L’antica Calles o, nella bassa latinità, Callis e Callium (da cui il nome odierno), vicus e poi città romana dal 351 di Roma, sorgeva un tempo ai piedi del monte Petrano sul colle detto «La Banderuola », a sud-ovest della città attuale. Forse anticamente abitata dai sabini, cadde poi sotto l’influenza degli umbri, come dimostra la scoperta di una fonderia con reperti archeologici bronzei di arte umbra. Fu poi, grazie alla sua posizione sulla via Flaminia e alla confluenza dei due fiumi Burano e Bosso, un importante municipium romano e il suo ager municipale si estendeva, quanto poi la diocesi, dal Candigliano e dai suoi affluenti al Cesano, da Punta Cale del Furlo allo spartiacque appenninico (così si esprime lo storico Gottardo Buroni nella sua opera intitolata La diocesi di Cagli). La città di Cagli, situata sulla Flaminia – la grande via di comunicazione che congiungeva e congiunge ancora Roma con il mare Adriatico –, secondo la tradizione ricevette la predicazione del Vangelo fin dai tempi apostolici; è presumibile che i primi testimoni del messaggio di Cristo percorressero la via Flaminia fin dai primordi della Chiesa. La tradizione vuole che un vescovo di Cagli, di nome Greciano, nel 359 fosse presente al concilio di Rimini. Un vescovo di nome Romano (Romanus episcopus Pitinas) fu probabilmente a Roma nel 499, al sinodo indetto da papa Simmaco (498-514), mentre al sinodo romano, indetto dallo stesso papa nel 502, certamente fu presente il vescovo Viticano. Quindi anche, per quanto riguarda Cagli, la comunità cristiana organizzata a diocesi risale alla seconda metà del IV sec., alla fine del V o agli inizi del VI. Primieramente la sede vescovile era ubicata a Pitinum (Pitinum mergens, a breve distanza da Cagli). Il vescovo Giovanni (881-887), inviato come legato di papa Giovanni VIII (872-882) a Ravenna, fu uno dei primi e più insigni vescovi di Cagli nella nuova sede, quella attuale. Nel 1563, Pio IV (1559-1565) rese la diocesi suffraganea di Urbino; papa Pio VI (1800-1823) nel 1819 unì a quella di Cagli la nuova diocesi di Pergola. Il protettore della diocesi di Cagli è san Geronzio, vescovo di Cervia (già Ficalia). Di lui parlano nelle loro opere anche gli storici Ferdinando Ughelli (XVII sec.) e Giuseppe Cappelletti (XIX sec.); riferiscono che il vescovo Geronzio partecipò al concilio Romano indetto nel 502 da papa Simmaco I (498-514) contro l’antipapa Lorenzo (501-505), e ne sottoscrisse gli atti. Nel viaggio di ritorno alla sua sede vescovile, percorrendo la via consolare Flaminia, giunto nelle vicinanze di Cagli, in località «campo ventoso» o «foci di Cagli», fu assalito e decapitato, secondo alcuni, dai seguaci dell’antipapa Lorenzo o, secondo altri, dagli ariani o da una banda di briganti. Il suo corpo fu tumulato sul monte Calleo, dove poi sorse un’abbazia benedettina a lui dedicata. Da allora san Geronzio, vescovo e martire, è venerato dagli abitanti della città e diocesi di Cagli come patrono e protettore.
Bibliographie
- G. Moroni, «Cagli», in Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia 1840, VI 221-222;
- A. Tarducci, De’ Vescovi di Cagli, Cagli 1896;
- L. Bartoccetti, I Vescovi della Diocesi di Cagli-Pergola, «Studia Picena», XII, 1936, 105-123;
- G. Buroni, La Diocesi di Cagli, Urbania 1943;
- P. Grossi-E. Scipioni, Storia degli ecc.mi Vescovi della Diocesi di Cagli e Pergola dal 1896 al 1950, Urbania 1950;
- G. Ceccarelli, Le diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola. Cronotassi, Fano 2006.
Diocèse
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SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.