Diocesi di Ascoli Piceno

Chiesa di Sant'Emidio

Il complesso edificio del Duomo, di struttura composita, è il risultato architettonico di numerosi adattamenti e modifiche, succedutisi nei secoli. Si è giunti alla struttura attuale solo nel secolo XVI dopo che, tra l'altro, sono state aggiunte le due navate laterali all'unica aula originaria. L’edificio ebbe origini intorno al sec. VIII per volere del vescovo Euclere - di nazionalità longobarda - il quale la fece costruire sulle rovine della Basilica che molto probabilmente sorgeva sull'antico foro - oggi piazza Arringo - e che per tre secoli era stata il centro della cristianità ascolana. La Basilica, molto probabilmente è andata distrutta durante le invasioni barbariche. Della cortina muraria relativa alla chiesa originale sono rimaste visibili solo le fronti esterne del transetto formate alla base da grossi conci di travertino tolti a muraglie romane. Mano a mano che il transetto si sviluppa in altezza i conci di travertino diventano sempre più piccoli e si distribuiscono in maniera irregolare evidenziando così la loro origine medioevale. Nella testata settentrionale del transetto è possibile individuare una finestra che sorgeva nell'area dei grandi conci e che ora è murata ed interrotta da un finestrone orbicolare romanico. Nella parte occidentale esterna del transetto ritroviamo invece tracce evidenti di un'edicola ora scomparsa che vi si addossava, infatti gli incastri visibili sul muro possono essere assimilati all'arco che limitava l'apertura superiore dell'edicola e alla lastra di pietra che ne concludeva il frontone. Il 14 maggio 1491, vennero affidati a Mastro Cioch dal Capitolo della Cattedrale i lavori per l’allungamento dell'abside centrale, ritenendo quella esistente non più proporzionata alle dimensioni raggiunte dalla chiesa. L'opera fu realizzata con il travertino proveniente dalle cave di Rosara e da quello ricavato attraverso la demolizione di un edificio, "lu palazo de Santo petro in castello" che probabilmente era l'antico convento - abitato fino al 1522 - dei Canonici Regolari di S.Agostino. Un particolare curioso è che furono i Canonici della Cattedrale a definire lo spessore dei muri dell'abside. Alla fine dei lavori - protrattisi oltre i sedici mesi concordati dal Capitolo con Mastro Cioch -, l'aspetto assunto dall'abside è quello che ancora oggi possiamo vedere, poligonale, con 7 lati e 4 finestroni ad arco. Internamente si presenta voltata a botte nella parte iniziale e a cupola in corrispondenza del coro. Nel 1525, Nicola Filotesio detto Cola dell'Amatrice, diede inizio ai lavori della facciata. Il corpo principale della facciata si sviluppa in altezza per m. 18,50 e in larghezza per m. 30,75. La facciata è divisa in tre parti verticali scandite dagli intercolumni le cui dimensioni Cola dell’Amatrice ha dovuto adattare alle preesistenti torri. Le colonne corinzie poggianti su piedistalli alti m. 3,05 si sviluppano per un'altezza di m. 12 e sono addossate a delle paraste larghe m. 1,60 aventi capitelli dorici Il portale che incornicia un ingresso preesistente è largo m. 3,75 ed è costituito da un arco sormontato da un timpano triangolare leggermente aggettante che poggia su due mensole laterali e sulla chiave dell'arco. Sopra il timpano troviamo un finestrone rettangolare interrotto alla base dal timpano stesso e diviso in tre parti da due pilastrini. Questo finestrone è fiancheggiato da due mensole a voluta che sostengono una cornice la quale si attacca a quella superiore situata all'altezza dei capitelli. Di fianco al portale principale si ergono, due colonne ioniche (i cui fusti consistono soltanto nella metà addossata alla parete) terminanti alla stessa altezza dei piedritti che all'imposta hanno capitelli dorici squadrati. La torre campanaria la cui altezza totale è m. 45,80 è scandita a partire dal piano della balaustra inferiore in quattro settori. La torre si conclude con un tetto a cuspide avente base ottagonale. L'interno, a croce latina, presenta un presbiterio sopraelevato, come tutto il transetto, e una grande cupola ottagonale, affrescata, così come le volte delle navate e l'abside maggiore, dal pittore romano Cesare Marini (1884-94). La profonda abside, ampliata nel XVI secolo, ospita un coro ligneo della metà del XV secolo magistrale opera di artigianato locale, mentre il ciborio monumentale è stato ideato dall'architetto Giuseppe Sacconi (fine XIX sec). Nella cappella del SS. Sacramento, sono conservati il celebre Polittico di Carlo Crivelli (1473), capolavoro dell'artista veneziano, e un prezioso paliotto d'argento, ritenuto l'opera di oreficeria più importante delle Marche, databile tra la metà del XIV e la metà del XV secolo. La cripta fu costruita in occasione della traslazione del corpo di S. Emidio, protovescovo di Ascoli e martire. Le sue spoglie sono custodite nel sarcofago romano (IV sec.), che funge da altare. Il gruppo marmoreo retrostante è opera di Lazzaro Giosafatti (1728-30)

Pianta

Data del rilievo: 2015

FONTE

Le Chiese delle Diocesi Italiane - Diocesi di Ascoli Piceno

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30/06/2017

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