I comuni di Collepardo, Fumone, Guarcino, Torre Caietani, Trivigliano e Vico nel Lazio costituivano il territorio della diocesi di Alatri, una Chiesa piccola – alla vigilia dell’unione del 1986 contava poco più di 31.000 abitanti – ma antica, il cui primo vescovo documentato è Pascasio, che nel 551 segue papa Vigilio (537-555) a Costantinopoli: con lui sottoscrive la condanna di Teodoro di Mopsuestia e la sospensione dalla comunione ecclesiastica dell’arcivescovo di Costantinopoli, Menna. Dobbiamo attendere il 680 perché la storia ci consegni il nome di un altro vescovo di Alatri, Saturnino, che in quell’anno sottoscrive gli atti del concilio Romano convocato da papa Agatone (678-681). Nei dintorni di Collepardo è la celebre certosa di Trisulti, oggi abitata dai monaci cisterciensi; ugualmente antichissima l’abbazia di San Sebastiano, situata a pochi chilometri dal centro della diocesi, mentre a Guarcino si registra la presenza di una delle più antiche comunità religiose della zona: le benedettine di San Luca, che però nel 1561 furono costrette a trasferirsi ad Alatri. Parallelamente alla presenza di numerose comunità religiose – benedettine e cisterciensi, terminate le quali il territorio venne conquistato dalla spiritualità francescana – non è ignoto nella diocesi ciociara il fenomeno dell’eremitismo, ancora persistente alla fine del XIX sec., pur se in forme profondamente mutate rispetto a quelle della sua fase iniziale. Interessante la produzione artistica locale che interpreta, servendosi ovviamente di un linguaggio popolare, quasi «provinciale», i grandi temi dell’arte cristiana, riproponendo negli edifici di culto una lettura visiva degli episodi e dei personaggi biblici: numerosissimi affreschi del XII-XIV . lo testimoniano ancora ai nostri giorni. La nomina del vescovo Egnazio Danti (1583-1586) segna l’inizio del ricompattamento della diocesi intorno allo stile di Chiesa proposto dal concilio di Trento: è proprio Danti – già distintosi come cosmografo e matematico alla corte dei Medici, fu nominato da Sisto V (1585-1590) membro della commissione preposta alla riforma del calendario – che celebra il primo sinodo, nel 1584, e mette mano alla riorganizzazione del laicato attraverso una attenta cura delle confraternite. Difficile, invece, la gestazione del seminario diocesano: nonostante i tentativi precedenti, la fondazione si concretizzò solo nel 1684, grazie al vescovo Stefano Ghirardelli (1683-1708). A questo istituto di studi si affiancò, nel corso del XVIII sec., il collegio degli scolopi: venuti ad Alatri nel 1729, ristrutturarono completamente il palazzo Conti-Gentili – ed edificarono ex novo l’annessa chiesa – destinandolo a sede delle scuole pubbliche, che tennero sino al 1970. L’esperienza, prima della Repubblica romana del 1798-1799 e, poi, dell’occupazione francese del 1809-1814, fu subita con accenti di fiera opposizione: durante quest’ultima, il vescovo diocesano Giuseppe della Casa (1802-1818) fu deportato in Francia. Nonostante la fortissima ostilità della popolazione, nel 1849 l’alatrino Sisto Vinciguerra venne eletto deputato all’Assemblea costituente della seconda ReRepubblica romana: per questa sua fedeltà Pio IX (1846-1878) visitò Alatri nel 1850. Ultimo pontefice in visita alla diocesi, nel 1984 Giovanni Paolo II (1978-2005) salì l’antica e magnifica acropoli della città per celebrare il IV centenario del ritrovamento delle reliquie del patrono san Sisto I (117 ca-128 ca), papa e martire, traslate nella cattedrale di San Paolo nel 1132: qui si conserva pure l’«Ostia incarnata», il Pane eucaristico tramutatosi miracolosamente in carne e come tale conservato dall’epoca del prodigio (1227-1228) ai nostri giorni. Era allora vescovo di Alatri Umberto Florenzani (1973-1987): nominato contemporaneamente anche alla vicina sede di Anagni, nel 1986 divenne il primo vescovo della nuova diocesi di Anagni-Alatri.