Per comprendere meglio

La ricerca internazionale

    FRANCESCO RIVOLA, Vita di Federico Borromeo ... , Milano, Dionisio Gariboldi, 1656, frontespizio
    Timbro ovale a inchiostro dorato ritagliato e incollato che riproduce uno stemma nobiliare e il nome Luigi Sylva in Francesco Rivola, Vita di Federico Borromeo ..., Milano, Dionisio Gariboldi, 1656
FRANCESCO RIVOLA, Vita di Federico Borromeo ... , Milano, Dionisio Gariboldi, 1656, frontespizio
Timbro ovale a inchiostro dorato ritagliato e incollato che riproduce uno stemma nobiliare e il nome Luigi Sylva in Francesco Rivola, Vita di Federico Borromeo ..., Milano, Dionisio Gariboldi, 1656

L'interesse per i segni di provenienza è oggi ampiamente condiviso dalla comunità scientifica a livello internazionale.

Dall fine degli anni Novanta sono infatti nate numerose banche dati in tutto il mondo, che nelle schede catalografiche degli esemplari si preoccupano di segnalare in appositi campi i precedenti possessori dei volumi. Queste informazioni, incrociate con molte altre, permettono di ripercorrere con maggiore facilità i sentieri dei libri e di risalire così alla collezione, della quale essi in origine facevano parte.

In Europa, una delle principali realtà che lavorano in questa direzione è il Consortium of European Research Libraries  (CERL), nato nel 1992 con lo scopo di condividere risorse e competenze tra biblioteche di ricerca europee, per migliorare l'accesso, lo sfruttamento e la conservazione del patrimonio cartaceo europeo. Tra le sue iniziative sono nate nel corso degli anni due diverse banche dati: il Thesaurus, in cui si raccolgono i nomi delle persone e dei luoghi legati alla produzione e alla circolazione del libro antico, e Material Evidence in Incunabula (MEI), che raccoglie tutti i dati materiali (segni di provenienza, legature, decorazioni) dei libri stampati nel XV secolo.

Grazie a questi strumenti di fronte ad un ex libris che riproduce uno stemma nobiliare e il nome Luigi Sylva è stato possibile, inserendo quel nome nel Thesaurus, scoprire che presso la Bayerische StaatsBibliothek di Monaco esiste un altro libro col medesimo timbro poi ritagliato e incollato sul volume: si tratta di una copia de L'Acerba di Cecco d'Ascoli, stampata a Milano nel 1484. Grazie alla digitalizzazione della carta iniziale è possibile affermare con sicurezza che il volume ora conservato a Lodi e quello di Monaco provengono dalla medesima raccolta di Luigi Silva, di nobile famiglia lombarda.