Diocèse de Fidenza
HISTOIRE
I - Le origini
La diocesi di Fidenza trova nel culto di san Donnino l’origine della sua fede e il costituirsi della sua prima comunità cristiana.Il santuario, sorto sulla tomba del martire lungo la via Romea, fu tappa importante del pellegrinaggio europeo, che ne diffuse ovunque la devozione fino a farlo dotare nel Medioevo di una splendida chiesa, simile a una cattedrale.
La storia di Fidenza e della sua diocesi non può essere capita senza far riferimento a san Donnino, che costituì il fulcro generatore della vita della città e la caratterizzò al punto di farle perdere coscienza delle sue origini romane, denominandola Borgo San Donnino fino al 22 settembre 1927.
San Donnino, cubicolario dell’imperatore Massimiano, fu martirizzato secondo la tradizione il 9 ottobre 293 (l’anno è convenzionale), presso il fiume Stirone, vicino a Fidentia e a 15 miglia da Parma.
Il martirio è ricordato nel martirologio di san Girolamo e in quelli carolingi.
Le prime fonti sembrano risalire tra la metà del V e il VI . Dopo la prima invenzione del corpo del martire, probabilmente nel IV sec., il vescovo di Parma vi fece erigere parvam ecclesiam, più volte ingrandita per il pellegrinaggio già allora fiorente.
Il culto di san Donnino aveva grande splendore al tempo di Carlo Magno, che probabilmente ne fece ricostruire la chiesa e l’arricchì di boschi per l’estrazione del sale.
Forse allora si aggiunse alla Passio la leggenda di san Donnino che attraversò il fiume Stirone reggendo con le mani il suo capo mozzo.
Nell’830 la Chiesa era amministrata da Orso, prete vicedomino; papa Adriano II consegnò al suo arciprete la mitra e la chiesa fu cara ai primi re d’Italia perché vi «si venerava il corpo del santissimo e prezioso Martire Donnino».
Nel X . era una celebre pieve; il suo patrono san Donnino assieme a san Colombano veniva invocato dagli imperatori Ottoni nelle litanie dei santi.
II - Dal Mille al concilio di Trento
Nel Mille il santuario di San Donnino, splendido di pitture, accoglieva giorno e notte l’onda incessante dei pellegrini con la salmodia dei suoi canonici; il paese si arricchiva di monasteri e di xenodochi, potenziato nel 1033 da un grande monastero benedettino a Castione Marchesi: così divenne tappa obbligatoria della via Francigena.Gli imperatori vi sostavano e i rettori della lega lombarda nel 1195 vi confermarono la pace di Costanza.
La Chiesa di San Donnino fu sempre fedele alla Santa Sede e i pontefici Alessandro II e Urbano II la protessero e la privilegiarono al tempo di Cadalo, vescovo scismatico di Parma (1045-1072); il 28 ottobre 1106 secondo la tradizione il pontefice Pasquale II la consacrò.
Da allora ebbe una fisionomia di diocesi, benché non completamente autonoma.
Borgo San Donnino fu aspramente conteso tra Parma, Piacenza e Cremona; Parma lo bruciò nel 1108 e 1152, risparmiando solo la chiesa di San Donnino, che ogni volta faceva risorgere con più rigoglio l’abitato.
Barbarossa con un diploma del 1162 la prese sotto la sua protezione, confermando la donazione di Carlo Magno; la bottega di Benedetto Antelami rifece allora la chiesa, che divenne un capolavoro del romanico europeo.
Federico II ne confermò l’autonomia con un diploma del 1221.
Celestino III con una bolla del 1196 confermò alla Chiesa la sua protezione, salvo però l’autorità del vescovo diocesano, i possedimenti e le consuetudini, tra cui l’uso della mitra.
Nel 1198 papa Innocenzo III minacciò il vescovo di Parma di togliergli per sempre la Chiesa di San Donnino se non faceva risarcire i danni subiti dal suo legato Pietro da Capua e liberava i canonici di Borgo dal «giogo» del vescovo; il Papa, ottenuta soddisfazione, invitò il clero di Borgo a ritornare all’obbedienza del vescovo.
Borgo fu terra di santi: nel 1015 san Simone eremita vi guarì un ammalato; nel 1046 vi morì san Guido, abate di Pomposa e nel 1215 san Francesco d’Assisi moltiplicò nel suo convento il pane in modo miracoloso.
Un suo frate, Gherardo di Borgo San Donnino, pubblicò a Parigi il Vangelo Eterno di Gioacchino da Fiore, causando nell’università violente reazioni.
Parma nel 1268 distrusse Borgo San Donnino in modo da cancellarlo per sempre sulla faccia della terra; risorto nel XIV sec., iniziò una contesa contro Parma per la sua autonomia religiosa e civile.
Rinnovato «per l’infinita moltitudine di pellegrini e di romei», ottenne nel 1446 da papa Eugenio IV e poi nel 1473 da Sisto IV che la Chiesa di San Donnino fosse direttamente soggetta alla Santa Sede.
La conferma definitiva venne nel 1553 da papa Giulio III.
Il 19 maggio 1564 il prevosto di Borgo Alessandro Sforza di Santafiora pubblicò il bando del concilio di Trento, facendo adattare la chiesa alla nuova solenne liturgia.
Il culto di san Donnino, principale patrono, fu potenziato e si fissò al 16 settembre la festa di san Gislemerio, altro patrono, che secondo la tradizione subì il martirio a Fidenza.
Un canonico di San Donnino, Giovanni Antonio Facchinetti, nel 1591 venne eletto papa con il nome di Innocenzo IX.
III - Dai Farnese a Napoleone Bonaparte
I Farnese, ottenuto nel 1556 Borgo San Donnino, per il prestigio del loro ducato chiesero al pontefice di avere un terzo vescovato; così il 12 febbraio 1601 papa Clemente VIII con la bolla Super Universas Orbis Ecclesias eresse Borgo San Donnino a città e la collegiata di San Donnino a cattedrale, direttamente soggetta alla Sede apostolica.Si fece dipingere l’immagine di san Donnino sul palazzo comunale.
Tutto lo Stato Pallavicino, soggetto al Vescovo di Cremona, venne aggregato alla diocesi di Borgo San Donnino, che comprese cinque piazzeforti, quaranta ville e 35.000 abitanti.
I vescovi di Borgo San Donnino furono scelti da famiglie nobili della corte ducale.
Il primo vescovo Papirio Picedi (1603-1606) era stato governatore e ambasciatore dei Farnese presso la Santa Sede.
Giovanni Linati (1606-1620) fece due sinodi e nel 1607 ottenne dalla Sacra Congregazione dei riti che il nuovo ufficio di San Donnino fosse riconosciuto e approvato; Alfonso Pozzi (1620-1626) eresse il seminario; Ranuzio Scotti (1627-1661) venne inviato nel 1630 nunzio apostolico in Svizzera; nel 1639 fu mandato nunzio a Parigi presso Luigi XIII in momenti di grave crisi.
Il cardinale Giulio Alberoni, ordinato sacerdote a Borgo San Donnino nel 1688, ebbe aperta la strada della sua carriera dal vescovo fidentino Alessandro Roncovieri (1700-1711), ambasciatore del duca Francesco I Farnese presso il duca di Vendôme, comandante in capo dell’armata francese in Italia.
La cultura ebbe grande sviluppo nei collegi farnesiani dei gesuiti e delle orsoline.
L’illuminismo del governo borbonico mise in difficoltà il vescovo Girolamo Baiardi (1753-1775), che per il rifiuto del primo ministro Du Tillot non poté essere trasferito nei vescovati di Parma e Piacenza; nel 1769 pubblicò l’ufficio di San Donnino.
Alessandro Garimberti (1776-1813) fondò a Borgo San Donnino e a Monticelli d’Ongina (Piacenza) un grande ospedale con un orfanotrofio femminile e un magazzino di grani «nella penuria», dopo aver ottenuto dalla Santa Sede di unire i vari ospedali.
Sotto la dominazione francese (1802-1814) la diocesi fu annessa alla Chiesa gallicana, ma vennero ridotte le parrocchie della città e soppresse le case dei religiosi a vantaggio del comune.
IV - Dal 1814 al Vaticano II
Nei moti del 1848 il vescovo Pier Grisologo Basetti (1843-1857) aderì all’annessione al Regno di Sardegna.Nella cripta della sua cattedrale nel corso dell’ispezione del 19 luglio 1853 il vescovo ritrovò il corpo di san Donnino, che da allora fu tenuto esposto.
Nel 1859 Francesco Benassi, preconizzato vescovo di Borgo, per vicende politiche non poté mai prendere possesso della sede; solo nel 1871 Borgo ebbe come vescovo Giuseppe Buscarini, filosofo e precursore del movimento neo-tomistico.
Nel 1861 rappresentante del collegio di Borgo San Donnino al primo Parlamento italiano fu il maestro Giuseppe Verdi; nacque il giorno di San Donnino e da bambino fu l’organista della sua parrocchia di Roncole di Busseto.
Gaetano Camillo Guindani (1872- 1879) istituì gli oratori maschili e femminili; Vincenzo Manicardi (1879-1886) organizzò il primo pellegrinaggio diocesano alla tomba di san Donnino e vi tenne la prima assemblea diocesana dei Comitati cattolici.
A Borgo ritornarono le Dame Orsoline.
La situazione degli operai era molto triste; il vescovo Leonida Mapelli (1907- 1915) mantenne sempre un’attenzione particolare alla questione sociale e si prodigò nell’organizzazione dell’Azione cattolica.
Furono attivi i salesiani, le canossiane e le Figlie di Sant’Anna.
Il vescovo Mario Vianello, veneziano, (1931-1943), fu promosso alla sede arcivescovile di Perugia.
Nel bombardamento aereo del maggio 1944 Fidenza fu quasi rasa al suolo.
Il vescovo Francesco Giberti (1890-1952), servo di Dio, fu uno dei principali artefici della sua ricostruzione.
Sono state erette nuove parrocchie, oratori, scuole e asili, affidati alle canossiane, alle suore domenicane di Pompei, aderendo alle esigenze della città, che da sempre svolge il ruolo di centro gravitazionale; lo ha confermato il decreto della Congregazione dei Vescovi che in data 14 gennaio 2003 unì le parrocchie di Salsomaggiore Terme e di Pellegrino Parmense alla diocesi di Fidenza.
Bibliographie
V. Brioschi-A. Fagiuoli, Vita di San Donnino da più luoghi raccolta e con la brevità, che meglio si è potuto, descritta fedelmente, Cremona 1578;Passio Sancti Domnini martyris in Monumenta historica ad Provincias Parmensem et Placentinam pertinentia, Parma 1858, 471- 476;
G. M. Giacopazzi, I Vescovi di Borgo San Donnino, Borgo San Donnino-Salsomaggiore 1903;
G. Laurini, San Donnino e la sua Chiesa, Fidenza 1927;
D. Soresina, Enciclopedia Diocesana Fidentina, I. I Personaggi, Fidenza 1961;
M. C. Testa, S. Domninus martyr, Fidenza 1993;
A. Aimi, Storia di Fidenza, Parma 2003.
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Mappa
Diocèse de Fidenza
Chiesa di San Donnino Martire
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La facciata della cattedrale di San Donnino a Fidenza -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Veduta dall'aula dal presbiterio -
Madonna in Trono con il Bambino di scuola antelamica
Diocèse
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.