Già negli anni precedenti il Concilio, in occasione delle celebrazioni di solenni pontificali e analogamente a quanto avveniva per l’altare papale in S. Pietro, il settecentesco altare maggiore, spogliato per tale occorrenza degli apparati decorativi che normalmente lo adornavano, era utilizzato “versus populo”. In quel medesimo periodo la cattedra, una semplice struttura lignea realizzata nel dopoguerra e rivestita in stoffe dei diversi colori liturgici, era ancora provvista di baldacchino e si trovava al centro del coro nell’emiciclo absidale, elevata di cinque gradini. Davanti ad essa nella prima fase post-conciliare è documentato il posizionamento di un altarino mobile in legno dorato, utilizzato dal vescovo per talune liturgie. Fra gli anni ’70 e gli anni ’80 si provvede all’installazione di un nuovo ambone, collocato sulla sinistra anteriormente alla cattedra. Si è dapprima trattato di un semplice leggio, poi sostituito con un reperto ligneo di un certo valore.
A partire dal 1996, in relazione all’approssimarsi del grande Giubileo del 2000, il vescovo Mons. Amaducci da’ il via ad alcuni interventi, senza tuttavia predisporre un progetto di ridefinizione complessiva dello spazio celebrativo. I lavori, che includono anche la rimozione delle balaustre lignee antistanti l’altare maggiore, oggi poste di fronte alla Cappella della Madonna del Sudore e agli altari laterali del Crocefisso (secondo della navata destra) e della Resurrezione (secondo della navata sinistra), sono perlopiù incentrati sulla commissione di una nuova realizzazione di cattedra e ambone. Quest’ultimo, disegnato dall’architetto ravennate Diego Rinaldini viene collocato in corrispondenza del bordo anteriore destro del presbiterio. Lo compone una struttura di sostegno in acciaio inox, frontalmente rivestita con un lacerto di mosaico pavimentale del III secolo raffigurante il nodo di Mosè, simbolo dell’alleanza con Dio, incastonato in un motivo a greca di esecuzione attuale. L’ambone poggia su di una predella a tre gradoni alta 45 cm, anch’essa interamente rivestita a mosaico. Sul piano del primo gradone è riprodotta la raffigurazione dei simboli dei quattro animali dell’Apocalisse presente nella volta del Mausoleo di Galla Placidia. Gli interventi di decorazione musiva sono opera del laboratorio di Liborio Pugliesi. Al progetto per la nuova cattedra è invece chiamato a lavorare, nel gennaio 1997, lo scultore di Cesena Ilario Fioravanti, il quale propone un impalcato di sette gradini in legno di noce naturale lastronato
su cui è posta la cattedra (più piccola della precedente), anch’essa in noce naturale così come le due sedute laterali e il fondale, nel quale sono inseriti gli stemmi papale e vescovile, oltre ad una croce clipeata in bronzo statuario. La composizione di Fioravanti si completa con la collocazione, sopra la cattedra, di un grande crocifisso ligneo, che oggi però, dopo il recente restauro, è posto sul fianco sinistro dell’altare maggiore.
La sede ordinaria, una semplice sedia in legno dotata di un leggio, è stata provvisoriamente collocata su di una predella a sinistra, addossata ad una parasta all’ingresso del presbiterio. Il vescovo attuale siede sulla cattedra solo in particolari celebrazioni, preferendo utilizzare un faldistorio posto davanti all’altare.
Per la celebrazione del sacramento del battesimo è abitualmente utilizzata una bacinella collocata sul presbiterio. Il fonte battesimale dell’attiguo battistero neoniano è usato esclusivamente nella veglia solenne di Pasqua. Nella stessa particolare occasione, e solo in essa, viene anche impiegato l’ambone di Agnello, monumento liturgico di grande valore artistico e simbolico oggi purtroppo non più funzionale alle esigenze liturgiche a causa della sua collocazione spaziale.