Dopo laboriose trattative tra la corte sabauda e la curia romana, con decreto concistoriale del 24 marzo 1819 la circoscrizione ecclesiastica dell’Ogliastra veniva separata dall’arcidiocesi di Cagliari, con giurisdizione su trenta parrocchie. La ristrutturazione è da inserire nel contesto della politica ecclesiastica sabauda che, a partire dal periodo del Bogino, aveva studiato un piano di riorganizzazione delle diocesi isolane al fine di servire in maniera pastorale più adeguata ampie zone di territorio lontano da Cagliari. Su presentazione di Carlo Felice, in data 9 settembre 1824, la diocesi venne affidata al provinciale dei cappuccini Serafino Carchero (1824-1834) e ne fu stabilita la sede in Tortolì. A causa della lontananza dal centro diocesi e del conseguente abbandono in cui versavano le parrocchie ogliastrine (33 ore a dorso di cavallo da Baunei a Cagliari), i problemi che dovette affrontare il Carchero furono numerosi e complessi, soprattutto per la viabilità inesistente, per le difficoltà nelle comunicazioni viarie che diventavano proibitive durante i mesi invernali. Il suo primo compito fu quello di riordinare l’amministrazione dei benefici ecclesiastici e di proporre un piano pastorale per estendere l’istruzione religiosa. Organizzò allo scopo due visite pastorali: la prima nel biennio 1825-1826 e la seconda negli anni 1828- 1830. Nell’autunno 1831 inaugurò a Tortolì il seminario per la formazione del clero. Dopo il trasferimento del Carchero alla sede di Ozieri, nel 1834, la diocesi rimase vacante per quattro anni, fino alla nomina di Giorgio Manurrita (1838-1844), che fece una visita pastorale nel 1839. Lo scolopio Michele Todde Valeri (1849-1851) s’impegnò nella promozione dell’istruzione tra le classi più disagiate, per la costruzione del porto di Arbatax e della strada Lanusei-Fonni-Nuoro. A causa delle crescenti tensioni fra Stato e Chiesa, la diocesi ogliastrina rimase vacante per un arco di ventuno anni, governata dai vicari capitolari. Un impulso decisivo alla sua rinascita avvenne sotto l’episcopato di Paolo Maria Serci (1872-1882) che pose le basi per l’incipiente organizzazione del movimento cattolico. Antonio Maria Contini (1882- 1893) istituì nel seminario di Tortolì le scuole ginnasiali per la gioventù povera. Durante il governo pastorale di Salvatore Depau Puddu (1893-1899), grazie all’impegno profuso dall’avvocato Antonio Giua, i salesiani aprirono a Lanusei la loro prima casa in Sardegna. La figura più significativa dell’episcopato ogliastrino del Novecento fu Emanuele Virgilio (1910-1923), il quale, forse più di altri, seppe cogliere il ritardo in cui versava l’Ogliastra nei primi decenni del secolo e diede un forte impulso a un suo risveglio sociale e spirituale. Nel 1927 la sede vescovile fu trasferita da Tortolì a Lanusei. La coscienza del laicato cattolico, a partire dai timidi inizi di fine Ottocento, andò gradualmente sviluppandosi intorno al movimento di Azione cattolica che, sotto i vescovi Giuseppe Maria Miglior (1927-1935) e Lorenzo Basoli (1936-1970), assunse un ruolo di crescente sviluppo. Dalle sei associazioni dell’anno sociale 1928-1929, con 156 socie, passava nell’anno 1936-1937 alle quattordici, con 391 socie e 318 soci. Dopo un periodo di crisi legato alle conseguenze della seconda guerra mondiale, l’Azione cattolica registrò negli anni 1951-1965 una sensibile affermazione in quantità e qualità, diffondendosi in maniera capillare in ogni parrocchia della diocesi. A partire dall’8 ottobre 1986, la diocesi di Ogliastra cambiò il nome in quello di Lanusei, con sede in Lanusei, dov’era già dal 1927. Nel periodo del postconcilio sono da ricordare la fondazione di alcune nuove parrocchie, l’erezione del santuario Madonna d’Ogliastra in Lanusei e una progettualità culturale che si espresse attraverso la fondazione, nel 1984, del periodico mensile «L’Ogliastra», l’organizzazione del concorso di cultura «San Giorgio di Suelli», l’acquisizione della rivista «Studi Ogliastrini», fondata da padre Vincenzo Mario Cannas e tuttora esistente.
Seuls sont visualisés les édifices pour lesquels on dispose d'une géoréférenciation exacte×