Édifices du culte
- Pievepelago (MO)
-
Parrocchia della Beata Vergine Assunta
-
Diocèse
Modena - Nonantola
-
Région ecclésiastique
Emilia Romagna
-
Type
oratorio
-
Qualification
sussidiario
-
Denominazione principale
Oratorio della Beata Vergine Immacolata di Monticello
-
Il toponimo Monticello, che abbracciava una vasta zona boschiva, appartata e selvaggia a sud-ovest del paese di Pievepelago, alle pendici del Monte Nuda, era già presente in alcuni atti notarili del Seicento: difficile immaginare che due secoli dopo avrebbe dato il nome ad un oratorio mariano, centro di fede religiosa e meta di pellegrinaggi. A lungo desiderato dagli abitanti dei casolari sparsi, voluto dall'arciprete Don Dallari e dal Vescovo di Modena, fu iniziato nel 1848, grazie ad offerte spontanee, e un anno dopo l'opera compiuta sorgeva presso la vecchia maestà che da tempo ospitava un'immagine della Madonna di pinta su tavoletta da mano ignota e ritenuta miracolosa. L'edificio appare sobrio nelle linee secondo il gusto montanaro che apprezzava la sostanza più dell'esteriorità: consiste in una piccola aula rettangolare mono absidata, coperta a due acque con lastre di arenaria. L'aula coperta da volta a botte è concluda da presbiterio con copertura piana in legnami. La porta d'ingresso è affiancata da due lunghe monofore e sopra si aprono, allineate a queste, altre due piccole monofore, al centro un bassorilievo in marmo che raffigura la Regina della pace con il Bambino in braccio. Una apertura sul lato ad ovest dà luce all’interno. Sul lato ad est si trova l'edificio della sagrestia. Anteposto alla facciata si trova il portico, realizzato nel 1857, sei colonne su plinti slanciati con capitelli dorici sostengono l'architrave in pietra su cui poggia la copertura a tre acque realizzata ad arte da muratori e scalpellini locali. Nel 1930, fu eretto l'estroso campanile in pietra battuta su disegno dell'arch. Paolo Mordini. Nel 1949, nel centenario dell'inaugurazione, l'oratorio fu ampliato e la facciata perdette la sua originaria fisionomia. Oggi l'oratorio ha superato i centocinquant'anni di vita. Dopo numerose e necessarie modifiche strutturali, protetta con moderni ed efficaci interventi la parete battuta dal vento di libeccio, reso accogliente e funzionale l'interno, l'edificio ha forse assunto sul piano architettonico il suo aspetto definitivo e oggi si presenta gradevolmente inserito nella suggestiva bellezza del luogo in cui sorge.
-
- Coperture
- Il tetto è tradizionale a falde inclinate, con due spioventi a capanna sorretti da capriate, terzere e travicelli di legno, completo di tavolato e manto in pianne (lastre di arenaria utilizzate nelle costruzioni montane).
- Impianto strutturale
- Edificio a pianta rettangolare concluso da abside semicircolare, struttura portante in muratura continua in arenaria, copertura con orditura primaria e secondaria in legnami, manto in lastre di arenaria.
- Pavimenti e pavimentazioni
- Pavimentazioni interne in marmi policromi, gradini in pietra arenaria.
- Struttura
- Muratura continua in blocchi di pietra arenaria locale nei muri perimetrali dell'edificio di culto, intonacato e tinteggiato internamente, lasciato a faccia a vista all'esterno.
- Coperture
-
- XVII sec. ‐ XVII sec. (informazioni storiche carattere generale)
- Il toponimo Monticello, che abbracciava una vasta zona boschiva, appartata e selvaggia a sud-ovest del paese, alle pendici del Monte Nuda, era già presente in alcuni atti notarili del Seicento: difficile immaginare che due secoli dopo avrebbe dato il nome ad un oratorio mariano, centro di fede religiosa e meta di pellegrinaggi.
- 1848 ‐ 1848 (costruzione intero bene)
- A lungo desiderato dagli abitanti dei casolari sparsi, voluto dall'arciprete Don Dallari e dal Vescovo di Modena, fu iniziato nel 1848, grazie ad offerte spontanee, e un anno dopo l'opera compiuta sorgeva presso la vecchia maestà che da tempo ospitava un'immagine della Madonna di pinta su tavoletta da mano ignota e ritenuta miracolosa. L'edificio appariva sobrio nelle linee secondo il gusto montanaro che apprezzava la sostanza più dell'esteriorità: consisteva in una piccola aula rettangolare mono absidata, coperta a due acque con lastre di arenaria e dotata di un campaniletto a vela con piccolo fornice per l'unica campanella. La porta d'ingresso era affiancata da due piccole finestre rettangolari e sopra si apriva una lunetta circolare in pietra scolpita. Due aperture sulle pareti laterali davano luce all’interno.
- 1849 ‐ 1849 (inaugurazione intero bene)
- Gran concorso di folla il 19 agosto 1849, giorno dell'inaugurazione, quando l'immagine archetipa fu traslata dalla maestà alla nuova sede: solenni cerimonie, feste, sparo di mortaretti.
- 1857 ‐ 1857 (ampliamento intero bene)
- Negli anni successivi si sentì l'esigenza di completare l'opera: sorsero la sagrestia, l'abitazione per l'eremita e maturò l'idea di anteporre alla facciata un portico. Realizzato nel 1857, era di buona fattura, anche se non in perfetta armonia con l'edificio preesistente rustico e disadorno. Sei colonne su plinti slanciati con capitelli dorici sostenevano un architrave in pietra su cui poggiava la copertura a tre acque realizzata ad arte da muratori e scalpellini locali.
- 1870 ‐ 1870 (allestimento decorazioni interne)
- Altri lavori si susseguirono nel tempo. Nel 1870 l'interno fu impreziosito da un'ancona lignea dipinta e in parte dorata proveniente dalla chiesa parrocchiale di Pievepelago, e sulle pareti divennero numerose le tavolette votive per grazia ricevuta.
- 1930 ‐ 1930 (costruzione campanile)
- Decenni più tardi, nel 1930, fu eretto l'estroso campanile in pietra battuta su disegno dell'arch. Paolo Mordini.
- 1949 ‐ 1949 (ampliamento intero bene )
- Nel 1949, nel centenario dell'inaugurazione, l'oratorio fu ampliato e la facciata perdette la sua originaria fisionomia. Strette monofore, infatti, sostituirono le vecchie finestrelle ai lati della porta d'ingresso, il minuscolo campanile a vela fu eliminato e aldi sopra del portico venne posto, ricavato col pantografo da un'opera in gesso del prof Luigi Galli, un bassorilievo in marmo che raffigura la Regina della pace con il Bambino in braccio, monito ai popoli da poco usciti dal conflitto mondiale.
- 1997 ‐ 1997 (incendio intero bene)
- Da cancellare il ricordo dell'incendio provocato notte tempo nel febbraio 1997 che distrusse l'edificio annesso all'oratorio e in parte il presbiterio; causò inoltre la perdita di arredi sacri, di insostituibili testimonianze votive e arrecò danni anche alla preziosa ancona secentesca che accoglieva l'immagine della Madonna.
- 1999 ‐ 2000 (ricostruzione intero bene)
- In breve tempo, però, con il contributo dei fedeli e dei nostri emigranti, la volontà del parroco (don Ferruccio) e di quanti gli erano vicini, si è ricostruita la parte diroccata, restaurata la chiesetta in base alle disposizioni del Concilio Vaticano Secondo e recuperato quanto è stato possibile, ha assunto di nuovo l'antica bellezza anche la raffinata ancona secentesca che sotto vari strati di verniciatura nascondeva la doratura originale in oro zecchino e il delicato colore verde-azzurro delle colonne a torciglioni con gli eleganti capitelli corinzi. Durante i lavori è riemersa l'antica pietra che assolveva un tempo le funzioni di mensa: è stata subito valorizzata e resa visibile al pubblico. Oggi l'oratorio ha superato i centocinquant'anni di vita. Dopo numerose e necessarie modifiche strutturali, protetta con moderni ed efficaci interventi la parete battuta dal vento di libeccio, reso accogliente e funzionale l'interno.
- XVII sec. ‐ XVII sec. (informazioni storiche carattere generale)
-
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1990-2000)
- L'area presbiteriale allestita nell'abside semicorcolare è rialzata rispetto all'aula da due gradini in pietra arenaria; presenta l'altare centrale in pietra arenaria e l'ambone, sempre in arenaria, alla sinistra del celebrante.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1990-2000)
-
Data di pubblicazione
25/03/2023
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocèse de Modena - Nonantola)