Diocese of Perugia - Citta' della Pieve
HISTORY
I - Origini ed età antica
Nella città, fondata dagli umbri sarsinati su una zona collinare che domina la valle del Tevere, poi importante lucumonia etrusca, infine municipium romano, sul tracciato della via Amerina, il cristianesimo fu portato presumibilmente da Roma, ma di incerta datazione è l’origine della diocesi e la cronotassi dei primi vescovi.Secondo la tradizione agiografica vi fu sepolto il martire Costanzo, sul luogo dove poi fu costruita una chiesa a lui dedicata, fuori Porta San Pietro, ma le Passiones che lo riguardano sono posteriori al VI-VII . e quindi non molto attendibili.
Gli studiosi infatti hanno espresso molti dubbi sul fatto che fosse vescovo di Perugia e non sono concordi sulla sua collocazione cronologica (II o IV sec.).
La presenza di una comunità cristiana è documentata solo a partire dal IV sec., epoca a cui risale un sarcofago ornato di un pregevole bassorilievo, detto «del beato Egidio» ora a San Bernardino.
Si sono conservate anche alcune iscrizioni, soprattutto funebri, ma non se ne conosce la datazione precisa.
Della fine del V . è il primo vescovo accertato Massimiano (499) e tra V e VI . si colloca la costruzione della chiesa a pianta circolare di San Michele Arcangelo.
Incerto è il luogo in cui sorgeva la primitiva cattedrale.
Tradizionalmente si riteneva collocata nella chiesa extraurbana di San Pietro, dove fu sepolto il vescovo Ercolano (†547/548), martire dei goti ricordato da Gregorio Magno.
Recenti studi hanno ipotizzato una collocazione intramuraria, vicino alla chiesa, ora scomparsa, di San Giovanni Rotondo – che per la forma ottagonale e il nome può essere stata l’antico battistero – e in linea con una zona cimiteriale a ovest della città (San Francesco al Prato), dove è stato ritrovato il sarcofago.
In epoca tardoantica la città faceva parte dell’esarcato di Ravenna, tranne che per i pochi anni in cui fu conquistata dai goti di Totila (548-552), dopo un lungo assedio, durante il quale si colloca la vicenda del martirio del vescovo Ercolano.
A parte un brevissimo periodo longobardo (passò di mano quattro volte tra il 592 e il 594), rimase sempre sotto il dominio bizantino, come sede di ducato autonomo da Roma, fino alla fine dell’VIII sec., collocandosi nel cosiddetto «corridoio bizantino» che collegava Roma a Ravenna incuneandosi tra la Tuscia langobardorum e il longobardo Ducato di Spoleto.
II - Età medievale
In epoca franca entrò nei territori della Chiesa romana, mentre si strutturavano solidamente le istituzioni ecclesiastiche.Nel X . il corpo di sant’Ercolano fu trasferito nella nuova cattedrale di San Lorenzo, collocata nel luogo dove sorge quella attuale mentre nella chiesa di San Pietro l’abate Pietro, forse della famiglia Vincioli, fondava nel 965 un monastero benedettino, la cui importanza è documentata dall’ingente patrimonio terriero, che riuscì a formare, e dal patronato su numerose chiese e parrocchie.
Dello stesso periodo (969) sono le prime notizie del monastero di Santa Maria di Val di Ponte (Montelabbate), e alla fine X-inizio XI . si fa risalire la fondazione del monastero camaldolese di San Salvatore di Monteacuto, o di Montecorona, accanto al quale si costituì nel 1530 il sacro eremo di Montecorona, centro propulsivo della congregazione eremitica camaldolese omonima, fondata da Paolo Giustiniani.
Diversamente da altri luoghi, a Perugia i vescovi non ebbero mai poteri feudali, ma nel Medioevo svolsero un ruolo importante come rappresentanti della città, così come i monasteri e il capitolo della cattedrale.
Attivo dall’XI sec., il capitolo acquistò un notevole patrimonio e il patronato su una serie di chiese nel contado; i suoi membri erano spesso esponenti delle famiglie nobili perugine, molto interessati alle vicende politiche cittadine e non sempre al di sopra delle parti nelle frequenti lotte intestine.
Avendo inoltre giurisdizione su vasti territori, quando il comune si consolidò strutturando le magistrature comunali (i primi consoli sono documentati nel 1139, alla fine del secolo compare il podestà), scoppiarono notevoli contrasti.
Non era infrequente anche il caso che le diverse istituzioni ecclesiastiche fossero in dissidio tra loro; in particolare il vescovo si trovava spesso a fronteggiare il capitolo, ma anche i potenti monasteri un po’ alla volta si sottrassero all’autorità vescovile (l’esenzione di San Pietro è del 1002).
Il XIII . segna il periodo del massimo splendore della città, crocevia viario dell’Italia centrale, che andava estendendo progressivamente la sua influenza sul contado, dal lago Trasimeno all’alta valle del Tevere, e sulle vicine città umbre.
Campione del guelfismo, Perugia ospitò frequentemente i pontefici, che confermarono le magistrature cittadine e concessero privilegi alla città.
Qui morì e fu sepolto Innocenzo III; qui fu accolto (1251-1253) Innocenzo IV; qui tra il 1264 e il 1305 si tennero cinque conclavi.
In questo periodo si insediarono in città gli ordini mendicanti, soprattutto i francescani – data anche la vicinanza con Assisi – che, dopo vari spostamenti, costruirono San Francesco al Prato (1253) e nel 1276 ricevettero in dono il terreno dove sorgerà Monteripido, in ricordo di Egidio di Assisi, compagno di san Francesco, eremita a Perugia e qui deceduto nel 1262.
I domenicani giunsero nel 1234.
Quasi contemporaneamente a metà secolo si insediarono gli agostiniani, i Servi di Maria e i carmelitani.
Parallelamente si assisteva alla diffusione di monasteri femminili a partire da quello delle clarisse a Monteluce (1218) e delle cisterciensi a Santa Giuliana: tra Duecento e Trecento in tutta la diocesi ne sono attestati cinquantotto.
Molti di essi non erano probabilmente veri e propri monasteri, ma case di terziarie, bizzocaggi, reclusori, in un periodo in cui si diffondevano molteplici forme di spiritualità che coinvolgevano anche i laici.
Tali erano infatti i frati della penitenza e gli aderenti al movimento dei Disciplinati, che, ispirato da Raniero Fasani (†1281?), nel 1260 partì proprio da Perugia e diede origine a numerose confraternite disciplinate, mentre nascevano istituti assistenziali, come l’ospedale di Santa Maria della Misericordia, sorto nel 1305.
Intanto acquistava sempre più importanza la borghesia mercantile e artigiana che a poco a poco sottrasse il potere politico alla nobiltà.
Quando nel 1255 fu eletto il primo capitano del popolo, la città era divisa e con essa le istituzioni ecclesiastiche.
Il capitolo, l’abbazia di San Pietro e i francescani si schierarono dalla parte degli aristocratici.
Il vescovo Bernardo Corio (1254-1287) prese posizione a favore del popolo, appoggiando il movimento dei Disciplinati.
Tra la fine del XIII e l’inizio del XIV . l’unità cittadina sembrò ricomporsi, quando il comune decise la costruzione di Sant’Ercolano, chiesa del comune e del popolo, sul presunto luogo del martirio del santo, e la risistemazione della piazza principale dove sorgeva la cattedrale.
In essa, cuore della città, sorsero i nuovi edifici pubblici: il palazzo del podestà, la fontana maggiore di Nicola e Giovanni Pisano, il palazzo nuovo del Comune, poi chiamato palazzo dei Priori, quando essi dal 1303 sostituiranno i consoli.
Nel marzo 1300 fu il popolo stesso a decidere la ricostruzione della cattedrale (i lavori però iniziarono nel 1426 e la nuova chiesa fu consacrata solo nel 1587).
Era vescovo Bulgaro Montemelini (1290-1308) di nobile famiglia perugina.
Egli si trovò a organizzare due importanti conclavi, quello del 1294, in cui fu eletto Celestino V, e quello del 1305, in cui fu eletto Clemente V, il papa che portò la sede pontificia ad Avignone e diede a Perugia lo Studium generale (1308), trasformando la scuola di diritto (XI sec.) e le scuole di medicina e arti liberali (XIII sec.) nell’università resa poi illustre dall’insegnamento giuridico di Bartolo da Sassoferrato (†1357) e di Baldo degli Ubaldi (†1400).
Al Montemelini successe il domenicano Francesco Poggi (1312-1330), che convocò il primo sinodo diocesano di cui si siano conservati gli atti (1320) e dettò norme per la riforma del clero.
Nel XIV . alle lotte interne per il potere tra nobili e popolo si sovrappose la riconquista dello Stato della Chiesa da parte del cardinale di Albornoz.
Nel 1370 avvenne la sottomissione al papa, ma nel 1375 una rivolta popolare cacciò il legato pontificio Gérard Dupuis, abate di Monmaggiore.
Era vescovo Andrea Bontempi (1354-1390), perugino di parte popolare, che cercò di mediare.
Durante il suo episcopato gli olivetani si insediarono a Montemorcino (1366) e Monteripido fu donato al fondatore dell’osservanza Paoluccio Trinci (1374).
Dalla fine del XIV . Perugia vide susseguirsi una serie di signorie di breve durata, come quella di parte popolare di Biordo Michelotti (1393-1398) e quella di parte magnatizia di Braccio Fortebracci (1416-1424), finché prevalse la famiglia aristocratica dei Baglioni.
In questo periodo anche i vescovi appartenevano alle stesse famiglie.
Prima Edoardo (1404-1411) e Antonio Michelotti (1412-1434), poi Andrea Giovanni Baglioni (1435-1449), che governò con forte rigore morale, insediò a San Pietro la congregazione benedettina osservante di Santa Giustina (1436), a cui subentrò poi quella di Montecassino (1504); favorì il passaggio all’osservanza degli agostiniani e delle clarisse di Monteluce.
La seconda metà del secolo, in un clima di scontri per il potere, vide la fondazione del monte di pietà (1462) e l’inizio della devozione al Santo Anello della Madonna rapito a Chiusi (1473), ma anche l’azione della beata Colomba da Rieti (1467-1501), terziaria domenicana, esempio di santa dotata di spirito profetico che partecipò vivamente alle vicende cittadine.
III - Età moderna
Nella prima metà del XVI sec., dopo l’uccisione del legato Filonardi e l’incendio del suo palazzo (1534) da parte dei Baglioni e in seguito alla ribellione dei perugini per la tassa sul sale (1540), papa Paolo III reagì duramente: fece distruggere le case dei Baglioni e costruire su di esse la rocca Paolina, capolavoro di Antonio da Sangallo, che per tre secoli fu il simbolo del potere pontificio su Perugia.In epoca tridentina si ebbero anche a Perugia vescovi riformatori, tra cui Fulvio Della Corgna (1550-1553; 1564- 1574), che accolse in diocesi i gesuiti (1552), fondò il seminario (1564) e tenne il primo sinodo post-tridentino (1564); Francesco Bossi (1574-1579), che accolse i minimi a Santo Spirito; il domenicano Vincenzo Ercolani (1579-1586), che affidò ai fatebenefratelli l’ospedale degli incurabili (1584); ma soprattutto il lungo episcopato di Napoleone Comitoli (1591- 1624) è rappresentativo dell’attività pastorale post-tridentina, per i numerosi sinodi, la cura della liturgia e la promozione del culto di santi locali.
Contemporaneamente si ebbe anche una fioritura di confraternite (alla fine del XVI . solo in città ce n’erano trentotto) e istituzioni assistenziali e cultuali.
Perugia intanto era divenuta una città di provincia, anche se rimaneva uno dei centri culturali dello Stato della Chiesa per la presenza dell’università – sottomessa dal 1625 direttamente al vescovo come gran cancelliere – e di numerose accademie letterarie.
Non partecipò attivamente ai movimenti religiosi e ai fermenti riformatori del Seicento e Settecento, sviluppando piuttosto fino all’Ottocento una vivace cultura erudita di tipo muratoriano.
IV - Età contemporanea
Nel periodo napoleonico i due vescovi Alessandro Odoardi (1776-1805) e Camillo Campanelli (1805-1818) prestarono entrambi il giuramento al regime francese, e con loro giurò la maggior parte dei parroci.Dopo il ritorno del governo pontificio furono ripristinate le istituzioni soppresse, ma non tornarono più a Perugia né i gesuiti, né gli olivetani di Montemorcino.
Nel 1860 l’intero territorio diocesano fu unito al Piemonte e poi al Regno d’Italia e Perugia divenne il capoluogo dell’intera provincia dell’Umbria.
Era vescovo in quel periodo Gioacchino Pecci, poi papa Leone XIII, che nel suo lungo episcopato (1846-1878) si trovò a gestire la Chiesa perugina in momenti di crisi politica, sostenendo fermamente le istituzioni ecclesiastiche e guidando clero e popolo soprattutto con la promulgazione di importanti lettere pastorali.
Egli svolse sette visite pastorali, riformò il seminario e fondò l’Accademia di San Tommaso; promosse l’istruzione femminile e la devozione alla Madonna delle Grazie in cattedrale e alla Madonna della Misericordia nel nuovo santuario a Ponte della Pietra, che si aggiunse ad altri tradizionali, come la Madonna dei Bagni di Casalina (Deruta) e la Madonna dei Miracoli di Castel Rigone.
Poco dopo l’elezione a papa, Leone XIII elevò la diocesi ad arcidiocesi (1882), sotto l’episcopato di Federico Foschi (1880- 1895).
Il successore Dario Mattei Gentili appoggiò il rinnovamento degli studi portato avanti in seminario dal rettore Umberto Fracassini, ma l’accusa di modernismo rivolta al rettore e al vicerettore, Pietro Pizzoni, dal visitatore apostolico portò alla loro destituzione (1907), alla chiusura del seminario e alle dimissioni del vescovo (1910), instaurando un clima di sospetto e una divisione tra il clero.
Nel ventennio fascista era vescovo Giovanni Battista Rosa (1923-1942), fedele esecutore della linea pastorale di Pio XI.
Fu promotore di tre congressi eucaristici (1926, 1933, 1941) e della diffusione capillare dell’Azione cattolica.
Mario Vianello (1943-1955) si trovò invece a gestire l’occupazione tedesca e il dopoguerra, prodigandosi per l’assistenza alle popolazioni e per l’istruzione religiosa (congresso catechistico 1946).
Durante il suo episcopato fiorì l’associazionismo cattolico giovanile con atteggiamenti di apertura sotto la guida di don Luigi Piastrelli.
La diocesi, originariamente immediate subiecta, nel 1972 fu promossa metropolitana con suffraganee Assisi, Città della Pieve, Città di Castello, Foligno, Gubbio, Nocera-Gualdo Tadino; e nel 1986 le fu unita pienamente la diocesi di Città della Pieve, dove risiede un vicario.
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Chiesa di San Lorenzo
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La facciata della cattedrale di San Lorenzo a Perugia -
Il fonte battesimale -
L’altare della Madonna delle Grazie -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Il presbiterio
Diocese
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.