Diócesis de Gorizia

Chiesa dei Santi Ilario e Taziano

Particolarmente incerte e dibattute dagli studiosi di storia locale sono l’esatta datazione e la successione cronologica relative agli edifici dedicati al culto cristiano anticamente costruiti sul luogo ove oggi sorge la cattedrale di Gorizia. Pare comunque certo che l’attuale impianto planimetrico sia venuto definendosi fra il XV ed il XVI secolo probabilmente in seguito ad un intervento di ristrutturazione ed ampliamento delle preesistenze (documentato dalla data 1525 riportata su uno dei contrafforti esterni del presbiterio), intervento che completò la progressiva fusione di tre distinti corpi di fabbrica. Secondo il Valdemarin la prima costruzione si ebbe solo in pieno medioevo, forse poco prima del 1000: si trattava di una cappella di ridotte dimensioni (9.5 metri di lunghezza per 3.5 di larghezza), costruita alle spalle di un edificio demaniale affacciato sulla piazza del mercato, dedicata ai SS Ilario e Taziano e dipendente dall’antichissima pieve di Salcano. A pochi metri da questa, intorno alla metà del XIV secolo si edificò in stile gotico, per volontà dei conti di Gorizia, una seconda cappella dedicata a S. Acazio martire. Agli inizi del quattrocento, in seguito al rapido sviluppo demografico della città, una terza chiesa, anch’essa gotica e planimetricamente corrispondente al presbiterio dell’attuale cattedrale, venne fabbricata fra le due cappelle. Si formò così un corpo di fabbrica unico, con i due edifici più recenti fra loro paralleli e orientati lungo il tradizionale asse est-ovest, e quello più antico singolarmente orientato verso nord. Già a metà del XV secolo, ricorrendo ancora una volta agli stilemi gotici, venne aggiunta ad ovest un’ampia navata (di circa 14 metri di larghezza per 21 di lunghezza) dotata di quattro altari laterali. Il Tavano parla invece di una “chiesa maggiore dedicata ai SS Ilario e Taziano, che esisteva almeno nella prima metà del trecento, parallelamente alla quale sorse successivamente la cappella di S. Acazio”. Anche il Caronini respinge la tesi del raccordo, agli inizi del XV secolo, delle due cappelle separate. L’Antonello, infine, fa riferimento all’“assemblaggio di due cappelle risalenti a periodi diversi dell’età comitale”: S. Acazio (attuale battistero) e “la grande cappella matrice tardogotica” (l’abside della cattedrale). Nel 1460 SS Ilario e Taziano di Gorizia fu elevata a chiesa parrocchiale e battesimale e come tale è documentata per la prima volta in un atto notarile del 1465; e certamente da oltre un secolo l’area ad essa circostante aveva già assunto funzione cimiteriale, risultando assai scomodo per i goriziani utilizzare il cimitero della matrice di Salcano. Alla fine del XVI secolo sono documentati nove altari, l’organo con la cantoria, una sagrestia ed il campanile. Dal 1574 la parrocchia diviene arcidiaconato con autorità ecclesiastica, riconosciuta dal Patriarca, sul territorio della contea. Fra il 1688 ed il 1702, per volontà dell’allora parroco don Giovanni Crisai la chiesà subì un nuovo radicale intervento di ristrutturazione ed ampliamento che risparmiò solo il presbiterio gotico con le due cappelle laterali. Al posto della demolita navata quattrocentesca si costruì una nuova e più grande aula a tre navate e sei campate, caratterizzata dall’ampia cantoria per l’organo in controfacciata e da due originali matronei di gusto decisamente profano posti sulle navate laterali (voltate a crociera) ed affacciati su quella centrale (con soffitto piano) mediante ampie logge balaustrate. Il tutto presumibilmente su progetto del bergamasco F. L. Maitti. Nel 1749, nonostante la decisa opposizione di Venezia, papa Benedetto XIV istituì un vicario apostolico per la parte austriaca della diocesi di Aquileia nella persona del canonico Carlo Michele conte Attimis che nel 1752, dopo l’abolizione del patriarcato, fu nominato primo arcivescovo della neoeretta arcidiocesi di Gorizia e la chiesa cattedrale fu intitolata a San Vito. Nel 1756 l’Attimis fece costrire, a sinistra del presbiterio e parallela ad esso, la cappella del Santissimo Sacramento, sventrado la parete est della primitiva cappella dei SS Ilario e Taziano e demolendo l’altare in essa collocato dal 1365. Un’antica pianta della cattedrale, redatta da Guglielmo de Peris, illustra con precisione lo stato interno dell’edificio nel 1775. Sul fondo del coro, a ridosso dell’abside poligonale, vi era l’altare maggiore e a fianco di questo, appoggiate alle pareti laterali, la cattedra vescovile (a sinistra) ed il seggio del celebrante (a destra). Seguivano, fino all’arco santo, gli stalli dei canonici. Il presbiterio appare rialzato di tre gradini e delimitato da una balaustra. In navata, intorno all’ultima colonna di sinistra si elevava il pulpito, opera barocca a bassorilievi sostenuta da un angelo-telemone realizzata nel 1711 da P. Lazzarini e A. De Putti su commissione della nobiltà locale. Il fonte battesimale era posta a sinistra dell’ingresso principale, fra la colonna e la scala della cantoria. Nel 1784, in seguito alle riforme ecclesiastiche dell’imperatore Giuseppe II, l’arcidiocesi fu temporaneamente soppressa e definitivamente restaurata, ma territorialmente ridimensionata, solo nel 1830 recuperando per la chiesa cattedrale l’antico titolo dei SS Patroni. La cattedrale fu gravemente danneggiata nel 1915-16, durante il primo conflitto mondiale, e riaperta al culto solo nel 1928 dopo notevoli lavori di ricostruzione e restauro. I due altari che stavano alla base dell’arco santo, dedicati a S. Maria Maddalena e alla Beata Vergine del Buon Consiglio, vennero eliminati. La navata centrale fu abbassata di un gradino. Il presbiterio fu prolungato oltre l’arco santo di circa tre metri e a sua volta alzato di un gradino. La balaustra settecentesca, anch’essa spostata in avanti, venne integrata verso le navate laterali con due nuovi elementi a profilo mistilineo. Cattedra e stalli dei canonici dovettero essere sostituiti. La facciata, realizzata nel XIX sec., fu ridisegnata in quest’occasione da E. Caraman. Ancora oggi le ordinazioni sacerdotali della diocesi di Gorizia si celebrano ad Aquileia. (A.M.).

Plano

1. Altare

2. Altaremaggiore con tabernacolo non utilizzato

3. Ambone

4. Cattedra

5. Sede

6. Fonte battesimale

7. Confessionali

8. Custodia eucaristica

9. Crocefisso

10. Organo e coro sulla cantoria

11. Organo e coro (collocazione straordinaria)

12. Cappella feriale

13. Sagrestia

14. Pulpito

Data del rilievo: 2002

FUENTE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

ÚLTIMA MODIFICACIÓN

30/06/2017

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