Come
Gli strumenti e le ricerche

Trovare, leggere e interpretare le carte necessarie alla ricostruzione storica, non è un’attività semplice. È bene conoscere alcuni aspetti essenziali della ricerca perché un archivio non è una biblioteca o un museo: è una realtà complessa che richiede qualche conoscenza e capacità di analisi.
L’aumentato afflusso degli utenti negli archivi ecclesiastici, spesso senza esperienza di ricerca, e la molteplicità delle domande poste e degli ambiti di ricerca, dalla storia della Chiesa alle ricostruzioni dell’albero familiare, pongono la questione sul metodo di indagine e sul primo approccio ai documenti.
In un archivio ecclesiastico, i documenti non sono sempre di facile lettura. Sono in gran parte manoscritti e spesso in lingua latina, e si presentano in formati e supporti diversi come fascicoli, registri, filze, pergamene, carte, file informatici.
Inoltre, le informazioni contenute nei documenti non sempre corrispondono alle esigenze di ricerca. È possibile che, per recuperare qualche informazione interessante per il proprio ambito di ricerca, si debbano consultare parecchi fascicoli e forse molti faldoni, addirittura cercare in più fondi archivistici conservati da istituti diversi in luoghi anche lontani tra di loro.
Questo perché i documenti non sono stati prodotti per le ricerche storiche, ma per fini esclusivamente pratici, utili all’ente, alla persona o alla famiglia che li ha prodotti, accumulati, raccolti nel tempo.
Per districarsi tra fondi e serie documentarie occorre comprenderne l’antica organizzazione, l’originaria funzione, il legame che unisce un documento all’altro.
Un esempio: difficilmente in un archivio diocesano si troveranno documenti con l’elenco di tutti i sacerdoti della diocesi con le rispettive biografie e carriere ecclesiastiche, a meno che gli archivisti o qualche storico non abbia aggregato i dati, dopo aver condotto una lunga ricerca nelle diverse serie.
Le informazioni sul clero, infatti, sono suddivise per pratiche, in fondi o serie diverse, come quelle relative al corso di studi in seminario, ai benefici ottenuti, alla promozione agli Ordini sacri, alle provviste parrocchiali, allo stato del clero in diocesi, e via dicendo.
Per ricostruire una biografia occorre cercare in fascicoli diversi, tra l’altro non tutti ordinati secondo il medesimo criterio. Questo perché le prassi organizzativo-archivistiche erano diverse da ufficio a ufficio, sono cambiate nel tempo, anche in seguito alla normativa e all’avvicendamento dei responsabili della gestione amministrativa.
I documenti non sono quindi un’entità automa e indipendente come i libri. Sono organizzati in pratiche riunite in serie, fondi, aggregazioni di complessi documentari, e ogni carta è legata all’altra da un vincolo logico che obbedisce all’organizzazione voluta da chi ha prodotto l’archivio. Le informazioni nei documenti sono spesso frammentarie e incomplete, perché le carte collegate ad altre carte, con rimandi a dati contenuti in altri documenti. Sono informazioni nate e vissute in un contesto organizzativo, storico e istituzionale di cui bisogna tener conto.
In un archivio non si troverà un catalogo per autori e per soggetti, come nelle biblioteche, ma strumenti di ricerca chiamati “strumenti di corredo” come elenchi, guide, inventari, repertori. Gli inventari riguardano singoli fondi, o serie, e forniscono il più delle volte una descrizione approssimativa e sommaria del materiale e dei suoi contenuti. Le descrizioni archivistiche degli strumenti di corredo, per quanto fedeli e scientificamente corrette, restano una rappresentazione parziale, non possono sostituirsi alla consultazione diretta del documento originale, la cui lettura andrebbe sempre preferita a qualsiasi forma di riproduzione.
I documenti sono legati indissolubilmente al territorio di produzione. Prima di affrontare la ricerca sulle carte è utile interrogarsi su chi ha prodotto l’archivio e in quale situazione, avere informazioni sulla storia del soggetto produttore, ma anche sulla storia archivistica: il destino delle carte è spesso tormentato, non lineare. Possono essere state ricollocate, tutte o in parte, in un altro luogo, essere state smembrate, rimaneggiate, perse, riaggregate ad altri fondi.Infine, non tutti i documenti prodotti vengono conservati, o conservati là dove si pensa. A volte è il soggetto produttore a distruggerli, in altri casi interi archivi o parti di essi sono andati persi in conseguenza di calamità naturali, guerre, o incuria. Esiste anche della documentazione “secretata” o non consultabile per questione di limiti temporali e di accesso ai dati sensibili delle persone. A volte lo stato di degrado è tale da impedirne la consultazione per motivi di tutela.
Come si può immaginare, la particolarità di un fondo archivistico, con la documentazione che lo compone, offre molteplici prospettive di studio. I documenti ecclesiastici, in tutta la loro varietà di forme e contenuti, permettono ricerche che abbracciano ambiti diversi: storico-politici, giuridici, economici, patrimoniali, demografici, artistici, architettonici, librari, liturgici, pastorali, devozionali, per citarne solo alcuni.