Diocesi di Padova

Chiesa di Santa Maria Assunta

La prima cattedrale patavina, sorgeva probabilmente nell’area dell’attuale sagrato, nella zona segnata oggi da una colonna in pietra, sormontata da una croce. Nonostante diverse ipotesi infatti, sia gli sporadici scavi effettuati in più occasioni, sia gli studi più recenti in merito, sembrano concordare su una fondazione altomedioevale, con un’aula basilicale di tipo “aquileiese”. Questa prima chiesa fu riedificata in forme romaniche e consacrata dal vescovo Olderico nel 1075 sull’area dell’attuale e venne parzialmente ricostruita dopo il famoso terremoto del 1117 che investì gran parte delle città venete. Fu poi radicalmente modificata, nella copertura con volte a crociera del presbiterio e delle navate, sotto il vescovo Stefano da Carrara nel XIV secolo. Già nella prima metà del XV secolo, durante l’episcopato di Pietro Donato (1428-1447), a causa delle continue opere che si rendevano necessarie per il consolidamento della fabbrica, si era giunti alla convinzione che fosse necessario pensare ad una più radicale opera di sistemazione. Solamente nel 1486 però, il capitolo dei canonici approvò il progetto, che contemplava l’abbattimento graduale dell’edificio esistente a partire dall’abside, secondo una scelta tipologica che prevedeva un profondo coro della larghezza della navata maggiore, affiancato dai corpi delle sagrestie. I lavori non ebbero seguito fino al 1537 quando sotto il vescovo Francesco Pisani ripresero con maggior decisione le attività progettuali. Tra il 1545 e il 1547 furono esaminati diversi modelli elaborati da architetti, attivi a Padova, tra i quali Andrea da Valle e Jacopo Sansovino, ma il cantiere non iniziò prima del 2 gennaio 1551. In tale data il Capitolo della Cattedrale approvò il bozzetto ligneo ideato da Michelangelo, che il cardinale Francesco Pisani aveva portato da Roma, nominando successivamente come “proti” Andrea da Valle e Agostino Righetti. La prima pietra fu benedetta il 6 maggio 1552 e solo il 14 aprile 1582, il vescovo Federico Corner, inaugurava il nuovo presbiterio con le due sagrestie. Il progetto michelangiolesco per Padova riproduceva nell’impianto quello della basilica di S. Pietro, con un interno voltato, maestoso e di ampio respiro, impostato su poderosi pilastri, che dividono lo spazio in tre navate. Successivamente, con la realizzazione del transetto di destra, nel 1644, venne inglobata, la cappella della “Madonna delle Grazie”, cui fu opposta, nel transetto di sinistra, quella del Santissimo. Nel presbiterio, elevato sopra la cripta, trovava collocazione l’altare maggiore con baldacchino, nella posizione dove si trova attualmente. I 35 stalli del coro ligneo realizzati, insieme al pulpito, dallo scultore genovese Filippo Parodi tra il 1692 e il 1694 completarono l’arredo funzionale della cattedrale. Il progetto cinquecentesco venne completato, sotto la guida del vescovo di allora, Giorgio Corner, durante la prima metà del 1700, dall’architetto Girolamo Frigimelica Roberti, affiancato da Francesco Tentori e Antonio Gaspari, con gli interventi tra gli altri dell’architetto Giorgio Massari e dell’ingegner Giovanni Poleni. Furono realizzate le navate e lo pseudo-transetto ed innalzata la grande cupola: la consacrazione e la dedicazione avvennero il 25 agosto 1754. Le dimensioni della fabbrica sono di circa 93 m per 67 al transetto. La facciata, rimasta incompiuta, avrebbe dovuto avere un grande portico-nartece di cui sono ancor oggi visibili i basamenti di imposta dei pilastri. Del 1791 è infine la sistemazione, nel presbiterio, dei due organi di G. Callido. La cupola maggiore, devastata dall’incendio del 1821, fu completamente ricostruita nel 1825. I bombardamenti della prima e della seconda guerra mondiale portarono notevoli danni che furono riparati con interventi successivi. Il battistero risalente al secolo XII, probabilmente progettato nello stesso periodo del Duomo romanico in posizione isolata, sul lato destro della facciata, fu ingrandito dopo il terremoto del 1117 e consacrato dal patriarca di Grado, Guido, nel 1281. La copertura dell’edificio, inizialmente simile a quella di S. Fosca a Torcello, fu modificata con la realizzazione della cupola attuale, poggiante su un alto tamburo, e successivamente affrescata con il capolavoro di Giusto dei Menabuoi intorno agli anni Settanta del XIV secolo.

Pianta

1. Altare

2. Altare maggiore

3. Ambone

4. Cattedra

5. Cattedra antica del XVII sec. non utilizzata

6. Sede

7. Fonte battesimale

8. Penitenzieria

9. Confessionali

10. Custodia eucaristica

11. Crocefisso

12. Coro

13. Organo positivo

14. Cantoria organo storico

15. Consolle organo storico

16. Cappella feriale

17. Sagrestia

18. Pulpito non utilizzato

19. Tavoli di servizio

Data del rilievo: 2002

FONTE

G. della Longa, A. Marchesi, M. Valdinoci, Antichi spazi per la nuova liturgia. Lo stato di adeguamento delle cattedrali della Regione Ecclesiastica Triveneto alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, Rovereto 2002

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30/06/2017

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