La fondazione della sede vescovile dell’Aquila e la costruzione della cattedrale risalgono al 1256, anno in cui papa Alessandro IV con bolla apostolica soppresse la diocesi di Forcona risalente secondo le fonti documentarie al VII sec d.C., e trasferì la sede nella città dell’Aquila, sorta dalla federazione delle popolazioni locali arroccate sui colli circostanti. La residenza del vescovo era in precedenza presso l’antica cattedrale di S. Massimo, (basilica romanica della fine dell’XI-primi anni del XII), ancora in perfetto stato fino all’inizio del XIV sec., ma che poi, con lo spopolamento della città di Forcona, subì un lungo declino fino ad essere definitivamente abbandonata dopo il terremoto del 1703. Gli imponenti resti che, nel territorio dell’attuale Civita di Bagno (ex-Forcona), si possono ancora ammirare -la massiccia torre campanaria a pianta quadrata, i ruderi delle tre absidi e dei muri perimetrali - ne attestano l’originaria grandezza. La nuova sede episcopale dell’Aquila aveva inoltre accolto gli arcipreti del contado Amiternino, diocesi del V secolo unita a Rieti nell'XI; di essa rimangono soltanto le catacombe sulle quali nel 1170 fu edificata la chiesa parrocchiale di S.Vittorino (tutt’ora esistente con il nuovo titolo di S. Michele Arcangelo). La prima cattedrale dell'Aquila fu intitolato ai SS. Massimo e Giorgio (quest'ultimo aggiunto solo dopo la traslazione e probabilmente in onore della chiesa che ospitò la cattedra nei primi anni). Posto sul fondo della Piazza del Mercato, è stato modificato nel corso dei secoli a causa dei vari terremoti sino ad essere completamente distrutto dal sisma del 1703. Dell’antica struttura rimane soltanto la parete laterale destra di cui si può ammirare il bel paramento in conci di calcare ben squadrato, ritmato da lesene scanalate che inquadrano monofore ogivali. Si tratta di una preziosa testimonianza sulla tipologia delle chiese aquilane erette tra la fine del ‘200 e durante il ‘300 in quello stile “gotico” caratteristico di molta parte dell’Italia Centrale. L’attuale sistemazione iniziata nel 1711 in stile barocco, ispirandosi di massima all’esempio gesuitico seicentesco di S. Ignazio in Roma, fu completata fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. L’interno è a croce latina a tre navate. L’ampia navata centrale, ritmata da paraste corinzie con colonne ioniche su cui si impostano altrettanti archi a tutto sesto, ha una copertura a volta decorata da un ciclo di affreschi eseguiti da Annibale Brugnoli e Gennaro della Monica (1886-1887). Tali affreschi esaltano la gloria di S. Massimo, S. Equizio, San Pietro Celestino (incoronato papa a L’Aquila il 27.8.1294 nella basilica di S. M. di Collemaggio e ricordato ogni anno con la festa religiosa della Perdonanza) e S. Berardino da Siena, protettori dell’Arcidiocesi a cui la sede aquilana era stata elevata da Pio XI il 23 febbraio 1876. All’incrocio con il transetto è una tela di Venanzio Mascitelli (1828) riproducente l’apertura di una cupola in perfetta prospettiva. Le due navate minori sono arricchite da sei altari e la loro ridotta profondità le fa sembrare quasi una serie di cappelle comunicanti. A completamento è l’imponente transetto terminante alle estremità in due splendidi altari e il maestoso presbiterio portante ai lati, su colonne, due cantorie a balconate, e chiuso da una ben decorata abside coperta a mezza calotta. La facciata neoclassica con ordine gigante ionico venne realizzata su disegno dell’architetto Gianbattista Benedetti. La parte superiore e le due torri campanarie furono terminate nel 1928, insieme ad altri dispendiosi lavori, resi necessari dal terremoto del 1915. Come risulta un disegno del 1887, il progetto prevedeva anche la realizzazione di una grande cupola e di un ricco apparato scultoreo. L’Arcidiocesi è diventata sede metropolitana il 15 agosto 1972. La Cattedrale non è stata ancora adeguata alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. L'evento catastrofico del 6 Aprile 2009 ha segnato profondamente il patrimonio della diocesi.

FIESTA Y DEVOCIONES PARTICULARES

10 giugno:
Festa di S. Massimo

CULTO DE LOS SANTOS

Relique di S. Massimo
(deposte sotto l’altare maggiore, fattevi trasportare dalla ex-cattedrale forconese nel 1413)
Capo di S. Vittorino (sec. III) martire di Amiterno e compatrono dell’Arcidiocesi.
(l’altare dedicato a S. Carlo Borromeo custodisce l’urna )

EVENTOS PARTICULARES

Concerti di musica sacra

Vai alla pagina del bene architettonico

Beni ecclesiastici in Web

BEWEB

Accedi all'area riservata

Selezione lingua

Indirizzo copiato!

Diócesis de L'Aquila

Chiesa dei Santi Massimo e Giorgio

Mappa

DÓNDE ESTÁ

Región eclesiástica

Diócesis

p.zza Duomo 32

L'Aquila (AQ)

Plano

FUENTE

ÚLTIMA MODIFICACIÓN

Sezioni del sito

Selezione lingua