Diocèse de Chiavari
HISTOIRE
Civilmente la diocesi può vantare una posizione geografica che rappresenta lo sbocco al mare per le strade che dall’Appennino, ieri più di oggi, conducono alla costa.Ciò consentì già dal Settecento uno sviluppo di agricoltura, industria, cantieri navali e commercio marittimo e una complementarietà tra l’immediato entroterra collinoso e le attività legate al mare (trasporto delle merci e pesca) e le manifatture per la produzione di stoffa, tessuti, pizzi e lavorazione del legno, ma non impedì nel XIX . una forte emigrazione prevalentemente verso il Sud America, unita alle occasioni di lavoro all’estero della gente di mare.
La città, che in passato fu sede di una importante podesteria in cui si suddivise il territorio della Repubblica di Genova, costituisce il principale centro della riviera ligure di Levante posto tra il capoluogo e la provincia della Spezia e sotto il dominio francese fu centro del dipartimento degli Appennini.
Nel Novecento il Tigullio, con l’inizio del fenomeno turistico di qualità favorito dai collegamenti ferroviari, rappresenta un campione ristretto che comprende diverse località omogenee, segnate da un sensibile benessere ed equilibrio tra la fascia costiera e l’interno, attività marinare e industria, vivacizzate a inizio secolo da un interessante fenomeno di emigrazione di ritorno.
Significative presenze religiose del passato sono costituite dalla basilica dei Fieschi di San Salvatore di Cogorno, stupendo edificio gotico fondato da Innocenzo IV, e dal santuario di Nostra Signora di Montallegro sulle alture di Rapallo.
A inizio Ottocento Luigi Lambruschini, arcivescovo di Genova dal 1819 al 1826, nell’intento di incrementare le vocazioni ecclesiastiche per far fronte alla crisi scaturita dagli eventi rivoluzionari, non risultando più sufficiente il seminario genovese e osservato che la mancanza di mezzi impediva a un consistente numero di aspiranti, residenti nella zona di Chiavari, la via del sacerdozio, fondò localmente un seminario che venne inaugurato nel 1827.
L’evento è significativamente posto all’origine della costituenda diocesi, a cui si somma il fatto che per diverso tempo fu presente in città un vicario generale con giurisdizione su tutte le parrocchie del distretto.
La vita religiosa ricevette un impulso anche dalla pastorale di due futuri vescovi e fondatori di fiorenti congregazioni religiose femminili di vita attiva: sant’Antonio Maria Gianelli (1789-1846) e il beato Tommaso Reggio (1818-1901).
Il primo, poi destinato al governo della sede vescovile di Bobbio, resse dal 1826 al 1838 la parrocchia-collegiata di San Giovanni Battista, la più importante della città, fu prefetto degli studi nel locale Seminario e proprio a Chiavari fondò nel 1829 le Figlie di Maria Santissima dell’Orto, congregazione di diritto pontificio per l’istruzione e l’educazione della gioventù, che prese il nome dal santuario della Madonna dell’Orto, attuale cattedrale della diocesi e centro della vita religiosa.
Il Reggio, fondatore delle suore di Santa Marta, vescovo di Ventimiglia e poi arcivescovo di Genova, resse il seminario di Chiavari dal 1845 al 1851, evitando negli anni difficili del 1848-1849 quei torbidi che si verificano tra i seminaristi e il clero del capoluogo ligure per la presenza di Vincenzo Gioberti.
Il 3 dicembre 1892 Leone XIII, con il distacco della zona orientale dell’arcidiocesi di Genova, eresse la sede vescovile di Chiavari, come suffraganea del metropolita genovese.
L’evento, unico negli storia di quegli anni di contrasti tra Stato e Chiesa in Italia, ottenne il riconoscimento civile con la concessione il 7 aprile 1895 del regio exequatur, trovando la concorde azione delle locali forze cattoliche e laiche di orientamento moderato.
Nella bolla, con cui furono attribuite alla diocesi 133 parrocchie in 33 comuni, l’arcivescovo di Genova ricevette la nomina ad amministratore pro tempore, al quale fu fatto obbligo dalla Santa Sede di scegliersi un vicario, che sarebbe stato nominato vescovo ausiliare per la nuova sede.
Si tratta di fatti che, sebbene ormai possano essere affrontati in sede storica, nei loro risvolti sono ancora trascurati.
Ricordiamo in sintesi che, se fin dal 1847 venne rivolta una petizione al re Carlo Alberto affinché Chiavari, staccata da Genova, potesse essere riconosciuta sede autonoma, è solo con il testamento del 15 febbraio 1882 che il sacerdote Francesco Bancalari, scomparso nel 1884, lasciò il proprio consistente patrimonio per la costruzione di strutture assistenziali e religiose e per la creazione della futura diocesi.
Iniziò una travagliata vicenda giudiziaria che vide coalizzati nello scontro gli eredi Bancalari insieme ai difensori dei diritti della curia arcivescovile di Genova e l’archivio segreto Vaticano (Segreteria di Stato, anno 1896, rubrica 3, fascicolo 4) documenta l’opposizione di diversi parroci alla costituenda diocesi, che inizialmente portò a un parere sfavorevole espresso dalla Sacra Congregazione Concistoriale.
Indubbiamente, se la lontananza dalla sede metropolitana e l’accrescimento dell’importanza della città giustificavano le richieste dei chiavaresi (cfr.
S.
Congregazione Concistoriale.
Per la nuova Diocesi di Chiavari.
Scritture riservate presentate alla S.
Congregazione dalla Commissione Amministratrice dei pii lasciti Bancalari in Chiavari; Nuovo ricorso e dichiarazione firmata dai R.R.
Parroci e Sacerdoti della Parte Orientale dell’Archidiocesi di Genova spedito alla S.
Congregazione Concistoriale il giorno 25 giugno 1892 in opposizione alla progettata diocesi chiavarese), alimentando le ambizioni locali per una autonomia anche civile con l’aspirazione fino a ora non realizzata di una nuova provincia, la diocesi privò Genova di un polmone vocazionale e la erezione in parrocchia della cattedrale di Nostra Signora dell’Orto portò allo smembramento dell’arcipretura di San Giovanni Battista, un tempo sede del vicario foraneo.
La diocesi presenta caratteristiche peculiari rispetto alle altre sedi della Liguria, che si riassumono nel fatto di costituire una zona «bianca», innestata in un tessuto socio-religioso di diversa connotazione e nel contempo capace di rapportarsi senza soggezioni o risentimenti con il ruolo trainante della capitale dell’antica Dominate, a cui appartiene amministrativamente.
L’influenza del locale movimento cattolico si consolidò con il contributo dell’Opera dei Congressi che il 3 dicembre 1887 tenne a battesimo il periodico «La Liguria Orientale», rivista religiosa, politica, letteraria, amministrativa, trasformato nel 1894 in «La Sveglia della Liguria Orientale », che dal 1901 al 1943 divenne «La Sveglia » e, dal maggio 1945 al 1966, trovò continuità in una nuova testata: «Il Risveglio », mentre di recente la diocesi, in luogo della stampa cattolica, ha operato la scelta di sostenere un’emittente televisiva (Teleradiopace).
Nel panorama civile merita un riferimento la Società Economica di Chiavari, attiva dal 1791, di cui fece parte anche il Gianelli e che rappresentò un fattore importante per lo sviluppo materiale e morale del comprensorio chiavarese, come pure l’odierno Museo diocesano attiguo alla cattedrale.
Tra l’Otto e il Novecento cambiarono anche gli equilibri economici: il 24 maggio 1870 fu costituito uno «Stabilimento di credito», trasformato dal 1921 in «Banco di Chiavari e della Riviera Ligure», mentre gli inizi del XX . videro la nascita della città moderna.
Per la sua conformazione geografica di cerniera, durante l’ultimo conflitto conobbe pesanti bombardamenti e la guerra fu segnata da scontri per la presenza nelle vallate di consistenti forze partigiane e nella città di un nucleo del fascismo repubblichino.
In particolare sui monti del Levante ligure nacque il nucleo che dette vita al grosso della VI zona, distinguendosi tra le migliori della Resistenza italiana e a queste formazioni sono legati i nomi del leggendario partigiano cattolico, medaglia d’oro, Aldo Gastaldi (Bisagno), come del parroco di Valletti e cappellano della divisione partigiana «Coduri» Giovanni Bobbio, fucilato a Chiavari il 3 gennaio 1945 e anch’egli medaglia d’oro e di Luigi Canessa, cappellano capo della divisione «Centocroci» e medaglia d’argento.
Siamo in presenza di una realtà locale di connotazione «moderata» che costituisce un campione significativo anche dal punto di vista religioso per l’adesione dei fedeli alle direttive della Chiesa e per consistenza di movimenti, che negli anni del post-concilio Vaticano II non raggiunsero quelle frizioni intra-ecclesiali che segnarono realtà come Genova o Savona.
Istituzioni religiose del Novecento sono sorte a Sestri Levante dopo la grande guerra (Opera Madonnina del Grappa di padre Enrico Mauri) e a San Salvatore di Cogorno, dopo il secondo conflitto mondiale (Villaggio del Ragazzo di Chiavari, Opera diocesana).
Nel 1998 Chiavari, unica tra le sedi episcopali della Liguria oltre il capoluogo, fu visitata dal pontefice Giovanni Paolo II.
Dopo Fortunato Vinelli, primo vescovo della diocesi, che nacque a Santa Margherita Ligure nel 1832, studiò nel Seminario di Chiavari e morì nel 1910, notevole fu la presenza pastorale del genovese Amedeo Casabona (1867-1948).
Questi, colto e preparato, segnò la vita religiosa della diocesi.
Già direttore spirituale del Pontificio seminario romano maggiore, resse la sede per trent’anni, compì sei visite pastorali e celebrò due sinodi diocesani e nel 1942 venne nominato arcivescovo ad personam.
Attualmente Chiavari è retta da un altro vescovo proveniente dal clero genovese, Alberto Tanasini (nato nel 1945), già vicario generale e vescovo ausiliare di Genova.
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Diocèse de Chiavari
Chiesa di Nostra Signora dell'Orto
Diocèse
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.