentire opere di consolidamento, ma per mirate modifiche speculative di ampliamento e sopraelevazione.
- 1963 ‐ XX (ristrutturazione area presbiterale)
- Con la riforma avuta dal Concilio Vaticano II, si svolsero i lavori di sistemazione interna: si cominciò col presbiterio, che venne tutto smantellato nel pavimento, nella balaustra, nell'altare; l’altare, così come era, venne collocato nella prima cappella a destra, che nella nicchia accoglie la statua di S. Rosalia, titolare della Chiesa, e serve d’altare per conservare l’Eucaristia; al suo posto nel centro del presbiterio venne innalzato il nuovo altare, consistente in una semplice mensa o tavolo, sostenuto da quattro colonne quadrate di botticino, poggianti su due ampi gradini marmorei, che permettono l’incensazione circolare. Il pavimento in mattonelle di cemento è stato rifatto in botticino ed anche la concavità della scala d’accesso al tronetto venne rivestita di marmo. La balaustra venne rimpicciolita a sinistra, perché vi fu collocato l’ambone, voluto dalla riforma liturgica ed ottenuto con elementi della stessa balaustra, opportunamente sistemati.
- 1963 ‐ XX (ristrutturazione aula liturgica)
- Venne rifatto l’intonaco, utilizzando speciali materiali idrofughi, tanto nella chiesa che nel vano della sacrestia, e si procedette quindi alla decorazione ed all'imbiancamento di tutto. Vennero costruiti ex novo gli stucchi del soffitto, diviso in tre scomparti e rifatti tutti quelli che il tempo o l’umidità aveva distrutto; si sistemò infine anche il pavimento e tutti quegli orribili mattoni con piastrelle di marmo cementizio vennero sostituiti con marmo perlato di Sicilia, graziosamente separati da strisce di verde delle Alpi. L’aula sacra è adesso un ambiente sobrio e raccolto, d’una eleganza lineare e avvincente, che traspare dai colori delicati ed intonati, dalla bontà del materiale, dalla luce diurna che penetra dalle ampie finestre del mezzogiorno e dalla sapiente luce fluorescente, che inonda nella sera ogni angolo dall'alto dei cornicioni.
- 1991 ‐ 1993 (ristrutturazione chiesa)
- In questi anni vennero eseguiti dei lavori che hanno interessato tutto l'interno sia dell'aula liturgica che la parte presbitero-absidale. Si rifece una nuova pavimentazione dell'aula usando lo stile a scacchiera, con quadroni bianchi e rossi; la zona presbitero-absidale è stata pavimentata con marmo bianco, mentre, il frontino dei tre rialzi che costituiscono le alzate, in marmo rosso; è stata tinteggiata mettendo in risalto alcune parti caratteristiche della chiesa, e in fine, è stato adeguato l'impianto elettrico alla 46/90. I lavori, inoltre, hanno compreso il rifacimento degli arredi liturgici: l'altare, l'ambone e la sede presidenziale.
- 1621 ‐ XVII (incarico carattere generale)
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- altare ‐ aggiunta arredo (1993)
- Altare marmoreo realizzato con un supporto centrale, costituito da due lastre in marmo bianco disposte ortogonalmente tra di loro, che sorreggono la mensa, anch'essa in marmo bianco.
- ambone ‐ aggiunta arredo (1993)
- Costituito da una base in marmo dove sono collocati tre elementi tubolari in ottone che sorreggono un elemento rettangolare ligneo inclinato.
- sede presidenziale ‐ aggiunta arredo (1993)
- La seduta realizzata in marmo grigio, è costituita da un blocco cubico con incavo ed uno schienale alto.
- sgabello ‐ aggiunta arredo (1993)
- Gli sgabelli sono realizzati da due cubi incavati in marmo bianco.
- altare ‐ aggiunta arredo (1993)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Agrigento)