Houses of worship
- Castellazzo Bormida (AL)
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Parrocchia di San Martino
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Diocese
Alessandria
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Ecclesiastical region
Piemonte
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Ambito culturale
- maestranze piemontesi (costruzione chiesa)
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Typology
chiesa
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Qualification
sussidiaria
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Denominazione principale
Chiesa della Beata Vergine della Creta e delle Grazie
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Il Santuario è cresciuto lentamente nel tempo, demolendo e ricostruendo l’edifico di culto o via via ingrandendolo fino ad avere le dimensioni e la forma attuali. Il nucleo originario era una modesta chiesa campestre orientata in direzione nord/ovest – sud/est, mentre il campanile era sul lato meridionale adiacente l’antica casa canonica che si sviluppava sul sedime dell’odierno edificio di culto.
Nel XIX secolo per poter ingrandire la chiesa si è modificato il suo orientamento di 90° e nel 1886, seguendo il progetto dall’Architetto Boidi Trotti, venne aggiunta la navata centrale con le cappelle sormontate dai matronei. Il nuovo avancorpo era concluso dalla facciata in mattoni, cancellata dopo l’edificazione del nuovo fronte nel 1922.
L’attuale facciata è caratterizzata da una scansione architettonica composta da cornici color avorio che racchiudono specchiature decorate da una trama di finti mattoni faccia a vista. Le uniche parti in marmo sono le sculture della Madonna e degli angeli racchiuse nel timpano, e le statue di San Paolo della Croce e San Gregorio Maria Grassi ai lati dell’ingresso. Le quattro colonne giganti del pronao, quelle minori ai lati dei campanili, compresi tutti i capitelli e le mensole che decorano i cornicioni, sono in calcestruzzo armato. -
- Preesistenze
- Il culto della Madonna della Creta a Castellazzo Bormida risale all’epidemia di peste del 1630, in seguito a cui nel 1631 fu costruito, nel sito ove ora sorge l’attuale Santuario, una chiesetta intitolata alla Madonna Vergine della Creta e delle Grazie. Al suo interno fu collocato il quadro della Vergine col Bambino, che tutt’oggi è conservato sull’Altare Maggiore del Santuario; tale immagine è del tutto identica a quella venerata nel Santuario della Madonna di Crea. Nel 1763 la chiesa, vetusta e inagibile già da qualche anno, viene demolita, ma la popolazione del luogo continua a venerare la Vergine nel sito ove sorgeva l’antico complesso, tanto che prima fu posta una croce in legno e, successivamente, un pilone con l’effigie della Madonna a opera del pittore G.Battista Bagliani di Bergamasco (1781).
- Coperture
- Le coperture sono costituite da una struttura lignea, sono poste a vari livelli, considerando quella della cupola, il tetto piano del pronao e i tetti di corpi minori, della sacrestia e dei corridoi di collegamento. L’orditura è di tipo alla lombarda con terzere che appoggiano su poderosi archi in mattoni che scaricano il peso alle sottostanti murature perimetrali. Le volte interne sono in muratura di spessore pari almeno a 12 cm. Nel punto di incrocio fra la navata centrale e il transetto sorge la cupola, mentre le campate circostanti hanno copertura voltata a botte e a vela.
- Elementi decorativi
- L’interno è caratterizzato da colonne in muratura rivestite di pasta di marmo con effetto a stucco lucido, capitelli che riprendono lo stile corinzio, e tutto il perimetro ha un rivestimento lapideo a composizione calcarea. L’unica zona che presenta affreschi è quella absidale, con decorazioni risalenti al 1965 e ritraenti la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, alcuni momenti della vita di San Francesco e sulla volta, l’Assunzione di Maria Vergine. Risale al 1878 il rivestimento in stile neoclassico del pilone con l’antica effige della Beata Verine della Creta, collocato nella cappella della Rotonda. La decorazione in marmo di Carrara fu opera dei fratelli Bianchetti di Genova ed è caratterizzata da due angeli che incoronano l’effige sacra. Poco più antico è l’Altare Maggiore, anch’esso in marmo; venne collocato in chiesa nel 1867 e adornato nel 1869 con due angeli genuflessi realizzati dallo scultore Domiziano Rapetti di Viggiù. Il coro ligneo fu costruito dai falegnami castellazzesi Andrea e Giuseppe Buscaglia nel 1876.
- Fondazioni
- Le fondazioni sono presumibilmente costruite in muratura di mattoni.
- Impianto strutturale
- Le strutture della chiesa sono in muratura portante continua composta da mattoni pieni. Le volte interne sono in muratura di spessore pari almeno a 12 cm, la loro geometria è a botte o a vela con costoloni di irrigidimento in corrispondenza dei catini dell’abside e del transetto. A seguito dell’evento sismico del 2000 sono stati posti in opera dei rinforzi costituiti da fasce in FRP.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione è stata realizzata negli anni Sessanta del Novecento smantellando quella precedente in mattonelle di cemento. L’attuale rivestimento è in marmo con lastre disposte a formare un disegno geometrico, dato da forme rettangolari e quadrate, alternando lastre di colore chiaro a tozzetti rosso-aranciato, intervallate da lastre gialle riquadrate da listelli bordeaux, in corrispondenza degli archi delle volte. Di particolare pregio è il pavimento della zona absidale, con disegni floreali che inquadrano il motivo del pesce, che in greco è l'acronimo per Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore, e il motivo del pellicano, rimandando alla leggenda che l'animale, simbolo del Cristo, nutrisse i suoi figli della propria carne.
- Pianta
- . Il nucleo originario era una modesta chiesa campestre orientata in direzione nord/ovest – sud/est, mentre il campanile era sul lato meridionale adiacente l’antica casa canonica che si sviluppava sul sedime dell’odierno edificio di culto. Nel XIX secolo per poter ingrandire la chiesa si è modificato il suo orientamento di 90° e nel 1886, seguendo il progetto dall’Architetto Boidi Trotti, venne aggiunta la navata centrale con le cappelle sormontate dai matronei. Il nuovo avancorpo era concluso dalla facciata in mattoni, cancellata dopo l’edificazione del nuovo fronte nel 1922. Oggi l’edificio presenta una planimetria articolata con corpi aggettanti, fra cui la “Rotonda”, una cappella a pianta circolare dedicata al culto della Beata Vergine della Creta, mentre il corpo principale, anticipato da una facciata con pronao e soprastante terrazzo, è a tre navate intersecate da un transetto in cui bracci hanno terminazione absidata; il presbiterio ha un’abside semicircolare, circondata dagli annessi locali della sacrestia.
- Preesistenze
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- 1797 ‐ 1797 (inizio lavori chiesa)
- Il 12 novembre del 1797 fu posta la prima pietra per la costruzione di un nuovo edificio.
- XIX ‐ 1886 (aggiunta cappelle laterali e navata centrale)
- Nel XIX secolo per poter ingrandire la chiesa si è modificato il suo orientamento di 90° e nel 1886, seguendo il progetto dall’Architetto Boidi Trotti, venne aggiunta la navata centrale con le cappelle sormontate dai matronei.
- 1867 ‐ 1869 (collocazione in loco altare Maggiore)
- l’Altare Maggiore in marmo venne collocato in chiesa nel 1867 e adornato nel 1869 con due angeli genuflessi realizzati dallo scultore Domiziano Rapetti di Viggiù.
- 1922 ‐ 1927 (rifacimento facciata)
- Alla facciata originaria in mattoni, nel 1922 viene apposta quella visibile attualmente, conclusa nel 1927.
- 1965 ‐ 1965 (decorazione volta absidale)
- L’unica zona che presenta affreschi è quella absidale, con decorazioni risalenti al 1965 e ritraenti la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, alcuni momenti della vita di San Francesco e sulla volta, l’Assunzione di Maria Vergine.
- 2016 ‐ 2016 (restauro cappella della Rotonda)
- Restauro dell'affresco raffigurante la Madonna delle Grazie nella cappella detta La Rotonda
- 1797 ‐ 1797 (inizio lavori chiesa)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Alessandria)