La diocesi di Ortona risulta esistente già al tempo di san Gregorio Magno (590- 604), del quale si conoscono tre lettere, due relative ai vescovi Blandus e Calumniosus e una al difensore Scolasticus. Scrivendo all’esarca di Ravenna nel febbraio del 591, a riguardo di Blando colà detenuto per un motivo non rivelato, il pontefice lo pregava di affrettarsi o a sottoporre questo vescovo a giudizio sinodale, o a rinviarlo libero alla sua sede. Ancora, nell’agosto del 594, Gregorio annunziava agli ortonesi di aver nominato un visitatore e amministratore della sede episcopale, vacante per la morte di Blando, con l’incarico di presiedere anche alla elezione del successore. Infine, in altra sua, comandava al difensore Scolastico, figlio di Blando, di affittare al nuovo vescovo Calumnioso una conduma e una piccola vigna, di consegnargli l’episcopio con le cose di cui si fosse appropriato al tempo dell’episcopato di Blando suo padre e due casali, appartenenti a una proprietà della Chiesa romana, qualora per testamento lasciati in legato alla chiesa di San Giovanni, ubicata davanti alla porta della città. Passata nel X . sotto la giurisdizione di Ravenna, Ortona fu retta da arcipreti mitrati fino al 1570, quando Pio V vi restituì la sede vescovile, cui fu unita aeque principaliter la sede di Campli. Soppressa nel 1818 a seguito del concordato tra la Santa Sede e il Regno di Napoli, e incorporata a Lanciano, Ortona fu ristabilita e unita in amministrazione perpetua a Lanciano nel 1834, per esservi unita aeque principaliter nel 1945. L’antica cattedrale, ricostruita nel 1127 dopo un incendio e un terremoto, accolse nel 1258 le ossa di san Tommaso apostolo quivi portate dall’isola di Chio (Scio) dall’ortonese Leone Acciaiuoli, scientificamente ricognite sotto l’arcivescovo Enzio d’Antonio negli anni 1983-1986 e bellamente risistemate nella ristrutturata cripta assieme all’antica lastra tombale di marmo calcedonio, inneggiante «al gran San Tommaso», sulla quale per due volte (1352, 1369) anche Brigida di Svezia si soffermò in preghiera. Incendiata dai turchi nel 1556 e semidistrutta dalle mine tedesche nel 1943, questa antica chiesa, ora concattedrale, fu ricostruita negli anni 1946-1947, con l’aggiunta della nuova cappella di San Tommaso, affrescata da Tommaso Cascella. Immediatamente soggetta alla Santa Sede, suffraganea di Chieti negli anni 1526-1562, di Lanciano dal 1562 al 1982, e nuovamente di Chieti dal 1982 a oggi, la sede ortonese fu unita pienamente a Lanciano il 30 settembre 1986.