Il 1° giugno 2023 Papa Francesco ha disposto la piena unione delle Diocesi di Cuneo e di Fossano creando la nuova circoscrizione ecclesiastica denominata «Diocesi di Cuneo-Fossano», suffraganea della sede metropolitana di Torino, e nominando S.E. Mons. Piero Delbosco primo vescovo della nuova Diocesi di Cuneo-Fossano.
La sede della nuova diocesi è nella città di Cuneo, dove si trova la Cattedrale di Santa Maria del Bosco e San Michele Arcangelo, a cui è annesso il Capitolo Cattedrale dei Canonici. La chiesa di Santa Maria e San Giovenale in Fossano ha assunto il titolo di Concattedrale con annesso il Capitolo Concattedrale dei Canonici.
I - Dall’erezione del 1592 alla soppressione
del 1803
Fu verso il 1562, e cioè nei mesi in cui risiedette in Fossano il duca di Savoia Emanuele Filiberto, che si avviarono le trattative per l’erezione della diocesi. Con la bolla Cum Principatus Pedemontium, Clemente VIII, in data 15 aprile 1592, la istituiva, dopo aver ottenuto, con qualche fatica, il consenso dell’arcivescovo di Torino e del vescovo di Asti, dalle cui diocesi veniva smembrato il territorio assegnato a Fossano. Ma l’iter preparatorio non fu privo di ostacoli e durò trent’anni. L’erezione fu preceduta dalla concessione a Fossano del titolo di «città», atto forse indispensabile, perché la collegiata fossanese venisse eretta in cattedrale. Fondamentale fu il sostegno di Emanuele Filiberto e poi di Carlo Emanuele I, oltre che del Comune di Fossano. Insostituibile si dimostrò l’interessamento del fossanese padre Giovenale Ancina, presente a Roma come prete della congregazione dell’Oratorio e in costante contatto con la Sede apostolica, dove godeva di grande stima. Nessun sostegno venne da parte del futuro papa Pio V, in quanto il vescovo di Mondovì, informato del progetto della diocesi fossanese, non aveva accettato di cedere Sant’Albano Stura, Trinità e Benevagienna. San Carlo Borromeo, ricevuto l’incarico da Pio IV di provvedere all’erezione della diocesi, si limitò a scrivere al nunzio apostolico di Torino, perché venisse avviato il consueto processo. La bolla assegnava alla nuova diocesi Fossano, Cervere, Salmour, Genola, Levaldigi, Vottignasco, Villafalletto, Tarantasca, Busca, Castelletto di Busca, Passatore, Ronchi, San Benigno, Madonna dell’Olmo, Lemma, Cervasca, Vignolo, Vernante e Limone. Il duca di Savoia presentò per la nomina pontificia Camillo Daddei, monregalese, già vescovo di Brugnato, che fece l’ingresso in Fossano il 6 settembre 1592. Tra le prime sue iniziative fu la visita pastorale tra il giugno 1593 e il giugno 1595, quando convocò il primo sinodo diocesano, i cui atti ufficiali vennero pubblicati nelle stesso anno in Mondovì. Fu anche il primo visitatore della chiesetta di Cussanio, edificata sul luogo delle due apparizioni, e dotò la cattedra vescovile di una degna sede residenziale. Morì in Fossano il 23 settembre 1601. La sede rimase vacante per circa sei mesi, ma questo intervallo vide esternarsi in Fossano lo zelo del beato Giovenale Ancina (1545-1604), destinato al vescovato di Saluzzo, dove si stava recando provenendo da Roma. Succedettero Pietro Leone (1602-1605) e Tomaso Biolato (1605-1620). Questi realizzò il seminario nel 1608; chiamò a Cussanio gli agostiniani della congregazione di Genova nel 1617 e l’anno successivo gli agostiniani di Lombardia. Vennero poi i vescovi Agostino Solaro (1621-1625) e Federico Sandri-Trotti (1627-1646), che compì tre visite pastorali e convocò il secondo sinodo, quindi Nicola Dalmazzo (1648- 1653), che chiamò a Fossano i padri dell’Oratorio. Clemente Ascanio Trotti (1658- 1675) indisse il terzo sinodo. Seguirono Ottaviano Della Rovere (1675-1677) e Maurizio Bertone (1678-1701), alla cui morte seguì una lunga vacanza – dal 1702 al 1727 – dovuta ai contrasti tra la Sede apostolica e la corte sabauda circa la nomina dei vescovi e la dotazione dei vescovati. Furono questi anni difficili anche per le guerre che distrussero l’economia, per le carestie e le frequenti epidemie nel settore della zootecnia. Chiuse le vertenze tra Roma e Torino, furono vescovi Lorenzo Cristoforo Baratà (1727-1740) e Giovanni Battista Pensa (1741-1754), che celebrò il quarto sinodo, riordinò le vicarie della diocesi e prese a costruire un nuovo seminario. A lui succedette Filippo Mazzetti (1755-1761). Fu poi la volta di Carlo Giuseppe Morozzo (1762- 1799), che compì una puntuale visita pastorale, completò la costruzione del seminario, celebrò un quinto sinodo e pose mano alla costruzione della nuova chiesa cattedrale su progetto di Mario Ludovico Quarini. Durante il suo episcopato il Piemonte venne invaso dalle truppe francesi della Rivoluzione e poi di Napoleone: la diocesi fossanese venne soppressa nel 1803 e assegnata in gran parte a Mondovì; vennero soppressi i monasteri (nove in Fossano), le congregazioni e gli altri enti religiosi.
II - Dalla soppressione del 1803 al
2004
Con la Restaurazione, il re sabaudo voleva ripristinare le diocesi dando loro una nuova organizzazione territoriale. Sembrava che Fossano dovesse scomparire, mentre veniva istituita la diocesi di Cuneo. Ci fu una piccola insurrezione e il Consiglio reale cui la questione fu sottoposta dovette convenire sulle buone ragioni dei fossanesi. La diocesi restò, ma dovette cedere otto parrocchie a Cuneo e quattro a Saluzzo, mentre ebbe Centallo da Torino. A nuovo vescovo venne designato Luigi Fransoni (1821-1836) che, nominato arcivescovo di Torino, governò la diocesi dal 1832 al 1836 come amministratore apostolico. Gli successe Ferdinando Bruno di Tournafort (1836-1848) e quindi il vescovo senatore Luigi Fantini (1849-1852), che ebbe grande parte nel cercare una soluzione ai problemi circa i rapporti tra Stato e Chiesa. Dopo una vacanza ventennale (1852-1872) fu la volta di Emiliano Manacorda (1872-1909), vescovo intransigente, il quale compì una dettagliata visita pastorale, convocò un sesto sinodo e ricostruì il santuario diocesano di Cussanio che fu dedicato, ricordando le apparizioni del Cinquecento, a «Maria, Madre della Divina Provvidenza». Fondò il settimanale diocesano «La Fedeltà», edito tuttora come settimanale cattolico fossanese. Dopo di lui fu vescovo Giosuè Signori (1910-1919), poi trasferito arcivescovo a Genova, quindi Quirico Travaini (1919- 1934), che per alcuni anni resse anche, con unione ad personam, la diocesi di Cuneo. Alla fusione delle due diocesi si opposero i fossanesi, che affidarono le loro ragioni all’attività di due sacerdoti diocesani, Giuseppe Beltrami e Michele Pellegrino, più tardi creati cardinali da papa Paolo VI. Ad Angelo Soracco (1935-1943) successe Dionisio Borra (1943-1963), che nella lotta di liberazione si prodigò per evitare le rappresaglie naziste in più occasioni. Gli successe l’arcivescovo Giovanni Dadone (1963-1980), trasferito a Fossano da Santa Severina in Calabria, e poi Severino Poletto (1980-1990), che nel 1982 istituì lo Studio teologico interdiocesano. Amministratore apostolico e poi vescovo, Natalino Pescarolo (1990-2005) dal 1999 è anche vescovo di Cuneo con una unione ad personam. In Fossano, che ha dato i natali al beato Giacomo Alberione, sono oggi presenti cappuccini, salesiani, missionari della Consolata, Società San Paolo, monache cisterciensi, suore domenicane, suore giuseppine di Cuneo, suore del Cottolengo.
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