Diócesis de Concordia - Pordenone

Chiesa di Santo Stefano Protomartire

Le origini del primo luogo di culto di Concordia sono antichissime e risalgono alla metà del IV secolo. Si tratta della cosiddetta “Trichora”, realizzata per custodire, in un loculo cruciforme posto nel pavimento al centro del transetto, le reliquie dei martiri locali. I resti di questo interessantissimo edificio si conservano immediatamente a sud del campanile dell’attuale cattedrale. In un secondo tempo la trichora fu trasformata in basilica con l’aggiunta di un aula a tre navate, di un nartece e di un ampio sagrato con fontana. Nel 389 fu consacrata la nuova grande Basilica Apostolorum maiore nella stessa occasione il vescovo di Aquileia ordinò il primo vescovo di Concordia. Una nuova basilica fu eretta attorno al VII secolo sui resti della prima, distrutta dall’innondazione del 589. Il nucleo originario dell’attuale cattedrale sorse nella seconda metà del X secolo per volontà del vescovo Alberico (963-984) e del successore Benno (996) ed era caratterizzato probabilmente da un impianto a croce latina a navata unica e con due cappelle laterali. Al 1150 risale la costruzione, con l’impiego di materiali di recupero, del campanile. Verso la fine del XIII secolo, con la ricostruzione e l’ampliamento del presbiterio e con la realizzazione delle navate laterali, ebbe inizio una lunga serie di interventi di ristrutturazione ed ampliamento dell’edificio. Al vescovo A. Feletto III (1455-1488) si deve la facciata rinascimentale. A partire dal 1884 venne demolita la cupola che sovrastava il presbiterio; questo venne innalzato e l’abside antica fu sostituita dall’attuale in stile neogotico. I lavori furono completati intorno al 1904 con l’allungamento di una campata dell’aula e la fedele ricostruzione della facciata quattrocentesca. Allo stesso periodo e committente (il vicario C. Costantini) si devono l’ampliamento della cappella dei Martiri ed i nuovi arredi marmorei. L’edificio, di stile essenzialmente gotico, sviluppa un ingombro di circa 49 metri di lunghezza per 21 di larghezza al transetto. L’armonioso spazio dell’aula è diviso in tre navate coperte da un tetto con capriate a vista e scandite da cinque campate. Tre scalini e un imponente arco santo a sesto acuto segnano il passaggio dalla navata centrale al presbiterio leggermente più largo e privo di finestrature. Un ulteriore scalino da accesso alla luminosissima zona absidale ove è collocato l’altare maggiore in stile barocco (1734-1737) opera di Pietro e Giovanni Battista Molinari scultori di Portogruaro. Il battistero monumentale, che si colloca a sud della cattedrale, quasi a ridosso del presbiterio, fu edificato in epoca medievale,durante il vescovato di Reginpoto (1089-1105) la cui tomba è collocata nell’atrio dell’edificio. Questa splendida architettura in stile romanico-bizantino, con impianto planimetrico a coce greca triabsidata e sormontata da una cupola, conserva quasi intatto e interamente leggibile l’apparato decorativo originale iconograficamente collegato al rito del battesimo. Nel 1850, per lasciare spazio al battistero, venne demolita la sagrestia sud della cattedrale. Durante gli scavi archeologici del 1880 furono individuati i resti della vasca battesimale originale; l’attuale fonte è un manufatto di epoca rinascimentale. Nel XVII secolo la sede vescovile si spostò a Portogruaro e nel 1975 a Pordenone.

Plano

1. Altare

2. Altare maggiore con la custodia eucaristica

3. Ambone

4. Cattedra- sede

5. Cattedra provvisoria utilizzata in particolari occasioni (faldistorio)

6. Cattedra antica utilizzata in particolari occasioni

7. Tavola di servizio

8. Fonte battesimale

9. Battistero antico (XI sec.)con fonte rinascimentale raramente utilizzato

10. Confessionali

11. Crocefisso

12. Organo e coro

13. Sagrestia

Data del rilievo: 2002

FUENTE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

ÚLTIMA MODIFICACIÓN

30/06/2017

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