Gebäude für den Gottesdienst
- Zola Predosa (BO)
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Parrocchia di Santa Maria di Ponte Ronca
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Diözesen
Bologna
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Kirchenregion
Emilia Romagna
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Ambito culturale
- architettura moderna (costruzione)
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Typologie
chiesa
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Qualifizierung
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Maria di Ponte Ronca
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La parrocchia di Santa Maria sorge al margine dell'abitato di Ponte Ronca, frazione di Zola Predosa, verso la campagna pedecollinare fra piccoli edifici residenziali. Realizzata fra il 1961 e il 1985 su progetto dell'ing. Rodolfo Bettazzi, sulla precedente e più modesta struttura secentesca, presenta un impianto a tre navate denunciato nella semplice stuttura esterna in mattoni e intonaco. All'interno presenta pilastri esagonali con piattabande archiacute a vista, un soffitto a capanna, e alzati semplicemente intonacati di bianco, con una controparete di fondo verde acqua in cartongesso.
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- Contesto
- La parrocchia sorge al margine dell'abitato di Ponte Ronca, segnando il confine con l'aperta campagna verso il profilo appennico. L'area limitrofa è residenziale, con villette di due o tre piani di edificazione post-bellica.
- Impianto planivolumetrico
- Aggregazione orizzontale dell'aula con gli edifici parrocchiali annessi oltre la parete di fondo, e organizzati ad L.
- Esterno
- La facciata è preceduta da un sagrato asfaltato, mentre lungo i fianchi si sviluppa un giardino attrezzato con giochi. L'ingresso è innalzato su uno stilobate in pietra di due gradini con rampa a destra, coperto da una tettoia in legno e acciaio. L'esterno riflette la struttura basilicale a tre navi, con la facciata a capanna in mattoni a vista sulle ali e intonacata in arancione mattone nelle sezione centrale più alta. Qui un'apertura cruciforme illumina l'interno. I fianchi sono intonacati in arancione e sono ritmati dalle aperture del cleristorio. A sinistra, verso la parete di fondo, sorge il volume autonomo in mattoni a vista della sagrestia. La copertura è a falde con tegole marsigliesi.
- Pianta
- Aula basilicale a tre navate.
- Interni
- L'aula, con ingresso filtrato da una bussola in vetro e legno, presenta gli alzati intonacati di bianco, e a dividere le navate pilastri esagonali su cui corrono piattabande in cemento casserato a vista con profilo archiacuto. Il presbiterio, rialzato di due gradini, termina con una controparete in cartongesso intonacata in verde acqua divisa in tre setti che seguono le diverse altezze delle navate: quello centrale presenta un oculo, quelli laterali, più bassi e sopravanzati per ricavare sul retro l'accesso alla sagrestia e alla canonica, fungono da quinta per il fonte battesimale a sinistra ed un organo con coro a destra. La copertura dell'aula è capanna con un controsoffitto in pannelli prefabbricati bianchi. Al di sotto della copertura scorre un cleristorio di aperture rettangolari. Il pavimento è in mattonelle di cotto posate diagonalmente.
- Impianto strutturale
- La struttura portante è in cemento armato.
- apparati liturgici
- Due file di panche lignee sono disposte lungo la navate centrale, con sedie in legno a battaglione lungo le navatelle. Il presbiterio accoglie l'altare centrale, con antico paliotto in scagliola, l'ambone ligneo a consolle, la seduta lignea con imbottitura per il celebrante, affiancata ad una più modesta sedia per il concelebrante e ad una panca per i chierici, la custodia eucaristica incassata nella controparete in cartongesso. A sinistra del presbiterio è il fonte battesimale in marmo rosa, a destra un organo con le panchette per il coro. La sagrestia è accessibile dalla sinistra del presbiterio.
- Contesto
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- XVI ‐ 1632 (preesistenze carattere generale)
- L’odierna chiesa della Presentazione di Maria di Ponte Ronca ebbe origine verso la fine del XVI secolo come cappella annessa ad una possedimento rurale privato di una importante famiglia bolognese: i Desideri. La cappellina era inserita nel contesto del borgo antico: essa infatti si trovava nella villa di campagna della famiglia Desideri. Intorno al 1610, durante una visita compiuta dal convisitatore don Stefano Sassi si fece menzione di una cappella privata presente nella casa di Francesco Desiderio, sul Ponte Ronca, nella quale si era già soliti celebrare la messa. Intorno al 1632 il cardinale Ludovisi promosse una nuova visita dei convisitatori Annibale Garzoni e Salvatore Castelfranchi nella quale l’oratorio in casa Desiderio risultava intitolato ai santi Petronio e Francesco. In questa occasione si impose che la porta dovesse essere chiusa con la serratura.
- 1622 ‐ 1645 (passaggio di proprietà carattere generale)
- Francesco Desideri fece testamento il 12 Ottobre 1622 e designò come erede dei suoi beni l’Ospedale degli Esposti o dei Bastardini di Bologna. Quando egli morì nel 1645, le sue volontà vennero assolte e l’Ospedale dei Bastardini di Bologna divenne diretto proprietario di tutti i beni prima appartenuti alla famiglia Desideri. Da quel momento la casa della famiglia iniziò ad essere designata come Palazzo Desideri e tutte le altre proprietà, beni immobili che costituivano il borgo di Ponte Ronca, divennero proprietà dell’Ospedale che le amministrò. La chiesetta, anch’essa ora fra i possedimenti dell’Ospedale, rientrava in un complesso formato da una casa padronale ed una casa colonica alla quale erano annesse altre numerose costruzioni per i braccianti e i lavoratori del luogo. La chiesa quindi fu sempre regolarmente molto frequentata dalle persone del borgo che trovavano più facile l’accesso ad essa che recarsi nella chiesa di Zola Pedrosa, soprattutto nel periodo invernale.
- 1645 ‐ 1656 (decorazione Intero bene)
- Quando nel 1645 la piccola chiesa passò sotto la giurisdizione dell’Ospedale dei Bastardini essa risultava dedicata alla Madonna. Il cambiamento di dedicazione rispetto a quello originario di San Petronio e San Francesco forse fu dovuto al fatto che all’interno della chiesetta fosse stata posta l’immagine di una Madonna della prima metà del XVII secolo. L’Ospedale promosse molto questo culto e nel 1656 ottenne dal papa Alessandro VII l’indulgenza plenaria per i fedeli della durata di 7 anni. La chiesetta aveva una pianta rettangolare che si stringeva verso la zona dell’altare sul quale si trovava proprio l’immagine della beata Vergine con bambino in una cornice liscia, fatta da un muratore, che ne copriva una parte della figura. Antistante al corpo della chiesa vi era il portico.
- 1692 ‐ 1725 (rifacimento intero bene)
- Intorno al 1692, anno della visita pastorale del cardinale di Bologna Giacomo Boncompagni, l’oratorio risultava di dimensioni molto modeste, coperto da un soffitto intonacato con gesso e tinteggiato, al di sopra del quale vi era un locale che non poteva essere sfruttato poiché gli accessi ad esso erano stati murati. All’oratorio si accedeva dal portico, una lunga costruzione che collegava tutte le case presenti nel borgo. Intorno al 1725 l’Ospedale dei Bastardini apportò notevoli modifiche alla struttura dell’oratorio ritenendo che non fosse adatto, così piccolo, al numero crescente della popolazione di Ponte Ronca. L’Ospedale ampliò ed adornò l’oratorio dedicandolo alla Presentazione di Maria al Tempio e ponendovi tutte le suppellettili necessarie per renderlo un degno luogo di culto. Venne inoltre designato un sacerdote che potesse celebrarvi la Messa nei giorni feriali ed anche festivi.
- 1726 ‐ 1732 (variazione d'uso Carattere generale)
- Le celebrazioni liturgiche nell’oratorio crearono tensioni fra il parroco di Zola Pedrosa e l’Ospedale quando nel 1726 don Antonio Beccari chiese ed ottenne dal vicario generale dell’arcivescovo di Bologna un precetto per cui l’Ospedale doveva sospendere la celebrazioni nell’oratorio. Il parroco contestava il fatto che l’oratorio fosse passato da un uso privato ad un uso pubblico, inglobando il portico ed aprendosi direttamente sulla strada, ossia un passaggio non accettabile senza il permesso dell’arcivescovo. Il parroco elencava motivazioni per le quali l’oratorio fosse inadatto come luogo di culto e dovesse essere chiuso. L’Ospedale aveva promosso la modifica dell’oratorio per avvantaggiare gli abitanti e permettere uno sviluppo del borgo di Ponte Ronca. Nel 1732 la controversia venne risolta dal cardinale Prospero Lambertini che concesse benefici ad entrambe le parti e l’oratorio poté continuare a celebrare la messa nei giorni festivi e nella ricorrenza della festività della Presen
- 1878 ‐ 1926 (restauro e rifacimento intero bene)
- Date le pessime condizioni dell’oratorio il nuovo parroco don Giovanni Rossi il 7 Gennaio 1878 comperò il piccolo oratorio personalmente in modo che esso potesse entrare a pieno titolo fra i luoghi di culto della parrocchia. Nel 1888 don Rossi promosse un intervento radicale di restauro della chiesa: venne rifatto il tetto, la volta, la cornice interna, alcune parti del muro esterno e del pavimento. Don Giovanni Rossi morì nel 1919 ed allora la parrocchia di Zola si impegnò per assumere la piena proprietà dell’Oratorio di Ponte Ronca. Don Attilio Biavati, nel 1920, venne ad una soluzione con l’Ospedale dei Bastardini e con il contributo di molti privati parrocchiani si pervenne all’acquisto dell’oratorio. Nel 1926 grazie all’interessamento di una famiglia che rimase anonima si ebbero degli importanti lavori di restauro che restituirono una chiesa pulita e dall’aspetto ben tenuto.
- 1958 ‐ 1962 (ricostruzione intero bene)
- Per l'aumento demografico dell'abitato Don Taddia, abate del Piccolo Santuario Mariano di Ponte Ronca, auspicò nel 1958 la costruzione di un edificio più ampio. tre anni dopo si pose mano a tale auspicio, su progetto dell'ingegner Rodolfo Bettazzi. I lavori ebbero una prima fase fra il 1961 e il 1962.
- 1969 ‐ 1985 (completamento intero bene)
- Nel 1969 accanto alla nuova chiesa venne edificato anche un piccolo campanile dove furono collocate quattro campane provenienti dalla distrutta chiesa di Pradalbino. Nel 1978 l’abate Taddia decise di promuovere i lavori di completamento della nuova chiesa, con l’ampliamento del corpo di fabbrica e la realizzazione di un’abitazione per il parroco e di nuove aule per il catechismo. I lavori si avviarono ed il 16 Giugno 1985 il cardinale Antonio Poma inaugurò il nuovo complesso. Gli arredi della chiesa furono man mano arricchiti anche con opere nuove, come la via crucis le statue di Santa Rita e del Sacro Cuore, ed inoltre vennero reimpiegati materiai di arredo recuperati dalla chiesa di Savignano di Riola una chiesa che in seguito ad una frana verificatasi nel 1953-1954 era stata abbandonata. Da questa chiesa l’abate acquistò un paliotto ed un organo settecentesco dei fratelli Rasori.
- 1995 ‐ 1995 (erezione parrocchiale Carattere generale)
- Nel 1969 accanto alla nuova chiesa venne edificato anche un piccolo campanile dove furono collocate quattro campane provenienti dalla distrutta chiesa di Pradalbino. Nel 1978 l’abate Taddia decise di promuovere i lavori di completamento della nuova chiesa, con l’ampliamento del corpo di fabbrica e la realizzazione di un’abitazione per il parroco e di nuove aule per il catechismo. I lavori si avviarono ed il 16 Giugno 1985 il cardinale Antonio Poma inaugurò il nuovo complesso. Gli arredi della chiesa furono man mano arricchiti anche con opere nuove, come la via crucis le statue di Santa Rita e del Sacro Cuore, ed inoltre vennero reimpiegati materiai di arredo recuperati dalla chiesa di Savignano di Riola, che in seguito ad una frana verificatasi nel 1953-1954 era stata abbandonata. Da questa chiesa l’abate acquistò un paliotto ed un organo settecentesco dei fratelli Rasori.
- XVI ‐ 1632 (preesistenze carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (1980)
- Intervento realizzato dopo il Concilio Vaticano II, in recepimento della riforma liturgica.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1980)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diözese von Bologna)