Diözese von Pinerolo
GESCHICHTE
I - Dall’erezione alla ricostituzione del 1817
La diocesi fu eretta il 23 dicembre 1748, suffraganea di Torino, con 69 parrocchie, di cui 27 già della prevostura di Oulx (sorta intorno al 1050) e 24 dell’abbazia di Santa Maria di Pinerolo (fondata nel 1064), 16 stralciate dall’arcidiocesi di Torino e 2 dall’Abbazia di Santa Maria Maggiore di Susa.Il territorio comprendeva la città di Pinerolo e parte di pianura pinerolese, le valli Chisone, Pellice, Germanasca, Lemina e l’alta Valsusa.
La storiografia locale attribuì l’istituzione della diocesi alla volontà sabauda ed ecclesiastica di creare un baluardo antivaldese e dotare un’area strategicamente importante (il Pinerolese era stato a lungo conteso tra i duchi di Savoia e la Francia) e religiosamente complessa di un’adeguata autorità spirituale.
Ciò è vero, ma la motivazione principale sembra vada ricercata altrove.
La creazione di un baluardo antivaldese, considerata la presenza dei seguaci di Valdo sin dai primi decenni del 1200, appare quantomeno «tardiva ».
Piuttosto, con Pinerolo si apre una stagione che avrebbe portato all’erezione, nel Regno di Sardegna, di cinque diocesi: Pinerolo (1748), Iglesias (1763), Biella e Susa (1772), Chambéry (1779).
Razionalizzando le diocesi e armonizzandole con le strutture del governo civile, si rafforza il giurisdizionalismo sabaudo.
Soprattutto con Carlo Emanuele III si manifesta un rapporto speciale tra potere politico ed élites ecclesiastiche.
Il vescovo, soggetto che «crea» giurisdizione ecclesiastica, è legato al sovrano da un vincolo di fedeltà.
Dopo il lungo episcopato del primo vescovo D’Orlié de Saint Innocent (1748- 1794) e quello breve del vescovo Grimaldi (1797-1803), la diocesi venne soppressa e incorporata a Saluzzo nel 1804.
Intanto nel 1772 si era stabilito che alla vacanza della sede sarebbero passate alla nuova diocesi di Susa 19 parrocchie site in quella valle.
La diocesi fu ristabilita nel 1817.
II - Dal 1817 al 1848
Tre vescovi savoiardi (la Savoia fino al 1860 era parte del Regno di Sardegna) siedono sulla cattedra di san Donato tra il 1817 e il 1848: François Bigex (trasferito a Chambéry nel 1824), Joseph Rey (trasferito ad Annecy nel 1832), André Charvaz (a Pinerolo dal 1834 al 1848; in seguito arcivescovo di Genova).Bigex di fatto ricostruì la diocesi; il successore la potenziò ricostituendo la giovane congregazione degli oblati di Maria Vergine (fondata dal venerabile Pio Bruno Lanteri) e chiamando da Chambéry le suore giuseppine, da cui sorse l’attuale congregazione con la casa madre in città; Charvaz, che si dimise nel 1848 rifiutando la legge sulla stampa, che vincolava gli scritti vescovili alla revisione ministeriale, ha lasciato studi eruditi circa le origini, la dottrina e gli usi dei valdesi.
III - Dal 1848 al Vaticano II
Il torinese Lorenzo Renaldi resse la diocesi dal 1848 al 1873.Di tendenze liberali e di spirito conciliante, sottoscrisse la supplica a Carlo Alberto per l’emancipazione degli ebrei e dei valdesi e fu tra i vescovi antinfallibilisti al Vaticano I.
Ebbe vicario generale l’abate Jacopo Bernardi, esule dal Veneto per motivi politici.
Tre brevi episcopati (Domenico Vassarotti 1873-1881, Filippo Chiesa 1881-1885, Giovanni Sardi 1886-1894) precedono i ventisette anni del torinese Giovanni Battista Rossi, il cui nome è legato alla costruzione del nuovo seminario, alla fondazione degli oratori, a un’incisiva opera catechistica, all’abbellimento del santuario diocesano della Madonna delle Grazie e al completamento dei restauri della cattedrale di San Donato promossi dai predecessori.
Nel 1922 fu trasferito da Trieste Angelo Bartolomasi, torinese, già vescovo castrense.
Rimase a Pinerolo, in un periodo senza particolari sussulti, sino al 1929, quando divenne ordinario militare.
Il segno più profondo del suo episcopato è il radicarsi in diocesi dell’Azione cattolica.
Il novarese Gaudenzio Binaschi, che partecipò al Vaticano II e rinunciò alla diocesi nel 1966, è ricordato come il pastore accanto al gregge nelle dure vicende della seconda guerra mondiale, specie nel periodo della Resistenza.
IV - Dal Vaticano II a oggi
Santo Quadri, amministratore apostolico dal 1966 al 1972, può essere considerato il vescovo del concilio: la sua incisiva azione pastorale aprì gli orizzonti della chiesa pinerolese alla partecipazione e alla corresponsabilità e alla novità dell’ecumenismo.Fu trasferito a Terni-Narni-Amelia.
Un pinerolese, Massimo Giustetti, guidò la diocesi dal 1972 al 1975.
Nel clero emerse la bella figura di don Giovanni Barra (di cui è in corso la causa di canonizzazione) e si verificò qualche caso di radicale contestazione.
Dal 1976 fu vescovo Pietro Giachetti del clero di Ivrea, che ha guidato la diocesi per ventidue anni, tessendo un costante e paziente dialogo di comunione e di incontro «ad intra» e «ad extra», indirizzando decisamente la diocesi sui binari dell’ecumenismo.
Sotto l’intelligente direzione di monsignor Vittorio Morero, acquistò crescente prestigio e diffusione il settimanale cattolico, «L’Eco del Chisone», fondato nel 1906.
Eporediese è pure l’attuale vescovo, Pier Giorgio Debernardi, a Pinerolo dal 1998.
V - La diocesi oggi
Su una superficie di 1440 km2 risiedono circa 100.000 abitanti, di cui 80.000 cattolici.Le parrocchie, 69 in origine e ridotte a 51 nel 1817, raggiungono il numero massimo, ossia 83, con la creazione di nuove comunità in città dopo il 1960.
Attualmente, sulla base del decreto vescovile del 1983, sono 62.
La configurazione del territorio comporta la presenza di piccole parrocchie, soprattutto nelle alte valli colpite dallo spopolamento.
Alla scarsa popolazione stabile fa riscontro una presenza considerevole di turisti nel periodo estivo e nei fine settimana.
I preti diocesani in attività sono 62.
Rispetto al passato, che ha visto la presenza dei frati minori, dei domenicani, dei gesuiti, operano oggi in diocesi i salesiani (con il noviziato e una parrocchia), i giuseppini del Murialdo (con la scuola di formazione professionale e una parrocchia), gli oblati di Maria Vergine (direzione spirituale e confessioni).
Vi è anche una piccola comunità di cappuccini.
Dal 1634 è presente il monastero della Visitazione e fino a pochi anni fa vi è stata una certosa femminile.
Tra le congregazioni femminili di vita attiva, accanto alle suore di San Giuseppe, diffuse in diocesi, compaiono le suore del Cottolengo, di Maria Ausiliatrice, del Santo Natale, le Figlie della Carità: di suor Gabriella Borgarino (1880-1949) è in corso la causa di canonizzazione.
VI - La diocesi e i valdesi
La presenza valdese nel territorio risale al XIII . e si consolidò con l’adesione al calvinismo, nel 1532.La politica repressiva da loro subita, espressasi nella guerra del 1559, conclusa con la pace di Cavour del 1561 (primo atto di tolleranza religiosa in Europa, che riconobbe la presenza valdese sebbene «ghettizzata» in precisi territori), è culminata nel 1655 con le «Pasque Piemontesi » e nell’espulsione del 1686.
I valdesi ottennero il riconoscimento dei diritti civili nel 1848.
Nella scia del Vaticano II si collocano la costituzione del segretariato «pro unione» (1961), il direttorio ecumenico di monsignor Quadri (1970), il documento sui matrimoni interconfessionali di monsignor Giachetti (1982).
Nell’ambito della Chiesa italiana, con un notevole contributo pinerolese, il Testo comune di studio e proposta per un indirizzo pastorale dei matrimoni misti, approvato dalla Cei nel 1996.
Gli ultimi trent’anni, nonostante difficoltà, hanno consolidato il dialogo.
I momenti di incontro, di scambio, di preghiera, di studio biblico sono espressione dell’odierno cammino.
Bibliographie
P. Caffaro, Notizie e documenti della Chiesa Pinerolese, 6 voll., Pinerolo 1893-1903;Un savoiardo vescovo di Pinerolo: Andrea Charvaz, Pinerolo 1995;
La diocesi di Pinerolo e l’ecumenismo, Pinerolo 1996;
Una comunità cristiana in cammino, Pinerolo 1998;
Lorenzo Renaldi, Gaudenzio Binaschi, Santo Quadri. I vescovi di Pinerolo ai Concili Ecumenici Vaticano I e II, Pinerolo 2000;
A. Bernardi- M. Marchiando Pacchiola-G. G. Merlo-P. Pazé (a c. di), Il Settecento Religioso nel Pinerolese, Pinerolo 2001.
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Diözese von Pinerolo
Chiesa di San Donato
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La facciata della cattedrale di San Donato a Pinerolo -
Veduta dell’aula dall’ingresso -
Veduta dell'aula dal presbiterio -
Il pulpito del XVII sec.
Diözesen
QUELLE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.