Diocèse de Subiaco
HISTOIRE
I - Dalle origini al 1051
Le origini del monastero, che poi divenne il centro dell’abbazia territoriale di Subiaco, risalgono a san Benedetto da Norcia (480-547), che costruì nella regione sublacense i primi tredici monasteri dell’ordine benedettino, appartenenti all’inizio alla diocesi di Tivoli.Dal Regesto sublacense risulta che le prime esenzioni furono concesse, nel X sec., al monastero dei santi Benedetto e Scolastica (oggi Santa Scolastica), ricostruito dopo le devastazioni dei saraceni nel IX . Leone VII (936-939) concesse al monastero nel 937 il castello di Subiaco, nel 939 le masse «jubenzana et intermurana» e, infine, nel 939, accordò a esso l’esenzione dalla giurisdizione episcopale.
Con il diploma di Ottone I, l’11 gennaio 967, il monastero divenne uno «staterello » autonomo, durato fino al 1753, di cui vengono definiti i confini.
Si trovava nel Sacro romano impero e nella Chiesa e quindi godette della tuitio imperiale e della defensio pontificia.
Non si hanno però elementi sufficienti per affermare l’esenzione spirituale anche sul territorio soggetto all’abbazia.
Il 4 dicembre 980 fu consacrata da Benedetto VII (974-983) la nuova chiesa.
Un altro documento importante del Regesto è il privilegio di Giovanni XVIII (1004-1009) del 21 luglio 1005, con cui venivano confermati i possedimenti e i diritti dell’abbazia ed erano sottratti ai poteri d’ordine del vescovo diocesano non solo il monastero, ma anche le chiese rurali.
Quindi si può parlare di abbazia nullius solo per il monastero e le chiese incorporate a esso.
Il privilegio venne confermato anche da Leone IX (1049-1054) nel 1051.
II - Dal 1051 all’inizio della commenda (1456)
Nell’XI . emersero alcune figure di abati di grande rilievo, tra cui san Pietro III (†1003), strenuo difensore dei diritti dell’abbazia; Umberto (1050- 1069), che nel monastero costruì il campanile romanico e al «Sacro Speco» la prima cappella; Giovanni V (1069-1121), detto il «gloriosissimus abbas», ricordato dal Chronicon sublacense anche nei suoi rapporti con i vescovi di Tivoli.Sotto l’abate Simone (1149-1184) sorsero controversie con il vescovo di Palestrina, per il possesso di Ponza (oggi Arcinazzo Romano) e Affile, che nel 1176 furono assegnati all’abate; due anni dopo egli ottenne anche Roiate.
Sotto il suo governo, morì santa Chelidonia (†1151), patrona di Subiaco, dopo cinquantanove anni di vita eremitica.
Le liti con Tivoli si riaccesero con il successore Beraldo (1184- 1189), che ebbe da Clemente III (1187- 1191) la conferma degli antichi privilegi concessi all’abbazia; poi furono riprese sotto l’abate Romano (1189-1216).
Alla fine intervenne Innocenzo III (1198-1216) con una transazione, in virtù della quale l’abate divenne «quasi» ordinario dei castelli dell’abbazia.
Nel 1224, o qualche anno prima, san Francesco d’Assisi fu al Sacro Speco.
Alessandro IV (1254-1261), nativo di Jenne, confermò l’arbitrato di Innocenzo III e aggiunse i poteri d’ordine che quest’ultimo aveva sottratti all’abate, ma verso la fine del XIII . iniziò un periodo di decadenza per l’abbazia.
Per la soluzione della crisi, dal 1276, il governo dell’abbazia fu affidato agli «abati curiali», eletti dalla curia romana; essi governarono l’abbazia fino all’inizio della commenda.
III - Il periodo della commenda (1456- 1915)
Sospeso l’ultimo abate curiale Guglielmo, il 13 agosto 1455 l’abbazia fu affidata da Callisto III al cardinale Giovanni Torquemada (zio dell’inquisitore), che divenne abate commendatario di Subiaco il 16 gennaio 1456, dando inizio alla commenda, che durò fino al 1915.Il 25 luglio 1456 promulgò lo Statuto di Subiaco, rimasto in vigore fino al 1815.
L’abbazia nel 1492 passò ai Colonna che la governarono fino al 1608.
Sotto Marcantonio Colonna ricominciarono le liti con il vescovo di Tivoli, che negava il privilegio di nullius all’abbazia.
Marcantonio in un primo momento si oppose, poi firmò «quasi una resa incondizionata a Tivoli» (Cignitti).
Il commendatario volle soltanto che il monastero fosse esente dalla visita del vescovo e si riservò il giudizio sulle cause civili e criminali.
Il 14 aprile 1564 il vescovo di Tivoli Croce iniziò la visita ai castelli dell’abbazia.
Nel 1585, al sinodo di Tivoli parteciparono anche i parroci dell’abbazia.
All’inizio del 1638 – la commenda era passata ai Barberini (Antonio e Francesco, nipoti di Urbano VIII) e il vescovo Orsini era morto – si giunse a una nuova transazione che cambiò la situazione: il vescovo di Tivoli perdeva ogni giurisdizione sull’abbazia sublacense.
L’atto fu approvato il 15 novembre da Urbano VIII (1623-1644).
L’anno seguente, 1639, furono stipulate le transazioni con il vescovo di Palestrina che cedeva all’abbazia Ponza, Affile, Roiate e Civitella (oggi Bellegra) e con il vescovo di Anagni che concedeva a essa Jenne e Trevi.
Le transazioni furono approvate dal papa il 21 luglio 1639.
L’abbazia sublacense diveniva così integralmente nullius.
Risolte le liti con Tivoli nel 1638, i commendatari Barberini dovettero fronteggiare quelle con i monaci, sorte per la questione della cattedralità della chiesa abbaziale.
I dissidi erano nati poiché Santa Scolastica era una cattedrale senza vescovo e il commendatario svolgeva le funzioni religiose in Sant’Andrea, che non era cattedrale.
La causa andò per le lunghe; alla fine fu vinta dai monaci nel 1897.
A Sant’Andrea fu concesso il titolo di concattedrale.
Dopo la morte del commendatario Giovambattista Spinola (1753), Benedetto XIV (1740-1758) concesse al successore G.
B.
Francesco Banchieri solo la giurisdizione spirituale sull’abbazia, dando inizio a una nuova serie di commendatari.
Nel 1872 venne approvata la congregazione cassinese della primitiva osservanza (detta poi congregazione sublacense), sorta per opera dell’abate Pietro Casaretto (1810-1878).
Essa ebbe illustri abati generali, fra cui Domenico Serafini (1852-1918), vescovo di Spoleto, cardinale e prefetto di Propaganda fide, ed Emanuele Caronti (1882-1966), famoso liturgista.
L’ultimo commendatario fu san Pio X: infatti Benedetto XV, il 21 marzo 1915, con la costituzione apostolica Coenobium Sublacense, soppresse definitivamente la commenda.
IV - Dal 1915 ai nostri giorni - Dopo l’abolizione della commenda, l’abbazia fu affidata all’abate generale Mauro Serafini, che per due anni fu amministratore apostolico.
Nel 1916, il seminario in Subiaco, reso inagibile dal terremoto del 13 gennaio 1915, fu riaperto presso Santa Scolastica.
Nel 1917 fu nominato abate ordinario Simone Lorenzo Salvi (1879-1964), eletto abate già nel 1909 e ordinato vescovo titolare di Diocesarea nel 1927.
Egli fu abate per cinquantacinque anni, un primato italiano.
Ebbe una cura speciale per il seminario, riorganizzò la vita ecclesiastica e religiosa con il sinodo del 1933 e promosse la devozione eucaristica e mariana.
Il suo successore fu Egidio Gavazzi (1905-1990), già abate coadiutore con diritto di successione nel 1952.
Giovanni XXIII visitò i monasteri nel 1960 e papa Montini nel 1971.
Nel 1974 successe al Gavazzi Stanislao Andreotti (1924-2003), che nel 1980 ricevette Giovanni Paolo II, in visita ai monasteri e a Subiaco.
Fu ordinato vescovo titolare di Vazari nel 1983.
Nel 1996 gli è succeduto Mauro Meacci (n.
1955), attuale abate ordinario di Subiaco.
Con il decreto della Santa Sede del 16 luglio 2002, l’abbazia sublacense, pur rimanendo «territoriale» limitatamente ai monasteri, con le case e le proprietà terriere, non ebbe più il governo delle parrocchie: esse passarono alle diocesi di Tivoli (Subiaco, Affile, Agosta, Arcinazzo Romano, Camerata Nuova, Canterano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Gerano, Jenne, Marano Equo e Rocca Canterano), di Palestrina (Bellegra, Rocca Santo Stefano e Roiate) e di Anagni-Alatri (Altipiani di Arcinazzo e Trevi nel Lazio).
Bibliographie
Regesto sublacense del . XI, a c. di L. Allodi-G. Levi, Roma 1885;P. Egidi, I monasteri di Subiaco, I. Notizie storiche, Roma 1904;
B. Cignitti-L. Caronti, L’Abbazia Nullius Sublacense, Roma 1956;
P. Carosi, I monasteri di Subiaco, Subiaco 1987;
Chronicon sublacense (593-1369), a c. di R. Morghen, Subiaco 1991.
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Diocèse de Subiaco
Chiesa di Santa Scolastica
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La facciata principale della chiesa monastica e cattedrale di Santa Scolastica -
L’aula vista dall’ingresso -
Incisione del 1674 raffigurante l’interno della chiesa di Santa Scolastica (in: A. Ricci e M.A. Orlandi, a cura di, L... -
La navata vista dal presbiterio -
Lacerto medievali -
Lacerto medievali -
Giacomo Quarenghi. Pianta della cattedrale, 1769 (da A. Ricci. M.A. Orlandi. a cura di, Lo spazio del silenzio: stori... -
Giacomo Quarenghi sezione longitudinale della cattedrale, 1769 (da A. Ricci. M.A. Orlandi. a cura di, Lo spazio del s... -
Giacomo Quarenghi sezione della cattedrale, 1769 (da A. Ricci. M.A. Orlandi. a cura di, Lo spazio del silenzio: stor...
Diocèse
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.