Diocèse historique de Amelia
HISTOIRE
I - Le origini
Nella città umbra, poi municipio romano, la prima attestazione della presenza dell’istituzione diocesana non risale oltre la seconda metà del V . (465) con il vescovo Ilario, ma la vicinanza con Roma, alla quale Amelia era agevolmente collegata dall’antica via Amerina, indurrebbe a ipotizzare un’evangelizzazione del territorio amerino più antica.Una lunga, sebbene tarda, tradizione agiografica (risalente forse all’XI sec.) lega le origini del cristianesimo amerino alle figure dei santi Firmina e Olimpiade, martiri sotto Diocleziano: la devozione verso Firmina, diffusa fra XI e XII . in Tuscia, Umbria e Toscana meridionale, ad Amelia venne ad acquisire una nuova centralità civica nel XII sec., quando le sue spoglie vennero traslate dall’antica sede nel contado amerino alla rinnovata cattedrale, che nel 1158 risulterà dedicata non più a san Lorenzo, ma alla santa martire.
Nelle plurisecolari lotte fra le forze bizantine e i longobardi del Ducato di Spoleto, Amelia, grazie alla sua strategica collocazione sull’arteria di comunicazione Roma-Ravenna, mantenne sempre forti legami politici con l’Urbe, fin quando alla metà dell’VIII . entrò definitivamente a far parte del Patrimonio di San Pietro.
II - Il Medioevo
I confini della diocesi, pressoché coincidenti con l’area dipendente dal comune amerino, rimasero complessivamente stabili in tutto il Medioevo.Con il confinante comune di Todi, a fasi alterne fra XII e XIV sec., Amelia intrecciò alleanze allo scopo di contenere l’aggressività spoletino-narnese.
Nel periodo avignonese fu ghibellina e vi si diffuse il movimento dei fraticelli.
Nonostante i frequenti scontri con i comuni rivali e le rivendicazioni «autonomistiche» di alcuni castelli del contado, il territorio sottoposto alla giurisdizione dei vescovi amerini, provenienti fra XV e primo XVI . in gran parte dal notabilato cittadino, mantenne generalmente la sua estensione originaria.
III - L’età moderna
Nel Cinquecento, in particolare durante l’episcopato di Antonio Maria Graziani, cui si deve la convocazione del primo sinodo post-tridentino (1595), la diocesi si avviò con decisione sul terreno della riorganizzazione amministrativa e spirituale; all’inizio del Seicento la crescente domanda di strutture educative stabili venne in parte soddisfatta dall’istituzione di un collegio retto dai padri somaschi, mentre il seminario verrà aperto solo alla fine del XVIII sec., a causa della cronica penuria di fondi della diocesi.Nel XVII . sorse, presso il castello di Foce, il santuario rurale di Santa Maria delle Grazie, vivacemente rilanciato dal vescovo Giuseppe Crispino e affidato ai cisterciensi, da lui stesso chiamati in diocesi.
Il Crispino (1690-1721), figura di spicco di una rinnovata e rigorosa stagione di applicazione della pastoralità tridentina, attuò un’intensa campagna di riattivazione della vita spirituale diocesana, effettuando visite pastorali accurate e minuziose, convocando un sinodo diocesano (1702) e promuovendo una serie di pratiche devozionali volte a coinvolgere ampie fasce della popolazione.
IV - L’età contemporanea
Durante il periodo napoleonico, il vescovo Fortunato Pinchetti (1806-1827) rifiutò di prestare il giuramento e fu esiliato in Francia.Nel corso dell’Ottocento e del Novecento la diocesi amerina risentì della pesante marginalità in cui versava il suo territorio, rimasto prevalentemente agricolo: la sua tardiva riunione alla diocesi di Terni-Narni (1983-1986) impedì, nel corso del Novecento, la partecipazione di Amelia alle più incisive iniziative pastorali della diocesi ternana.
Bibliographie
BHL 3001b-3001d;BSS V 865, VII 785-86, XI 819-820;
DHGE 2 (1914) 1177-1180;
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GADI II 37-40;
GACI I 68-70;
Lanzoni I 417-419;
RDI Umbria 549-587;
Mons. Vincenzo Lojali, vescovo di Amelia, Terni 1967;
G. De Rosa, Giuseppe Crispino e la trattatistica sul buon vescovo, RSSR V, 9, 1976, 171-213;
G. Bertelli, Note sulla diocesi di Amelia in epoca altomedievale, «Quaderni dell’Ist. di archeol. e storia ant. L. Univ. abruzzese G. D’Annunzio», 2, 1981, 127-151;
R. Chiacchella, Appunti per una storia della diocesi di Amelia in età moderna: le fonti ecclesiastiche, in Comunità cristiana e società da Pio IX a Giovanni Paolo II nel territorio delle diocesi di Terni-Narni-Amelia, Terni 1988, 31-53;
R. Chiacchella, L’Umbria e Amelia al tempo di Alessandro Geraldini, in Alessandro Geraldini e il suo tempo, Spoleto 1993, 35- 53;
E. Susi, I Santi patroni, in Amelia e i suoi statuti medievali, a c. di E. Menestò, Spoleto 2004, 83-128.
Diocèse
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.