Gebäude für den Gottesdienst
- Borgo San Lorenzo (FI)
-
Parrocchia di San Paolo a Razzuolo
-
Diözesen
Firenze
-
Kirchenregion
Toscana
-
Typologie
chiesa
-
Qualifizierung
parrocchiale
-
Denominazione principale
Chiesa di San Paolo a Razzuolo
-
La chiesa di S. Paolo si trova a Razzuolo, frazione del Comune di Borgo San Lorenzo.
Si trova "sulla strada provinciale Faentina presso al giogo che dà il nome al borguccio di Razzuolo, posta fra i faggi che coronano la sommità di quell'Appennino, [...] prossima al giogo di Casaglia, [...] alle sorgenti del torrente Ensa" (Emanuele Repetti). Sorge al centro della località omonima (ca 638,00 m s.l.m), a quattro chilometri da Ronta, sulla via Faentina che conduce al passo della Colla. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica, che vi sorge in adiacenza sinistra e verso il retro, al cui interno è una cappellina feriale voltata a botte e con le pareti in conci a vista, dove si aprono due strette monofore strombate; vi si accede mediante una porta architravata su mensolette laterali ed alcuni gradini, essendo a una quota inferiore rispetto al vano di ingresso al piano terreno presso il quale di trova una superstite porta architravata medievale, di accesso alla sagrestia, con una lunetta sovrastante, entro la quale è un moderno bassorilievo in terracotta invetriata neorobbiano con l'"Annunciazione". Nella sagrestia, murati a parete, vi sono la lapide sepolcrale medievale di Berta ed uno stemma forse di un'originaria Compagnia del SS. Sacramento, recante il simbolo dell'ostia raggiata. Le pareti esterne della chiesa recano a vista i conci in pietra serena, così come in arenaria è la cornice d'imposta delle coperture. Il piccolo sagrato è rialzato rispetto al piano stradale, con un muro di contenimento del terrapieno in conci rustici; è perimetrato da una ringhiera metallica. Sul lato sinistro è l’accesso alla canonica, dove, nella parete intonacata, sono un orologio con mostra in marmo e due lapidi marmoree (una del 1919, in memoria dei caduti durante la Prima Guerra Mondiale, l'altra in onore dei caduti durante la Seconda Guerra Mondiale). La facciata della chiesa è a capanna, la pianta ad aula. -
- Pianta
- La chiesa ha pianta ad aula orientata a nord/ovest. Nella parete laterale sinistra è l’accesso alla sagrestia, posto non distante dalla controfacciata. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 15,40; lunghezza fino al presbiterio: m 10,00; larghezza della navata: m 6,30.
- Facciata
- La facciata è a capanna, intonacata e tinteggiata di chiaro. Sul colmo è una croce metallica, la mostra dell’occhio circolare strombato è in arenaria, come il semplice portale architravato. Il portone è ligneo. In corrispondenza dell'angolata destra è un moncone di muro a contrafforte, residuo delle costruzioni medievali originarie.
- Campanile
- Il campanile è a vela, intonacato, posto sulla facciata della canonica, provvisto di tre campane. Sulla cuspide è una croce metallica.
- Interno
- L’interno è a pianta rettangolare, ad aula, culminante nel presbiterio, preceduto da una balaustra in arenaria, come il gradino; è rialzato e reca al centro l’altar maggiore in pietra serena, con il cristogramma scolpito sulla fronte, dal quale sono stati rimossi i gradi ed il moderno tabernacolo centinato è ora addossato al centro della parete tergale, con balaustro sottostante di sostegno e con lo sportello metallico recante l'"Agnus Dei". Qui, sul lato sinistro, è la moderna sede in arenaria, sul lato opposto è il tabernacolo centinato in arenaria degli oli, con sportello ligneo. Su una mensola a sinistra si trova la statua policroma del "Sacro Cuore di Gesù", su un'altra a destra quella della "Vergine Addolorata". Tutte le pareti, ad eccezione della controfacciata (che è intonacata e tinteggiata di bianco avorio) evidenziano il filaretto medievale in conci non isodomi. Il fonte battesimale in arenaria, con una vasca circolare su un fusto a colonna ed un basamento semipoligonale, è posto presso la parete laterale destra. La controfacciata ha una moderna bussola lignea; le due acquasantiere, su fusto a colonna, sono in arenaria. Il dipinto sovrastante, con la raffigurazione di "San Paolo" di La Naja, è su tela. La finestra circolare ha una vetrata policroma a motivi geometrici, come le altre due finestre poste nella parete tergale del presbiterio, dalle quali la chiesa prende luce: una centinata in corrispondenza di dove era la lunetta sovrastante l'originario ingresso alla chiesa (del quale sono ancora visibili gli stipiti al di sotto), dotata di una moderna vetrata policroma raffigurante "Cristo Pantocrator tra due Angeli), ed una monofora centinata, là dove si trovava l'originario oculo della facciata medievale, anch'essa con una vetrata policroma moderna che raffigura "San Paolo". L'altezza massima della navata è m 10,00, la minima m 8,60.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione è in cotto, realizzata con mattoni rettangolari disposti a spina. Al centro dell’aula è una fascia dove i medesimi mattoni hanno disposizione per fasce parallele. Nel presbiterio, sul retro dell’altare, sono lastre quadrate in arenaria.
- Coperture
- La copertura della chiesa poggia su cinque capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto di copertura del tetto a capanna è in coppi e tegole piane.
- Pianta
-
- XI ‐ XI (origini e fondazione monastero)
- Nella prima metà dell'XI secolo S. Giovanni Gualberto (circa 995-1073) fonda il suo terzo monastero vallombrosano a Razzuolo, edificato verso il 1047 (secondo altre fonti meno probabili nel 1035) su terreni donati, insieme a quelli alla Crucifera (verso il passo della Colla di Casaglia), da Ottaviano degli Ubaldini (da non confondersi con il cardinale omonimo vissuto nel Duecento). La badia ricade entro la Diocesi di Fiesole. Qui sarà primo abate Teuzzone di Lamberto (documentatovi nel 1053, morto nel 1095 e sepolto nella badia), uno dei discepoli di Gualberto, con un cenobio di altri otto monaci. La chiesa, risalente forse alla seconda metà dell'XI secolo, ha una pianta a T (nave unica con transetto absidato). Dopo Teuzzone sarebbe abate il beato Alberto da Firenze (ritenuto della famiglia dei conti Alberti), ma questo contrasta con la sua presunta data di morte, il 1094. Vi esiste un'immagine del Santissimo Crocifisso che verrà poi ritenuta miracolosa.
- XII ‐ XII (cenni storici carattere generale)
- La presenza dei monaci è confermata da due bolle papali: quella di Pasquale II del 1115 e l'altra di Innocenzo III del 1198. Essi si dedicano al lavoro dei campi nonché all'allevamento di ovini, ma ospitano anche viandanti e pellegrini in un annesso "hospitium". Nel'attuale sagrestia della chiesa si trova una piccola lapide marmorea che reca l'iscrizione: "HIC REQUIESCIT / BERTA MATER / JOHANNIS QUI VA/GITTO VOCATUR / IN PACE AMEN"). Accanto alla chiesa ed al monastero sorgono altre casette formanti un borghetto, che prenderà il nome di Razzuolo da un casolare posto più in alto (toponimo derivante da "radius", "razzo", specie d'ulivo, oppure nell'accezione di ramo tralcio, senza escludere una possibile derivazione dal nome romano Aradius). Vi sorgerà anche un mulino sul vicino torrente Ensa. In quel secolo dipende dalla badia anche un ospizio, dedicato anch'esso a S. Paolo, posto a Firenze, fuori dalle mura urbane, vicino a S. Pier Maggiore, che vi resterà fino al Duecento.
- XV ‐ XVI (cenni storici carattere generale)
- Alla badia di S. Paolo diviene abate Antonio Della Casa e in seguito, nella prima metà del Quattrocento, la riceve in commenda (essendone abate commendatario) Francesco di Ludovico di Francesco della Casa. Nel 1551 Pio V riconosce la badia tra le congregazioni vallombrosane, dipendente da Vallombrosa
- XVII ‐ 1752 (trasferimento monastero)
- Nel Seicento (secondo Calzolai) o nel Settecento (secondo Repetti) i monaci abbandonano Razzuolo per trasferirsi nella nuova sede posta entro il "castello" di Ronta, riedificandola fra il 1730 ed il 1750 circa e relegando la vecchia badia, che prenderà il nome di Celle Vecchie, ad un ruolo marginale. La nuova chiesa viene "adornata di pietrami" (Emanuele Repetti), mentre quella alle Celle Vecchie si deteriora sempre più: Giuseppe Maria Brocchi, nelle "Vite de'Santi e Beati fiorentini" del 1752, ricorda come la chiesa, "quantunque minacciante rovina, si trova in piedi tale quale in povera semplicissima forma fu fabbricata da S. Giovanni Gualberto".
- 1687 ‐ 1687 (interventi di restauro monastero)
- Secondo talune fonti, alcuni interventi di restauro del monastero sono compiuti nel 1687.
- 1785 ‐ 1785 (soppressione monastero)
- Nel 1785 il monastero di S. Paolo a Ronta è soppresso dal granduca Pietro Leopoldo e parimenti la sede delle Celle Vecchie. Parte di quest'ultimo complesso è venduto a privati. La chiesa, oramai un semplice oratorio, diviene secolare e di patronato granducale, nel territorio della pieve di S. Giovanni Maggiore e della parrocchia della chiesa di S. Michele a Ronta, che viene allora traslata nell'ex monastero di S. Paolo entro il "castello".
- 1826 ‐ 1846 (riduzione trasformazione complessiva chiesa)
- La chiesa di S. Paolo, nell’allargamento di un tratto della via Faentina realizzato nel 1826-1846, è in parte abbattuta (la porzione absidale, perdendo il coro e dell’altar maggiore, sotto al quale forse erano le spoglie del Beato Teuzzone). Poco tempo dopo crolla anche l’intero transetto. Viene deciso allora di capovolgere l’orientamento della chiesa, come si può vedere dal portale in pietra, oggi dietro l'altare. La chiesa si trasforma così in una struttura a navata unica, coperta a capriate, con pareti in pietra a vista. La facciata, intonacata, presentava ancora, fino a non molto tempo fa, i resti dell’arcone di trionfo ogivale che separava il transetto dall’aula. Viene innalzato un campanile a vela munito di tre campane, poggiante sul lato settentrionale della sagrestia, e sono aggiunti gli ambienti della canonica.
- 1944 ‐ 1944 (danni di guerra intero bene)
- Durante la Seconda Guerra Mondiale viene distrutta l'intera frazione di Razzuolo ed anche la chiesa è danneggiata.
- 1955 ‐ 1959 (restauri intero bene)
- Nel 1959 il Genio Civile e la Sovrintendenza ai Monumenti restaurano la chiesa. Sopra l’ingresso, in controfacciata, è inserito un quadro di grandi dimensioni del pittore Angelo La Naja raffigurante "San Paolo". Lo stesso pittore dipinge, nei primi Anni Cinquanta, un "Battesimo di Cristo" e un "Sant’Antonio che distribuisce il pane ai poveri" per la chiesa di S. Martino a Castagno d'Andrea.
- 1970 ‐ 1992 (cenni storici parrocchia)
- Nel 1970 S. Paolo risulta essere sempre un oratorio con curazia (giurisdizione ecclesiastica di un curato, comprendente una chiesa secondaria e un territorio sottratti al parroco, ma sempre alle sue dipendenze) entro il territorio parrocchiale di S. Michele a Ronta; solo nel 1986 prende il titolo di chiesa parrocchiale, cui viene annesso il territorio parrocchiale di S. Pietro in Vinculis a Casaglia. Nel 1992 ne diviene amministratore parrocchiale don Romano Nencioli.
- 2000 ‐ 2020 (restauri intero bene)
- Recenti lavori hanno riportato alla luce alcuni ambienti dell’antica badia.
- XI ‐ XI (origini e fondazione monastero)
-
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1990-1999?)
- La mensa eucaristica posta al centro del presbiterio è stata realizzata rimuovendo i gradi dell'originario altare in pietra serena e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli. Dimensioni mensa eucaristica: altezza 104 cm, larghezza 114 cm, lunghezza 207 cm. Il tabernacolo in arenaria, con sportello in argento lavorato a cesello, è posto al centro della parete tergale del presbiterio. La sede in arenaria è addossata alla parete tergale del presbiterio, sul lato sinistro. In uso leggio ligneo, mobile, posto sul lato sinistro del presbiterio. Fonte battesimale in arenaria, con vasca circolare su fusto a colonna, collocato presso la parete laterale destra. Un piccolo confessionale ligneo, mobile, è attualmente addossato alla parete sinistra.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1990-1999?)
-
Data di pubblicazione
19/05/2022
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diözese von Firenze)