Diocèse historique de Sarsina
HISTOIRE
Sarsina
L’evangelizzazione di Sarsina, e dunque l’origine della sua diocesi, sono ragionevolmente da attribuirsi al protovescovo Vicinio: situabile nel IV . o, al più tardi, agli esordi del V.Pertanto la nascita della Chiesa sarsinate permane priva di una data precisa; ma se si considera la certezza di due importanti testimonianze, il dato tradizionale non si discosta da quello cronologico: ci si riferisce a un’iscrizione cristiana del 455 (conservata nel locale Museo Archeologico) e a una lettera – da collocarsi negli anni 507-511 e tramandata da Cassiodoro – del re Teoderico al vescovo ariano Gudila.
La natura collinare e montagnosa (dalla media valle del Savio alla giogaia del monte Fumaiolo, scelta per fondazioni romualdine e pierdamianee, contigua al cuore camaldolese e al nullius di Bagno di Romagna) se da un lato ha preservato lungo i secoli la modesta realtà diocesana, dall’altra ne ha pure determinato la povertà e la marginalità, con il perenne rischio di un’orbita inevitabilmente circoscritta o marcata da esigenze economiche e questioni territoriali.
Tuttavia esistono elementi idonei a far ritenere che in età tardoantica e altomedievale (quando Sarsina possedeva anche il nome Bobbio, Bobium o Vobium, come autorevolmente attestato da Paolo Diacono e da Agnello) la conduzione della diocesi abbia potuto godere di sufficienti mezzi e serenità.
Nel corso del X-XI . si registra una sorprendente presenza monastica benedettina: le abbazie di Santa Maria in Trivio di Montecoronaro, San Michele di Verghereto (di fondazione romualdina), Santa Maria di Bagno, Sant’Ambrogio di Ranchio e San Salvatore in Summano di Montalto.
Non manca neppure l’esperienza eremitica: Ocri (attestato da una lettera di Leone IX, lo si deve a Pier Damiani) e San Giovanni inter ambas paras, due eremi che le fonti intrecciano e aggrovigliano (intersecando persino Sant’Alberico).
I secoli XI e XII registrano, dopo un declino istituzionale e il deterioramento del sentire religioso, una marcata rinascita: si edificò la cattedrale romanica (con l’attuale impianto), documentata pure come pieve urbana; fu istituita la vita comune del clero (almeno 1033); rifiorì il culto del primo evangelizzatore; fu commissionata la composizione della Vita sancti Vicinii Saxenatis episcopi, l’unica fonte agiografica pervenuta sul santo protovescovo e però del tutto priva d’informazioni storiche.
Il maggior impulso si deve al vescovo Uberto (cui Pier Damiani rivolge l’Ep.
32, risalente agli anni 1049-1054), documentato fra il 1027 e il 1053.
Inoltre alcuni diplomi attestano specifici interventi dell’autorità papale (Callisto II, Adriano IV, Lucio III) e imperiale (Corrado II, Federico II) con i quali il vescovo venne insignito di titoli feudali, specie per la tutela giurisdizionale e la salvaguardia di benefici che dovevano risultare vitali per la sopravvivenza della piccola comunità.
Il sistema plebano divideva il territorio diocesano in una decina di circoscrizioni (rilevante quella di Montesorbo, con ogni probabilità connessa al culto di san Vicinio) e mediante una vasta rete di chiese e cappelle dipendenti favoriva le frequentazioni cultuali.
Assai importanti per la vita della diocesi, dopo una fase di decadenza (che dovette risentire anche delle mire malatestiane), furono i secoli XVI e XVII: l’impulso fornito dal concilio di Trento, un’intelligente pastorale di applicazione e controllo – specie a opera dei presuli Lelio (1530-1557) e Leandro Garuffi (1557-1581), Angelo Peruzzi (1581-1600), Nicola Brauzzi (1602-1632), Cesare Reghini (1646-1657) – e la nascita del seminario (1643) alimentarono un terreno che peraltro recava benefici frutti anche a livello sociale e culturale (dal momento che episcopio, cattedrale e seminario servivano da centro aggregatore, funzionavano quale sorgente educativa e costituivano speranza di futuro).
Giunse poi l’era napoleonica, a cavallo del XVIII-XIX sec., che diede un forte scossone alla città e alla Chiesa di Sarsina: indifferentismo e secolarizzazione, confinamento del vescovo, furti e sottrazioni provocavano un lento decadere, culminato peraltro nell’unione della diocesi con quella di Bertinoro (1824); l’autonomia era restituita nel 1853.
Iniziò allora un’epoca che avrebbe portato una fiacca ma progressiva ripresa, il risveglio spirituale (Azione cattolica), la rinascita dell’impegno sociale per mezzo di una crescente operosità (Lega contadina, Cassa rurale, Partito popolare).
A metà Novecento il vescovo Carlo Bandini (titolare dal 1953 al 1976, ma con rinuncia nel 1968), ultimo presule residente, con lavori imponenti restituì alla basilica il volto romanico, a lungo deturpato e ormai irriconoscibile; rinnovò episcopio, curia, seminario, molte chiese e case parrocchiali, adoperandosi attivamente per la semina del post-concilio (aveva infatti partecipato con vivo interesse al Vaticano II).
Ma ormai bussavano tempi nuovi: dal 1968 al 1976 la diocesi fu affidata al vescovo di Cesena quale amministratore sede plena; dal 1976 le due circoscrizioni ecclesiastiche permasero distinte ma unite in persona episcopi; il 30 settembre 1986, con decreto della Congregazione per i vescovi, la diocesi di Sarsina fu unita a quella di Cesena.
L’antica cattedrale della città che diede i natali a Plauto continua ad essere meta di sostenuto pellegrinaggio al sepolcro di Vicinio, ove è custodito un ormai celebre «collare» dalla tradizione connesso al venerato santo e alla potenza contro il maligno.
Bibliographie
- Agnello, Liber Pontificalis, Stephanus II, XLVII;- Augusti, AASS VI 190-195;
- BHL II 8557;
- BSS XII 1075-1077;
- Cassiodoro, Variae, II, 18;
- CIL, XI, 2, 6602;
- Lanzoni I 503-504;
- Paolo Diacono, Historia Langobardorum, II, 18;
- PL 144 324C-325C;
- La prima vita di s. Vicinio vescovo di Sarsina, a c. di G. Lucchesi, Faenza 1973;
- M. Mengozzi (a c. di), Ecclesia S. Vicinii. Per una storia della diocesi di Sarsina, Cesena 1991;
Vita di Vicinio, a c. di M. Mengozzi, Cesena 2003: - M. Mengozzi, Due sinodi sarsinati (1380 e 1460 ca.), «Studi romagnoli », LII, 2001, ma 2004, 669-698;
- P. Cavina, Pier Damiani tra esperienza giuridica e tensione spirituale. Eremi e monasteri in Romagna, Cesena 2005.
Diocèse
SOURCE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.