Il libro dei matrimoni (liber matrimoniorum) è il registro in cui i parroci annotano i nominativi di coloro che sono stati uniti in matrimonio al fine di registrare l’avvenuta amministrazione del sacramento.
Ogni parroco è tenuto a compilarlo e a conservarlo a partire dalle disposizioni contenute nel decreto istitutivo del Concilio di Trento.
I dati riportati sui registri dei matrimoni variano, e sono più o meno dettagliati, a seconda della formula utilizzata dai parroci per annotare il sacramento, ma anche in base al contesto in cui viene celebrato il matrimonio (in caso di omissione delle pubblicazioni per dispensa vescovile, di celebrazione su licenza se il ministro non è il parroco o se gli sposi provengono da altra parrocchia o diocesi, in caso di dispensa per consanguineità, etc.).
Nel libro dei matrimoni sono indicati, più comunemente, la data della cerimonia del matrimonio e delle tre pubblicazioni canoniche o l’indicazione della dispensa vescovile che ne ha permesso la riduzione a un numero inferiore, il nome e il titolo del celebrante (archipresbiter, presbiter, rector), il nome degli sposi, loro paternità e maternità, parrocchia o luogo d’origine, il nominativo dei testimoni con loro paternità.
In alcuni casi i registri dei matrimoni possono riportare anche informazioni più dettagliate riguardo agli sposi come l’età, la professione, l’alfabetizzazione.
Il libro dei matrimoni come fonte per la storia
Grazie alle informazioni raccolte insieme alle annotazioni attinenti al sacramento, i libri dei matrimoni sono utili non solo per la conoscenza della situazione religiosa e sacramentale di una parrocchia, ma anche come fonte fondamentale per studi antropologici, demografici, sociali, giuridici, di onomastica e per ricerche genealogiche.
Documentazione correlata
Accanto ai libri dei matrimoni, che registrano l’atto finale del sacramento amministrato agli sposi, negli archivi parrocchiali sono spesso conservati i documenti preparatori raccolti nel periodo che precede la celebrazione del rito, riuniti in una serie archivistica denominata processetti matrimoniali o pubblicazioni matrimoniali. Nei processetti matrimoniali si possono conservare: il certificato di battesimo e cresima degli sposi, il certificato di morte in caso di vedovanza di uno dei contraenti, eventuali dispense vescovili rilasciate per ridurre il numero delle pubblicazioni o per ovviare ad impedimenti canonici quali la parentela fino al quarto grado di consanguineità per i futuri coniugi.
Dove cercare
Il libro dei matrimoni è conservato negli archivi parrocchiali di pertinenza, tra gli altri libri canonici (insieme al libro dei battesimi, libro dei cresimati, libro dei defunti e agli stati delle anime).
Nel caso di una parrocchia soppressa o accorpata, la loro conservazione può essere affidata all’archivio diocesano, dove spesso si trovano serie documentarie costituite dalle copie dei registri dei sacramenti, tra le quali anche i duplicati dei libri dei matrimoni, che i parroci sono tenuti a consegnare secondo quanto stabilito da disposizioni vescovili e dal Codice di diritto canonico del 1917, che impone di depositare annualmente in curia vescovile una copia dei libri canonici, eccetto gli stati delle anime.
STORIA
L’origine della tenuta di registrazioni relative all’amministrazione del sacramento del matrimonio è piuttosto antica. Pur non essendo una prassi generalizzata, esempi di registri di questo tipo sono attestati in Italia già nel XIV e XV secolo. I dati vengono raccolti con finalità differenti rispetto a quelle attuali, per esempio con valore dimostrativo per l’accesso a cariche pubbliche o ancora per garantire la legittimità di una nascita o la cittadinanza di un individuo. Per questo motivo, le registrazioni più antiche possono riportare informazioni relative agli sposi differenti rispetto alle indicazioni tridentine.
La produzione dei libri dei matrimoni diviene significativa dopo il Concilio di Trento poiché si inserisce tra i provvedimenti legati a questo sacramento, tesi a rafforzare le strutture famigliari al fine di impedire l’endogamia.
La compilazione dei registri dei matrimoni viene recepita più lentamente rispetto alla tenuta di altri libri parrocchiali.
Il Concordato del 1929 tra Stato e Chiesa riconosce gli effetti civili del matrimonio canonico e, di conseguenza, anche dei documenti ecclesiastici prodotti nell’ambito del sacramento.
BIBLIOGRAFIA
- G. Badini, Archivi e Chiesa. Lineamenti di archivistica ecclesiastica e religiosa, Bologna, Patron, 2005.
- Codice di diritto canonico. Testo ufficiale e versione italiana. Sotto il patrocinio della Pontificia Università Lateranense e della Pontificia Università Salesiana, Roma, Unione Editori Cattolici Italiani, 1983.
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- A. Turchini, Archivi della Chiesa e archivistica, Brescia, La Scuola, 2011 (Saggi; 15. Storia).