Con la bolla Ecclesiae Universalis del 25 maggio 1844 Gregorio XVI fondava la diocesi di Caltanissetta, smembrando la maggior parte dei comuni dalla diocesi di Agrigento. Il primo vescovo, Antonino Stromillo (1844-1858), affrontò le varie difficoltà della nascente struttura ecclesiale contrastata dalla diocesi agrigentina. Apportò una carica di profonda spiritualità tra il clero e il popolo e con editto del 16 luglio 1846 prescrisse di attenersi ai decreti del sinodo agrigentino del 1703 di Francesco Ramirez fino alla convocazione del sinodo diocesano. Nel 1860, per una popolazione di 90.135 abitanti, esistevano quindici parrocchie, una per ogni centro abitato, di cui la maggior parte era organizzata secondo il modello della comunia. Il vescovo Giovanni Guttadauro (1859-1896) curò soprattutto la formazione di un clero zelante e aperto alle innovazioni pastorali. Fondò l’Accademia di San Tommaso d’Aquino per incentivare lo studio del tomismo. Partecipò al concilio Vaticano I e si schierò prima tra gli infallibilisti e alla fine per «un caso di coscienza » tra gli antinfallibilisti. Ma dopo la promulgazione del dogma dell’infallibilità pontificia aderì alle decisioni del concilio. Introdusse nuove forme di devozione militante. Sorse a opera di padre Angelico Lipani l’istituto delle terziarie francescane del Signore della Città, che aprì la Chiesa nissena ai problemi sociali. All’indomani dei fasci dei lavoratori Guttadauro intraprese la via del cattolicesimo sociale e stimolò il clero giovane a farsi portatore di istanze sociali secondo le indicazioni della Rerum Novarum. Il 12 ottobre 1893 inviò una lettera circolare ai parroci, per indicare nelle regole della giustizia una concreta prospettiva di soluzione delle controversie sociali. Monsignor Ignazio Zuccaro (1896-1905) incoraggiò e sostenne il movimento cattolico nisseno. Il segretario Angelo Gurrera diresse il periodico diocesano «L’Aurora» e diede grande incremento alle iniziative sociali che ben presto si diffusero in tutta la diocesi. Contribuirono all’organizzazione del movimento cattolico sacerdoti che studiarono a Roma e, tornati in diocesi, trasmisero il nuovo modello sacerdotale. Sul vescovo però si riversò il risentimento degli avversari del Gurrera, nonché l’odio dei detentori del potere locale, che inviarono esposti e denunzie alla Santa Sede. Dopo la visita apostolica di Ernesto Bresciani, fu sollevato dal suo ufficio episcopale, ma il successore Intreccialagli dimostrò alla Santa Sede la falsità delle accuse e la superficialità di giudizio del visitatore. Antonio Augusto Intreccialagli (1907-1921) indirizzò il suo governo episcopale alla purificazione delle tradizionali forme di pietà e all’applicazione fedele delle riforme disposte da Pio X, con il ritorno del clero a compiti esclusivamente religiosi. Un notevole sviluppo ebbero i primi circoli di Azione cattolica dediti alla formazione spirituale e catechistica della gioventù. Emersero laici che seppero esprimere, assieme all’attività apostolica, un’alta qualità spirituale e una profonda testimonianza di santità: Antonietta Mazzone, che si adoperò per fondare i primi circoli di Gioventù Femminile in diocesi e in Sicilia, Marianna Amico Roxas, che introdusse nell’isola la Compagnia Sant’Orsola, e Luigi Di Forti fondatore del circolo giovanile cattolico Alessandro Manzoni di San Cataldo. Sulla formazione sacerdotale influì l’insegnamento spirituale del redentorista Francesco Pitocchi, confessore dei chierici al seminario romano, e di monsignor Vincenzo Tarozzi, guida spirituale tra il 1903 e il 1915 di una schiera di sacerdoti nel collegio leoniano. L’influsso di Tarozzi fu mediato da Giovanni Jacono, che nel 1921 successe a monsignor Intreccialagli e guidò la Chiesa nissena fino al 1956. In applicazione dei decreti del I concilio siculo moltiplicò il numero delle parrocchie, sollecitò il clero all’assistenza delle associazioni di Azione cattolica che ebbero un grande incremento negli anni tra le due guerre, celebrò a Caltanissetta il II congresso eucaristico regionale e curò la pastorale catechistica. Nel 1943 nasceva a Caltanissetta nello studio dell’avvocato Giuseppe Alessi la Democrazia cristiana, con l’intervento di Salvatore Aldisio e altri, che in contatto con don Sturzo si ponevano idealmente in continuità con l’azione del Partito popolare. Ma all’arrivo di Francesco Monaco (1956-1973) a Caltanissetta come coadiutore del vescovo Jacono la diocesi, a motivo del proprio coinvolgimento nelle lotte politiche in funzione anticomunista, visse il delicato momento della contrapposizione del gruppo di Alessi, sostenuto da diversi parroci, con quello dei deputati Volpe e Pignatone appoggiato dai dirigenti della curia vescovile. Spezzatosi il sodalizio tra Volpe e Pignatone, la contrapposizione si prolungò nel contrasto politico e culturale tra Democrazia cristiana e Unione cristiano- sociale, della quale Pignatone divenne segretario politico. A queste travagliate vicende prese parte monsignor Monaco, cercando di apparire il vescovo di tutti. In particolare insistette nella formazione del prete come uomo di Dio, dedito esclusivamente all’apostolato sacerdotale, sostenne l’Azione cattolica negli anni della sua maggiore vitalità e nel periodo di crisi postconciliare e accolse le nuove forme di aggregazioni laicali nella Chiesa. Alfredo M. Garsia (1974-2003) indirizzò la sua azione pastorale all’«ascolto di Dio e dell’uomo». Nel 1976 celebrò il convegno diocesano su «Evangelizzazione e promozione umana », da cui scaturì la scelta della pastorale della famiglia e l’incremento dei consigli pastorali parrocchiali. Seguirono otto settimane pastorali. Con la celebrazione del primo sinodo diocesano (1989-1995), Garsia intese riprendere i filoni della tradizione ecclesiale nissena, per incanalarli nell’alveo di rinnovamento della Chiesa e indicare vie nuove ed efficaci di evangelizzazione. Nel 1993 il papa, in visita apostolica a Caltanissetta, confermò la Chiesa nissena nello slancio apostolico della trasmissione della fede e testimonianza della carità. Si affermò la presenza della Chiesa nell’ambito culturale, mediante l’Istituto teologico «Monsignor G. Guttadauro», l’Istituto di scienze religiose «Sant’Agostino», il museo diocesano, il Centro studi Cammarata, fondato da monsignor Cataldo Naro, e l’Istituto euromediterraneo voluto da padre Vincenzo Sorce a sostegno dell’Associazione casa famiglia Rosetta. Dal 27 settembre 2003 Mario Russotto è alla guida della Chiesa nissena.
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