La creazione della diocesi di Capaccio-Vallo, sorta nel 1851 per sdoppiamento della diocesi di Capaccio, diede alfine al Cilento una sede diocesana fissa nella cittadina di Vallo della Lucania, nella quale la chiesa di San Pantaleone fu elevata al ruolo di cattedrale. I primi vescovi si adoperarono per rendere questa sede comoda e dignitosa, restaurando edifici ecclesiastici, avviando la costruzione di un episcopio e di un nuovo seminario, riattando la strada del santuario di Novi. Dopo l’unità nazionale però la comunità diocesana si trovò coinvolta in una grave crisi economica, oltre tutto per le leggi emanate dal nuovo governo che venivano a sconvolgere il secolare sistema delle zone rurali del Mezzogiorno, fondato sulle chiese ricettizie e sul reclutamento del clero locale. Le file del clero si assottigliarono, sia per il calo delle vocazioni sia perché molti ecclesiastici presero la via dell’emigrazione. Per venire incontro alle classi bisognose e combattere l’usura, il vescovo Paolo Iacuzio nel 1913 fondò la Cassa rurale depositi e prestiti San Pantaleone, che ebbe il merito di limitare i profitti di guerra degli speculatori. Erano gli anni in cui il movimento cooperativo cattolico, spesso sotto la spinta propulsiva dei vescovi e del clero, si avviava nel Sud verso il massimo della sua espansione. Altro merito di questo vescovo fu l’impulso che diede all’Azione cattolica, allora poco diffusa e apprezzata nella zona. Nel 1921 fu celebrato nella cattedrale di San Pantaleone l’unico sinodo diocesano del secolo, organizzato dal vescovo Francesco Cammarota, che va ricordato anche per l’inaugurazione del seminario di Vallo nel 1930. Subito dopo il secondo conflitto mondiale la diocesi assunse l’attuale denominazione Vallen(sis) in Lucania. Tra i vari eventi e personaggi che hanno caratterizzato gli anni del dopoguerra vanno ricordati: la fondazione, da parte del parroco di Cuccaro Nicola Cerbone, della Congregazione delle Ancelle di Santa Teresa del Bambino Gesù, che poi molto contribuirono alla catechesi dentro e fuori la diocesi; l’attivismo culturale di monsignor Biagio D’Agostino, che costituì la pinacoteca diocesana di Vallo e avviò i lavori di inventariazione e di riordinamento dell’archivio diocesano; l’ampliamento della diocesi, che nel 1972 acquisì le quindici parrocchie cilentane già dipendenti dai benedettini di Cava. La crisi dell’agricoltura montana faceva intanto spopolare le zone interne, mentre si incrementavano fortemente le pianure di Paestum e di Casal Velino, nonché l’intera fascia marittima, interessata da un turismo sempre più di massa. Alle necessità spirituali di queste popolazioni in crescita provvedevano i vescovi Savarese e D’Agostino con l’erezione di nuove parrocchie e il vescovo Giuseppe Casale con la ristrutturazione del territorio in sei vicariati.
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