Houses of worship
negli appunti
![](UI/images/logos/iiif/uv.png)
© CC BY-NC-SA (Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale)
- Spilamberto (MO)
-
Parrocchia di San Giovanni Battista
-
Diocese
Modena - Nonantola
-
Ecclesiastical region
Emilia Romagna
-
Typology
oratorio
-
Qualification
sussidiario
-
Denominazione principale
Oratorio di San Rocco
-
la piccola chiesa del cimitero di Spilamberto appare come edificio religioso isolato al centro del camposanto, funzionale ai servizi cimiteriali e alla liturgia. Il fabbricato è a capanna a due falde sul corpo di fabbrica della navata centrale unica emergente, conclusa sulla parete ovest con un’abside semicilindrica sporgente, e due corpi di fabbrica più stretti e bassi, adiacenti simmetricamente a nord e a sud, con copertura piana. La pianta è rettangolare col coro semicircolare, quindi due locali adiacenti a nord e a sud utilizzati per servizi cimiteriali. L’esterno è intonacato e tinteggiato, con porzioni rivestite con listelli di clinker rosso mattone. L’aula liturgica è semplice ed essenziale, molto illuminata e, coperta con un soffitto orizzontale. Sulla parete di fondo, opposta all’ingresso, si trova la zona presbiteriale con l’altare maggiore in marmo bianco al centro, rialzata di un gradino sul pavimento della sala dei fedeli.
-
- Impianto strutturale
- l’oratorio si presenta esternamente di piccole dimensioni con forma semplice a capanna, con due corpi di fabbrica più bassi e stretti, addossati simmetricamente ai lati nord e sud della navata unica centrale più alta. L’impianto planimetrico è longitudinale con orientamento ovest-est opposto al classico, a navata unica rettangolare col presbiterio in fondo alla sala principale, un’abside semicilindrica sporgente all’esterno e due locali simmetrici a nord e a sud, utilizzati per servizi cimiteriali. Il tetto è a falde inclinate con due spioventi sulla navata centrale e piano sui due corpi laterali adiacenti, con la struttura celata internamente da un controsoffitto orizzontale.
- Coperture
- il tetto è tradizionale a falde inclinate sul corpo centrale della navata unica, con due spioventi a capanna in latero-cemento semi-prefabbricati tipo Varese, concluso col manto in tegole di laterizio, quindi a copertura piana in latero-cemento sui corpi laterali adiacenti.
- Struttura
- muratura portante continua in mattoni di laterizio, intonacata e tinteggiata sia verso l’esterno sia verso l’interno dell’edificio, sull’intero perimetro del fabbricato e dell’aula liturgica centrale. Copertura a due falde inclinate realizzata con travetti prefabbricati di cemento armato precompresso, tavolato in tavelloni di laterizio e finita col manto superiore in tegole di laterizio.
- Pavimenti e pavimentazioni
- lastre di marmo bianco all’interno con rivestimento parziale delle pareti perimetrali e cubetti di porfido posato a coda di pavone all’esterno.
- Impianto strutturale
-
- 1562 ‐ 1562 (preesistenze intorno)
- il Comune di Spilamberto, per raccogliere i resti delle sepolture che tradizionalmente avvenivano all’interno delle chiese, costruisce un piccolo cimitero sulla strada per Modena, presso il bivio di Santa Croce.
- 1630 ‐ 1630 (preesistenze intorno)
- Mons. Alessandro Rangoni, Vescovo di Modena, decreta che le sepolture si eseguano nel sagrato dell’oratorio di S. Pancrazio fino alla fine dell’epidemia di colera che imperversa in tutto il territorio. Al cessare del contagio il Comune emette un pubblico Voto di ringraziamento e fa edificare un oratorio presso l’antico cimitero al bivio di Santa Croce, dedicandolo a San Rocco, protettore contro la peste, Santo del XIV secolo e canonizzato nell’anno precedente, il 1629, da Papa Urbano VIII, con l’impegno perpetuo di fare celebrare in esso ogni 16 agosto, per la festa del Santo, una messa votiva.
- 1817 ‐ 1817 (preesistenze intorno)
- dopo la peste manzoniana si riprende a seppellire nelle chiese fino al 1817 quando, con decreto del Duca di Modena Francesco IV datato 21 maggio, viene definitivamente vietato e si ordina ai Comuni la costruzione di opportuni cimiteri.
- 1818 ‐ 1818 (preesistenze intorno)
- il Comune di Spilamberto inizia la costruzione del nuovo cimitero, quello attuale in via Ghiarole, adeguato alle esigenze del paese. Il 29 ottobre il Vescovo di Modena Tiburzio Cortese permette al Comune di Spilamberto di alienare il piccolo e vecchio cimitero assieme all’oratorio di San Rocco, con l’impegno di farne edificare subito un altro all’interno del nuovo cimitero. Con l’autorizzazione governativa il Comune trasferisce in esso, da quello antico, il Voto emesso nel 1630.
- 1821 ‐ 1821 (preesistenze intero bene)
- il nuovo cimitero comunale e il nuovo oratorio di San Rocco, edificato nell’angolo a ponente del porticato, sono ultimati e, il 16 agosto per la festa votiva, vengono entrambi solennemente benedetti.
- 1965 ‐ 1965 (edificazione intero bene)
- con l’aumento imponente della popolazione di Spilamberto, resosi necessario l’ampliamento del nuovo cimitero verso ponente, il Comune demolisce il porticato occidentale e anche l’oratorio di San Rocco ormai decadente. Con l’approvazione della Curia Arcivescovile di Modena il Comune di Spilamberto, l’anno successivo, ampliato il cimitero secondo le esigenze del paese, inizia la costruzione della nuova chiesa di San Rocco, quella attuale, al centro del camposanto.
- 1966 ‐ 1966 (edificazione intero bene)
- la nuova chiesa di San Rocco, ultimata il 15 agosto, viene solennemente benedetta e consacrato l’altare, non come cappella mortuaria ma come oratorio votivo. La cura spirituale è affidata alla parrocchia di San Giovanni Battista. Il quadro conservato sulla parete di sinistra per chi entra in chiesa proviene dal precedente oratorio del 1821 ed è copia del quadro di San Rocco del Guido Reni conservato presso la Galleria Estense di Modena. Il grande Crocifisso pendente sull’altare, copia di quello del Cimabue del 1265 che si trova nella basilica di San Domenico di Arezzo, è opera della prof.ssa Maria Stanzani di Bologna.
- 1562 ‐ 1562 (preesistenze intorno)
-
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1965)
- impianto liturgico successivo alla riforma del Concilio Vaticano II: l’altare maggiore in marmo bianco posto al centro del presbiterio, rialzato su una pedana sempre di marmo bianco e rivolto all’assemblea, con la seduta alle spalle del celebrante e l’ambone sulla sua sinistra.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1965)
-
Data di pubblicazione
16/06/2024
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocese of Modena - Nonantola)