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La processione del Glorioso Santu Nicolau de Enesta

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La riscoperta di uno storico cammino di fede della Diocesi di Iglesias

Iglesias, Iglesias, 27/11/2019

La settimana del MAB 2019 promossa dalla CEI è stata l'occasione per restituire le informazioni scaturite da un lungo percorso di studio e ricerca sulla venerazione riservata a San Nicola in molti centri del territorio diocesano e, in particolare, un approfondimento sulla processione che, almeno dal 1572 quando è attestata per la prima volta, accompagnava il suo simulacro dalla città di Iglesias fino alla chiesetta rurale situata nel distretto della Montagna. Oggi ridotta a pochi ruderi, la chiesa, che era situata in località Enesta (oggi nel comune di Buggerru), era teatro dei festeggiamenti organizzati annualmente in corrispondenza del terzo fine settimana di settembre. Si trattava di un avvenimento radicato nella fede popolare, i cui risvolti, come nel caso degli altri cammini devozionali storicamente documentati nella diocesi di Iglesias (basti pensare a quelli più noti di Sant'Antioco e della Madonna di Tratalias), andavano al di là della dimensione strettamente religiosa implicando aspetti sociali e ricadute di vario genere sul territorio.
Il tutto ha avuto inizio quando fonti archivistiche come i Quinque Libri hanno consentito al dott. Sanna Montanelli (del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell'Università di Cagliari) il riconoscimento di una villa nota in età moderna (quando risulta già abbandonata) col nome di "San Nicolò" o " Enestra". Grazie al confronto fra metodologia storica e archeologia è stato possibile dare avvio ad una collaborazione interdisciplinare su una realtà particolarmente interessante come quella di San Nicola, per la quale le fonti documentarie hanno messo a disposizione una grande quantità di informazioni importanti non solo in merito all'ubicazione del luogo, ma anche riguardo, ad esempio, alle specifiche funzioni di determinate strutture architettoniche.
Andiamo con ordine. Le ricerche del dott. Sanna avevano permesso il riconoscimento di una villa nota in età moderna con il nome di San Nicolò o Enesta. Tuttavia, i primi elementi utili a riconoscere la "Villa de Enestra" in località di San Nicolò presso Buggerru ci vengono proprio da alcuni lasciti registrati nei Quinque Libri della parrocchia di Santa Chiara, il primo dei quali, relativo al 1649, certifica la volontà di Juan Farci Martini di donare 50 llure al Capitolo ecclesiense affinché provvedesse a " portar y traure la Imagen de St. Nicolau de Genestra" nella processione fino alla "Porta de St. Antoni"la porta che si apriva a Nord conducendo verso il distretto della Muntangia.
Una notizia serendipitosa, che ha dato avvio ad una "campagna di scavi documentaria" condotta da Officina Ecclesiensis,  il laboratorio promosso dall'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Iglesias insieme al Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio dell'Università degli Studi di Cagliari, per un comune percorso di ricerca applicata nel campo dell'educazione, della comunicazione, della valorizzazione sostenibile e partecipata del patrimonio culturale. Partendo dai dati presenti nei lasciti registrati nei Quinque Libri, come per esempio il nome del notaio rogatario dell'atto, grazie alla collaborazione del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio nella persona del dott. Roberto Poletti, si è potuto perfezionare l'ampio quadro di informazioni con una serie di atti notarili provenienti dall'Archivio di Stato di Cagliari, Ufficio di insinuazione di Iglesias, primo fra i quali quello relativo al 26 dicembre 1572 nel quale il pastore Gontini Pintus lascia alla obra de Sant Nicolao de Henesta 10 soldi; da qui l'attestazione più antica, non solo del toponimo legato alla villa scomparsa oggetto degli studi del dott. Sanna, ma anche dell'esistenza di un'obra che, di nomina capitolare - come si evince dalla delibera del Capitolo del 31 dicembre 1618 - e attiva ancora nel 1750 – come risulta dalla visita pastorale - si occupava delle celebrazioni legate alla processione di San Nicola, la cui prima notizia si ricava ancora da un atto notarile segnalato dal dott. Poletti relativo al 1594.
Gli esiti di questi "scavi documentari" non potevano ignorare ma integrare anche le ricerche condotte dalla dottoressa Celestina Sanna relative alla presenza in città di un edificio di culto dedicato a san Nicola ubicato presso l'attuale piazza Lamarmora di cui, fino ad oggi, si ignorava la data di costruzione e che grazie al lavoro di collaborazione svolto da Officina Ecclesiensis oggi sappiamo essere edificato nel 1622, anno in cui si rese esecutivo il testamento del commerciante Antiogo Sixto – datato 11 dicembre 1621 - il quale lasciò al Capitolo della cattedrale di Iglesias la sua abitazione per finanziare la fabbrica di una sglesita a patto che, una volta edificata, vi si celebrasse, ogni giorno, una messa di suffragio in sua memoria.
Grazie ad una pluralità di fonti Officina Ecclesiensis è giunta ad una visione più articolata e attendibile di un culto, come quello di San Nicola presente in Diocesi.
Una ricerca pluridisciplinare, quindi, che ha permesso al Laboratorio di sperimentare in prima persona che non esiste descrizione storica senza un serio raffronto tra gli avvenimenti raccontati e le fonti utilizzate, e di ribadire ancora una volta che la conoscenza della storia passa necessariamente attraverso un uso e una scelta corretta delle fonti.
Non solo! Officina Ecclesiensis è oggi in grado di "dare voce", sebbene in maniera ancora non del tutto esaustiva, ad alcuni luoghi che, parte integrante di questo cammino di fede, sono protagonisti "attivi" nella fase comunicativa e divulgativa degli esiti di questa ricerca. Una fase, quella comunicativa, tanto importante quanto delicata giacché solo la comunicazione può dare un senso reale all'attività di conoscenza, di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale.
Tra gli obiettivi primari prefissati dal laboratorio Officina Ecclesiensis rientra infatti anche quello diretto "alla massima diffusione della conoscenza del patrimonio culturale e materiale della Diocesi di Iglesias" col fine precipuo di raccontare non solo i risultati delle proprie ricerche e delle scoperte, ma anche la natura del loro stesso lavoro, delle fonti indagate, delle metodologie impiegate, delle ipotesi ricostruttive elaborate.
Ed è quanto fatto in occasione della Settimana del MAB quando gli esiti del lavoro sono stati affidati ad una serie di eventi che hanno luogo a partire dall'8 giugno con un convegno che ha visto la partecipazione di diversi studiosi i cui interventi hanno riguardato l'agiografia e l'iconografia del santo, ma soprattutto si è dato conto della ricostruzione del percorso attraverso la documentazione storica reperita principalmente fra i materiali dell'Archivio Diocesano di Iglesias e del Fondo Notarile dell'Archivio di Stato di Cagliari. Analoga struttura ha caratterizzato il percorso espositivo proposto presso il locale Museo nel quale sono stati esposti alcuni fra i più antichi simulacri custoditi presso le chiese parrocchiali di Iglesias, Domusnovas, Narcao, Santadi, Villaperuccio e Carbonia fattivamente coinvolte nell'iniziativa, nonché una significativa selezione di documenti d'archivio a testimonianza della grande diffusione del culto e della devozione riservati al santo nel territorio diocesano.
Inoltre, per tutto il periodo dedicato all'evento l'Associazione di Volontari Associati " ItinerArtis" ha proposto visite guidate alle cappelle e al luogo su cui sorgeva la chiesa cittadina dedicati a San Nicola, su cui hanno fatto luce recenti ricerche, riproponendo il segmento urbano del cammino devozionale dedicato al santo e articolato nelle seguenti tappe:
• I TAPPA - Cattedrale di santa Chiara. Il culto di san Nicola dalle fonti al territorio.
Nella quale sono stati analizzati gli elementi di novità e gli aspetti legati al lavoro di ricostruzione della Processione di San Nicolò emersi dall'apporto congiunto di Università di Cagliari e Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Iglesias.
• II TAPPA - Chiesa della Vergine Purissima. I Gesuiti nel 'cammino' della comunità iglesiente
Qui è stato evidenziato il ruolo svolto dall'Ordine dei Gesuiti nella città di Iglesias a partire dalla seconda metà del Cinquecento con il 'Collegio', fulcro dell'attività di insegnamento e indottrinamento della comunità secondo i dettami dell'ordine e dei loro possedimenti in prossimità della chiesetta rurale di San Nicola in Buggerru
• III TAPPA - Porta Fontana (o Sant'Antonio). La porta per le vie della 'Muntangia' iglesiente
Nel corso di questa terza tappa, ci si è soffermati sul ruolo delle porte della città in relazione al quadro insediativo territoriale, con particolare riferimento al settore montano iglesiente.
• IV TAPPA - Chiesa di sant'Antonio Abate. 'La imagen de Sant Nicolau de Enesta'.
Utilizzata per approfondire quegli aspetti che legano la tradizione agiografica di san Nicola ai suoi attributi iconografici.
Un approccio globale anche nella comunicazione, oltre che nella ricerca e nella tutela, come obiettivo essenziale per la condivisione della complessità del patrimonio culturale che rende unico ogni luogo.


A cura di  Carlo Cani

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