Il primo intervento di adeguamento liturgico della cattedrale di Ferrara è stato realizzato tra il 1968 e il 1969. Si è però trattato di una minima revisione, limitata al semplice posizionamento, all’interno dell’antico presbiterio, di un altare mobile orientato versus populo e costituito da un telaio in legno munito di dispositivi per l’aggancio, sui quattro lati, di pannelli rivestiti con le stoffe nei diversi colori prescritti per i diversi tempi dell’anno liturgico. Nessuna modifica per la cattedra, rimasta quella preconciliare, collocata sulla sinistra, e ancora oggi in uso. Si tratta di uno scranno ligneo il cui effetto piuttosto monumentale è accentuato dal baldacchino installato in occasione della visita di papa Pio IX.
Vent’anni dovranno trascorrere da quel timido esordio, prima di pervenire ad un vero e proprio studio progettuale per un adeguamento che non si esaurisca nell’addizione di strutture provvisorie ma, al contrario, sia impegnato a sottolineare la propria diversità rispetto al contesto preesistente. Su questa dichiarazione d’intenti si è sviluppata, agli inizi del 1988, la ricerca progettuale dell’architetto Carlo Bassi, svolta in collaborazione con il collega architetto Goffredo Boschetti e supportata dalla consulenza liturgica di don Franco Patruno. Si giunge così ad un programma d’intervento che propone di installare, all’incrocio tra transetto e navata, una predella alta 15 centimetri, di forma ellittica, elemento appositamente scelto dagli autori in quanto “privo di riferimenti o assonanze con lo stato di fatto”. Nella parte anteriore della predella si prevede la collocazione, con una elevazione di 30 centimetri dal piano pavimento esistente, di un altare con base cruciforme e sovrastante mensa dal profilo decorato, da realizzare in pietra veronese bianca e rosata, materia che richiama le lastre della pavimentazione originaria della cattedrale. La pietra torna anche nell’ambone, sito alla sinistra dell’altare, in posizione avanzata e isolata rispetto agli altri elementi della composizione, accorgimento atto a rafforzare la percezione della sua presenza e dunque esaltarne la valenza simbolica.
Il progetto suggerisce inoltre due possibili soluzioni per la cattedra episcopale. Nella prima, in asse con l’altare, la cattedra è posizionata molto elevata lungo il perimetro posteriore dell’ampia predella, con le sedute laterali per i canonici simmetricamente disposte. La seconda, più articolata, colloca la cattedra sulla destra, lungo il perimetro della nuova area presbiteriale, tra sei sedute, al di sotto di una struttura di matrice postmoderna, completa di colonne e timpano. Secondo le intenzioni degli autori, la centralità concettuale, spaziale e visiva dell’altare raccomandata dalle disposizioni scaturite dal Concilio Vaticano II sarebbe stata naturalmente determinata dalle geometrie avvolgenti dei vari elementi di arredo chiamati a costituire armonicamente l’insieme
Tuttavia il progetto viene accantonato e purtroppo successivamente non si intraprende alcun intervento finalizzato al superamento della provvisorietà di quel primo adeguamento risalente alla fine degli anni sessanta. Anzi: nel 1990, ancora con modalità temporanea, viene installato nel presbiterio - mantenendo la balaustra preesistente - l’imponente altare ligneo disegnato dall’arch. Granata e utilizzato per la grande messa all’aperto celebrata da papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Ferrara.
L’ambone, un manufatto in stile, realizzato in legno e completo di predella, è posto anteriormente sulla sinistra, mentre sul lato opposto, alla medesima altezza, si trova la sede ordinaria, una semplice sedia con braccioli, anch’essa collocata su di una pedana e corredata dei rivestimenti in stoffa nei diversi colori previsti per ciascuna esigenza liturgica.
L’antico fonte ottagonale, situato nella prima cappella laterale a sinistra, non viene mai utilizzato. Non esiste penitenzieria, ma sono ancora in uso i dodici confessionali lignei addossati, in gruppi di tre per ogni lato, ai pilastri tra la navata centrale e quelle laterali. Attualmente la cattedrale non è sede parrocchiale.
Il presbiterio nel 1937
L'intervento di adeguamento provvisorio dell'area presbiteriale