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Non solo ombre. Persone

In mostra le opere dei detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo

Trento, Trento, Museo Diocesano, dal 06/06/2018 al 02/07/2018

Trento, Trento, Museo Diocesano Trento, Trento, Museo Diocesano

"Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici" (Art. 27 Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, 1948), anche coloro che stanno scontando una pena in un luogo di detenzione.

Nella convinzione che un museo debba contribuire a garantire tale diritto, abbattendo tutte le barriere - tangibili e intangibili - che generano esclusione sociale, il Museo Diocesano Tridentino ha organizzato per il secondo anno consecutivo un progetto formativo destinato ad un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Spini di Gardolo (TN).

La mostra Non solo ombre. Persone, che sarà inaugurata mercoledì 6 giugno alle ore 17.00 e rimarrà aperta fino al 2 luglio, rappresenta la conclusione di questo percorso e raccoglie gli elaborati realizzati dai detenuti nell'ambito dei diciassette incontri che si sono susseguiti da febbraio a maggio 2018. Al progetto formativo, denominato Identità a confronto, hanno preso parte la direttrice del Museo Domenica Primerano, l'educatrice museale Valentina Perini, la fotografa Valentina Degiampietro e le docenti Martina Baldo e Riccarda Turrina.

Il tema del progetto e il titolo della mostra sono stati ispirati dalle parole di Gelu, uno dei partecipanti al corso del 2017: "noi siamo percepiti come ombre", aveva scritto, "ma dietro queste sbarre" aggiungeva "non c'è un'ombra, ma un uomo che può agire e sentire". Il gruppo di lavoro ha quindi stimolato i partecipanti a lavorare attorno al concetto di 'ombra' e dunque di 'identità', cercando di far affiorare la capacità di autonoma interpretazione e rielaborazione creativa. L'obiettivo del corso infatti non era tanto insegnare una tecnica artistica, quanto favorire la capacità di trasporre in parole e immagini sentimenti e riflessioni intime, incoraggiando la creatività e l'espressione di sé dei partecipanti. A differenza del precedente corso, in questa esperienza è stata introdotta anche la fotografia. Gli scatti esposti in mostra, realizzati secondo le prescrizioni imposte dall'area educativa della Casa circondariale, restituiscono al visitatore frammenti di identità nascoste, in un gioco di ombre e luci di grande impatto emotivo.

Negli esiti di tale percorso colpisce non tanto l'aspetto 'estetico', quanto la grande carica umana che vi è racchiusa. Proporli al pubblico significa cercare di stabilire un contatto tra i cittadini e le persone detenute, utile per superare barriere e pregiudizi. Con questo progetto il Museo Diocesano ha voluto portare un contributo attivo alla promozione della dignità umana e al riscatto umano e sociale, nella convinzione che la cultura possa rappresentare una prospettiva importante di recupero per le persone recluse. L'iniziativa, inoltre, si configura come una proposta formativa di grande valore simbolico, poiché ribadisce la necessità di rendere il museo "accessibile" a persone che vivono una condizione di esclusione sociale, raccordando due realtà raramente in dialogo.

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