Il Cronicon Farfense registra nell’anno 735 la fondazione di un coenobium Sancti Salvatoris […] in Letaniis, in prossimità di Longone nel territorio di pertinenza della diocesi reatina. La comunità religiosa fu fin dalle origini di stretta osservanza, così come attesta una lettera di Alcuino di York. L’abbazia fu messa a ferro e fuoco dai saraceni nell’anno 891 e fu ricostituita nel 974. La comunità di San Salvatore godette di privilegi ducali, papali e imperiali, come dimostra il privilegio concesso nell’872 da Ludovico II, fino a essere infeudata come baronia nel cui territorio ricadevano le rocche fortificate e gli abitati di Longone, Pratoianni, Vaccareccia, Porcigliano, Magnalardo, Cenciara, Concerviano, Roccaranieri, Vallecupola, Poggio Vittiano, Varco. L’infeudamento dell’abbazia comportò il conflitto di competenze con l’episcopato reatino: la contesa, che durò con fasi alterne dalla metà del XIII alla fine del XIV sec., si concluse con il riconoscimento del monastero come Romanae ecclesiae immediate subiectum.
II - Le soppressioni
Gli effetti dell’infeudamento determinarono la rilassatezza dell’osservanza alla regola: la riforma fu affidata al cisterciense abate Bernardo – il futuro pontefice Eugenio III, regnante dal 1145 al 1153 – a cui si aggiunse più tardi il provvedimento di nomina di un abate commendatario. La riforma dei monaci berrettanti non fu però efficace, tanto che nel corso dei secoli furono numerosi gli interventi dell’autorità pontificia nei confronti dell’abbazia di San Salvatore, fino alla soppressione decretata da papa Urbano VIII con un breve emanato il 12 settembre 1629. L’abate commendatario, cardinale Francesco Barberini, fu incaricato di utilizzare gli stabili e i beni del monastero per l’istituzione di un seminario e fu affiancato da un vicario foraneo che provvedesse all’amministrazione dei castelli. Il cardinale Barberini, che già nel 1637 aveva istituito a Toffia un seminario, mettendo a frutto i beni stabili lasciati in eredità da don Marzio Ruffetti, unì a esso le rendite di San Salvatore. Nel 1746 il cardinale Federico Marcello Lante trasferì il seminario presso la sede abbaziale di San Salvatore.
III - L’abbazia nel XIX-XX sec.
Dal 1839 al 1854, l’abbazia fu affidata ai padri passionisti. Nel 1855, il fabbricato ormai in rovina fu ceduto al vescovo di Poggio Mirteto. Nel 1880 il vescovo di Rieti, il domenicano Egidio Mauri, concordò con Angelo Rossi vescovo di Poggio Mirteto la concessione in enfiteusi perpetua di un’ala del complesso abbaziale, che fu utilizzato come casa di villeggiatura per i seminaristi delle due diocesi contermini. Nel 1925, la costituzione apostolica di papa Pio XI In altis Sabinae montibus riunì alla diocesi di Rieti le parrocchie di Pratoianni, Vaccareccia, Longone, Vallecupola, Rocca Vittiana, Poggio Vittiano e Varco. Nel 1979 il vescovo di Poggio Mirteto Marco Caliaro e il vescovo di Rieti Dino Trabalzini provvidero alla vendita dei ruderi dell’abbazia a un privato, che nel 1985 li cedette alla Comunità montana del Salto-Cicolano.
Bibliografía
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Maceroni, Ildefonso Schuster storico di S.
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Diócesis
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FUENTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.