Capizzi, piccolo centro nebroideo nel Messinese, in Sicilia, da secoli venera come Protettore l'Apostolo Giacomo il Maggiore. Sin dal medioevo questo centro è stato meta di pellegrinaggi; uomini e donne attraversavano la Sicilia per onorare il Santo, uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. Il culto di San Giacomo a Capizzi risale all'epoca della conquista aragonese in Sicilia. In particolare nel 1426, il Cavaliere Aragonese Gerosolomitano Sancho De Heredia deposita a Capizzi alcune Insigni Reliquie; Il Vero legno della Santa Croce, il Sacro Capello della Beata Vergine Maria e, tra le tante altre, la Giuntura del dito dell'Apostolo, prima reliquia del Santo Spagnolo in Sicilia.
Ma già nel 1222 una chiesa di San Giacomo figurava nell'elenco dei possedimenti di Betlemme e al tempo di Papa Giovanni XXII, nel 1333, una bolla di alcuni Vescovi di Avignone concesse le indulgenze a tutti coloro che avessero visitato la Chiesa di San Giacomo a Capizzi.
A tal proposito si sofferma lo scrittore Francesco Cuva :
"Si ritenne pellegrino anche Re Pietro II (1305-1342); il sovrano, salito a Capizzi, nell'anno 1340, rese omaggio a San Giacomo, chiedendone la protezione contro i baroni ribelli.
Il pellegrinaggio a Capizzi, quindi, ebbe vita lunga e i capitini erano orgogliosi di ospitare i devoti del Santo che provenivano da terre lontane.....
....pellegrini da tutto il meridione d'Italia, tanto che "ogni anno, nel giorno del venerdì Santo e nei giorni festivi di San Giacomo, vi affluivano numerosi fedeli: chi per ottenere guarigioni, chi per osservare le meraviglie dell'Altissimo, operate per quelle reliquie a consolazione degli afflitti, a confusione degli empi".
I camminatori, attraverso la via regia che da Randazzo scendeva verso Troina e Cerami....per presentarsi al cospetto del Santo"
(Francesco Cuva, San Giacomo Maggiore)
Oggi il Santuario Diocesano è rinomato in tutta la Sicilia per bellezza e devozione al Santo Apostolo e accoglie tra le sue mura flussi di pellegrini e camminatori. Un vero e proprio gioiello d'arte che custodisce al suo interno opere come La Trasfigurazione di San Giuseppe opera del rinomato Giambattista Quagliata, una meravigliosa statua marmorea di Antonello Gagini e preziosi affreschi del Crestadoro della scuola di Vito d'Anna.
Di sicuro il fulcro centrale del Santuario è il Santo Apostolo che, intronizzato solennemente all'altare maggiore, all'interno di un prezioso fercolo barocco, attende i visitatori e i devoti.
Al fine di valorizzare e incentivare i pellegrinaggi verso la "Capitale Jacopea di Sicilia", l'Arciprete Don Antonio Cipriano, coadiuvato da tutti i fedeli Capitini, ha intrapreso diverse iniziative.
Il Notiziario del Santuario di San Giacomo "Boanerghes" che presto arriverà nelle case dei Capitini sparsi nel mondo, riporterà tutte le attività, la storia, le esperienze, le preghiere e quant'altro.
Un'altra iniziativa è Una preghiera per l'Apostolo, un modo per far sentire vicini con la preghiera tutti i devoti di San Giacomo che per motivi di lavoro si trovano emigrati all'estero e non hanno la possibilità di essere a Capizzi; infatti, chiunque voglia può esprimere un pensiero o una preghiera al Santo Protettore scrivendo privatamente alla pagina Facebook Santuario Diocesano di San Giacomo – Capizzi; i responsabili della pagina inseriranno la preghiera nel cesto delle intenzioni che verranno posizionate all'altare maggiore il 25 di ogni mese, giorno dedicato alla Messa del Pellegrino.
Infine per formalizzare e attestare la veridicità di un avvenuto pellegrinaggio al Santuario di San Giacomo è stato redatto il documento Aurea Jacopea. Questo documento viene rilasciato al pellegrino che ne farà richiesta dopo aver visitato il Santuario di San Giacomo, venerato le Insigni Reliquie e essersi accostato al Sacramento della Penitenza. Per richidere l'Aurea Jacopea il pellegrino dovrà consegnare alla segreteria del Santuario un modulo che avrà precedentemente scaricato dalle pagine Facebook parrocchia dei Santi Nicolò e Giacomo – Capizzi o Santuario Diocesano di San Giacomo Capizzi e compilato in tutte le sue parti.
Il pellegrino verrà dunque registrato in appositi elenchi che si custodiranno nell'archivio Storico dell'Arcipretura.
Oggi più che mai, in un mondo che ha perso i valori e dove la società si presenta sempre più cieca, il Santo Apostolo ci invita a metterci in viaggio verso Cristo.
Cosi come Compostela anche la Sicilia ha il suo cammino e il suo "Señor Santiago" che dall'alto del suo Trono accoglie i passi e le fatiche del suo popolo.
A cura di Luciano Marino