Diocèse de Camerino - San Severino Marche

Chiesa della Santissima Annunziata

Il 28 giugno del 1799 un rovinoso terremoto danneggiò considerevolmente la cattedrale di Camerino: Santa Maria Maggiore, costruita tra il XII e XIII sec, il più forte tra quelli che nel corso dei secoli avevano già colpito la chiesa: provocò talmente tanti danni che si rese necessario una completa ricostruzione dell’edificio. Tramite la lettura di alcune epigrafi conservate nella cripta, è possibile però ricostruire, se pur in parte, una cronologia dei lavori della chiesa medievale e dei suoi committenti: nel 1268 si rese già necessaria una revisione complessiva dell’edificio a causa sia delle devastazioni, eseguite nel 1259 dagli svevi capitanati da Percivalle Doria, sia per le mutate necessità della cittadina allora in piena espansione economica e demografica. Per effetto del terremoto del 1279 il campanile crollò, e furono avviati da li a breve interventi per ristrutturarlo. Era Vescovo di Camerino in quel periodo Rambotto Vicomanni, vescovo della diocesi camerte dal 1285 al 1305. Il Vicomanni era il cappellano del cardinale romano Giacomo Savelli, che divenne papa nel 1285 con il nome di Onorio IV (1285 – 1287). Il Vicomanni aveva avuto modo di vedere a Roma l’operato del grande architetto scultore Arnolfo di Cambio, e nel rinnovare la chiesa major si avvalse dell’opera dello scultore marchigiano Armanno da Pioraco, influenzato in maniera decisiva dalle novità sperimentate a Roma da Arnolfo di Cambio. In quegli anni si mise mano anche alla facciata della cattedrale. Alcuni secoli dopo però negli anni 1748-1749, quando il prospetto della chiesa fu sottoposto a una revisione sostanziale, venne completamente cancellata la facciata duecentesca. Nel 1295 avvenne la consacrazione del nuovo altare maggiore, opera di del maestro Guittone mettendo fine ai lavori durati vari decenni e voluti da Gentile da Varano. Della stessa famiglia di Gentile è il vescovo Berardo che compare in un epigrafe del 1295, relativa al nuovo altare, in qualità di arcidiacono della cattedrale, sarà poi vescovo di Camerino negli anni 1310-13. Durante il suo episcopato fece anche costruire la cappella di famiglia nella chiesa major. L’attuale duomo, dedicato alla Santissima Annunziata, è stato consacrato 8 settembre del 1832, ed è stato realizzato nei primi anni del XIX sec. su progetto di Andrea Vici, primo architetto della Reverenda Fabbrica di San Pietro e allievo del Vanvitelli, con il quale collaborò per i lavori della Reggia di Caserta, e per la costruzione della chiesa dell’SS. Annunziata a Napoli. Dei tre i progetti presentati dal Vici, di cui i primi due avrebbero salvato le parti superstiti della cattedrale come: il coro, le sagrestie, la facciata, il campanile ed alcune cappelle, venne invece approvato il terzo, con risoluzione capitolare il 6 luglio del 1800, che prevedeva una demolizione delle strutture rimanenti, e una completa ricostruzione della chiesa a croce latina con asse longitudinale più lungo rispetto al precedente. Il Vici fu però costretto a cambiare nuovamente il suo progetto, in quanto aveva ricevuto una specifica richiesta da parte del Vescovo, di realizzare una facciata perpendicolare a quella dell’Episcopio, con portico antistante alla chiesa che diventasse un prolungamento di quello del Palazzo Vescovile. La pianta della chiesa venne quindi spostata verso nord-est con un conseguente ampliamento della piazza. I lavori furono sospesi nel 1807 con l’arrivo dei francesi. La ripresa dei lavori si ebbe circa 10 anni dopo, sotto la guida dell´ingegner Clemente Folchi, genero del Vici che era morto nel 1817. L’ing. Folchi non poté operare grosse modifiche al progetto interno in quanto la chiesa sotterranea e le fondamenta della superiore erano già state realizzate. Intervenne invece seriamente sulla facciata abbandonando il progetto originario del Vici, con prospetto a quattro colonne, frontone e attico sovrapposto, e realizzando, dopo aver elaborato ben tre progetti, l’attuale facciata, molto pesante e appiattita, con due tozzi campanile e un portico che è la continuazione di quello del Palazzo vescovile, che contrasta fortemente con lo slancio verticale dell’interno con la maestosa navata centrale inondata di luce.

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Data del rilievo: 2015

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